Esito votazione di grande importanza per attività di Repower

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L’opinione e le spiegazioni della multinazionale dell’energia
L’esito delle votazioni cantonali del prossimo 22 settembre 2013 avrà un forte impatto su Repower.

Il prossimo 22 settembre i cittadini grigionesi voteranno sull’iniziativa cantonale «Sì all’energia pulita senza carbone». L’iniziativa popolare mira a vietare la partecipazione di Repower nel progetto per la realizzazione di una centrale termoelettrica a carbone all’avanguardia in Italia. L’esito della votazione è di grande importanza per le attività di Repower in Italia.

Formare un’opinione politica è compito dei partiti politici, dei comitati e non da ultimo dei cittadini stessi. Nell’ambito delle discussioni pubbliche, Repower fornisce informazioni oggettive sul Progetto di Saline Joniche, sulla strategia aziendale e sulle possibili conseguenze derivanti da un risultato negativo della votazione. Considerando però il fatto che nelle ultime settimane sono state pubblicate diverse affermazioni, in nessun modo sostenute da fatti oggettivi e visto che nella popolazione c’è una chiara esigenza di informazioni supplementari su dettagli fondamentali relativi al progetto, Repower si sente in obbligo di tornare su alcuni punti.


Un progetto per l’Italia

In Italia Repower è tra le aziende leader nella vendita di elettricità e gas nel segmento delle PMI. Nella vicina penisola Repower vende un volume di elettricità sei volte superiore alle forniture in Svizzera. Le attività in Italia contribuiscono alla metà del fatturato e degli utili del Gruppo e risultano quindi molto importanti per Repower. Per assicurare queste attività a lungo termine occorre sostenerle attraverso la produzione propria; Repower punta a un mix composto di diverse tecnologie. La partecipazione alla pianificazione della Centrale di Saline Joniche garantirà a Repower una parte dell’energia necessaria. È prevista una partecipazione massima all’opera pari al 20 per cento. L’elettricità generata nella centrale sarà destinata al mercato italiano e non verrà esportata all’estero, né tanto meno in Svizzera.


Compatibilità con l’ambiente e la legislazione

È dimostrato che le centrali a carbone di ultima generazione non sono «macchine da inquinamento». Sono invece paragonabili ad altre strutture industriali ben gestite e sottostanno a severi limiti di legge, che ovviamente vengono rispettati da Repower. La futura centrale di Saline Joniche non solo rispetta questi limiti di legge, ma si mantiene nettamente al di sotto di tali limiti. Per questo motivo il progetto ha ottenuto il via libera della Valutazione d’Impatto Ambientale da parte delle autorità italiane competenti (Presidenza del Consiglio dei Ministri e Ministero dell’Ambiente). Circa un terzo dell’investimento previsto verrà speso in componenti per la riduzione delle emissioni, ciò che corrisponde a circa 500 milioni di franchi. A questo proposito basti ricordare per esempio che l’intero circuito percorso dal carbone è al chiuso, per evitare l’emissione di polveri, mentre quella dei gas è trattata in modo tale da risultare molto al di sotto dei limiti di legge.


Il rispetto delle leggi è garantito

Il progetto e le società coinvolte si attengono alle disposizioni legislative e all’iter giuridico previsto. Il rispetto delle leggi è garantito in ogni fase del progetto. Una particolare attenzione è stata posta ai rischi di infiltrazioni malavitose. Per questo sia la società di progetto SEI S.p.A. che Repower, fin dall’inizio si sono attenute a regole rigide, che prevedono tra l’altro una collaborazione con le autorità antimafia, il rispetto di severe norme comportamentali, approfonditi controlli interni ed esterni e una documentazione dettagliata e precisa su tutti i contatti intrattenuti nel quadro del progetto. Non vi è alcun indizio che lasci presuppore tentativi di influire sul progetto.


L’iniziativa avrà un forte impatto su Repower

Al contrario di quanto affermato dai sostenitori dell’iniziativa, Repower, in quanto unica società energetica attiva a livello internazionale con sede nei Grigioni sarà molto toccata dall’esito della votazione.

  1. Nei suoi mercati chiave Repower si è guadagnata un’ottima credibilità ed è considerata un partner affidabile e innovativo con cui sviluppare progetti. Per l’ulteriore crescita della società questo aspetto va tenuto in debito conto. Una mutazione delle regole del gioco durante l’iter procedurale sarebbe difficile da capire, anche per chi nutre profondo rispetto nei confronti delle regole svizzere e della democrazia diretta. In fin dei conti sarebbe problematico anche a livello legislativo mettere in questione lavori avviati ed eseguiti nel pieno rispetto delle leggi sia in Italia che in Svizzera e quindi anche nei Grigioni.
  2. 120 posti di lavoro di Repower su 450 sono direttamente legati alle attività internazionali del Gruppo. Qualora lo sviluppo dei progetti in singoli mercati fosse ostacolato (come per esempio da un divieto di partecipazione nei progetti), vi sarebbero inevitabili conseguenze anche sull’offerta lavorativa di Repower. Tanto più ora, in un periodo in cui il settore energetico in Europa – anche e soprattutto a causa di un eccesso di regolamentazione statale – si trova confrontato con un contesto estremamente difficile, che con una simile decisione verrebbe ulteriormente appesantito.
  3. Il danno finanziario per Repower sarebbe enorme e avrebbe ripercussioni anche sul Cantone dei Grigioni, in cui ha sede il Gruppo. Partendo dal presupposto che le condizioni giuridiche fossero stabili, sono stati fatti grandi investimenti nello sviluppo del progetto. Con ogni probabilità la società dovrebbe far fronte anche a richieste di risarcimento provenienti dai partner di progetto.
  4. Per poter dare il proprio contributo attivo al futuro energetico in Svizzera e in Europa Repower necessita di uno spazio imprenditoriale adeguato. Progetti innovativi, investimenti nelle energie rinnovabili, modelli di partnership e qualsiasi contributo alla svolta energetica sono progetti a cui Repower lavora intensamente e con convinzione, ma si tratta sempre di progetti inseriti in una strategia aziendale equilibrata e legata alle diverse realtà energetiche e politiche presenti nei singoli Paesi.

Repower giudica in modo molto positivo le intense discussioni sui temi di politica energetica. Purtroppo però ci si dimentica spesso di analizzare i singoli aspetti nel contesto complessivo. Repower auspica quindi una discussione oggettiva, orientata ai fatti e sarà sempre disponibile, anche in futuro, a fornire il proprio contributo.


Per approfondire:


 

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