Retrospettiva 2016 (di I. Falcinella)
Sono le precipitazioni, anche nevose, a caratterizzare gli eventi valposchiavini del mese di luglio 2016. Martedì 12 avvengono diversi smottamenti in Val Beton, Val da la Presa e Val da Prada, dove circa 3’000 metri cubi di detriti scendono a valle. Nella stessa giornata un operaio valtellinese di 23 anni viene ferito a un braccio da un fulmine mentre lavora nel bosco. Nel tardo pomeriggio di mercoledì 13 attimi di paura nei pressi del parcheggio dell’Albergo Le Prese, dove un grosso albero divelto dal forte vento si abbatte al suolo, colpendo di striscio alcune auto. La sera stessa il Passo del Bernina chiude per neve.
Il 14 luglio IL BERNINA propone il video che testimonia in diretta lo smottamento avvenuto martedì 12 luglio in Val da Prada, fra le frazioni Pagnoncini e Prada. L’autore del filmato si chiama Rui Pinto.
Gli interventi repentini del reparto forestale e tecnico del Comune e dei Pompieri, soprattutto in Val da La Presa (dove la situazione era più grave) e la presenza del bacino di ritenzione hanno consentito di raccogliere il materiale, evitando così che lo stesso si riversasse sulla strada. I detriti accumulati nel bacino di ritenzione, come comunicato dal Comune di Poschiavo, che si è scusato per i disagi al traffico, venivano successivamente rimossi e trasportati, per quanto possibile, al centro di riciclaggio dei materiali inerti di “Abrüsù”, mettendo così in sicurezza l’area.
Diego Battilana, responsabile del Reparto foreste del Comune di Poschiavo, da noi contattato in questi giorni, ci rivela che in caso di forti piogge è altamente probabile che la situazione possa ripetersi. Se per la Val Beton e la Val da la Presa, con il bacino di ritenzione e con un intervento repentino di svuotamento la situazione è sotto controllo, dall’altra la situazione in Val da Prada è di difficile soluzione.
“Si è concretamente ripristinato l’alveo del torrente in Val da Prada, – spiega Battilana – ma la zona di erosione è troppo vasta per costruire delle opere di consolidamento del terreno. Considerando anche chel’abitato non è direttamente minacciato, però, si può dire che non abbiamo una vera e propria urgenza di intervento”.
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