Cose Nostre

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L’editoriale di Bruno Raselli
Piano piano la Valposchiavo sta prendendo coscienza che il grande sogno “Progetto Lago Bianco” è svanito. Un progetto che per oltre un decennio aveva suscitato un certo ottimismo e a cui ha fatto seguito un’inevitabile periodo di scoramento generale. Ma forse ora qualche cosa nella mente dei valposchiavini sta cambiando.

 

Se la manna non cade dal cielo – ci si è detti – si dovrà ricominciare a seminare i campi. E cercare al tempo stesso di dimostrare ai turisti in cerca di emozioni che i nostri prodotti sono autentici, che una gita in barca sul lago di Poschiavo è un’avventura unica, che la nostra rete di sentieri naturali – dove c’è spazio per escursionisti e biker – è infinita. Un ritorno alle origini insomma, alla promozione delle cose che abbiamo e che altri non hanno, alla nostra apprezzata professionalità artigianale, al commercio di frontiera. Un’evoluzione seguita anche dalla Ferrovia retica e da Repower: mi riferisco agli investimenti strutturali, in particolare alla stazione di Poschiavo e alla messa a nuovo delle vecchie centrali di Palü e Cavaglia. C’è d’augurarsi che grazie al nuovo assetto societario Repower riesca presto a operare con il profitto degli anni migliori anche a livello commerciale.

Forse la fiducia sta tornando.

“Vendiamo sogni” è una delle iniziative commerciali recenti; è un ottimo esempio di come affrontare il futuro in valle. È un progetto innovativo, dal campo/vigna alla tavola, portato avanti con passione e fantasia da due giovani brusiesi. Potremmo parlare anche di altri progetti: del nuovo padiglione di Gianluca Balzarolo a Poschiavo, del laboratorio di New Rada in allestimento a sud di Le Prese, oppure ancora della fiorente gamma di servizi dell’Officina Visinoni a Pedecosta. Sono tutti professionisti affermati, che investono a Poschiavo perché credono nel nostro futuro. L’economia valligiana, basata in passato su due soli grandi datori di lavoro, sta cambiando. Di questa evoluzione ne deve tenere conto la politica, al fine di consentire alle piccole e medie imprese uno sviluppo concreto.

Anche se non sarà facile risollevarsi, sono convinto che le regioni di montagna hanno le loro carte da giocare. La pensa così pure Josy Battaglia che, in coda all’eccitante reading di Arno Camenisch di qualche settimana fa a Poschiavo ha dichiarato: “La periferia deve vivere”. Per vivere bene il nostro piccolo mondo, molte associazioni continuano a impegnarsi in ambito culturale. Nonostante le modeste risorse, questo impegno a titolo di volontariato è di qualità. Anche “Il Bernina” fa la sua parte. Da dodici anni il giornale online racconta la vita di valle, promuove eventi e incontri, pensa e realizza progetti culturali, fa informazione. Sono entrato da poche settimane a fare parte di questo affascinante progetto. Una sfida stimolante perché le aspettative degli oltre mille abbonati che giornalmente ci leggono sono alte.

Giorgio Gaber cantava in maniera solenne che la libertà non è star sopra un albero, che la libertà è partecipazione. Ecco, partecipiamo tutti alla vita di valle. Ognuno nella maniera che può. Anche perché – come ha affermato il presidente uscente Gianluca Giuliani nel suo discorso di commiato – “il lavoro di squadra porta a risultati nettamente maggiori.”

Che la Valposchiavo diventi una grande squadra!

Bruno Raselli