Discriminazione: tra Gran Consiglio e Radiotelevisione della Svizzera Italiana

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Da anni mi batto perché l’informazione fluisca tra Coira e la parte italofona del cantone dei Grigioni, in modo particolare del Moesano. Chi non avesse a crederci può consultare i verbali del Gran Consiglio degli ultimi 23 anni, senza dimenticare la lotta per la traduzione simultanea nel 1990 che il parlamento retico in quel momento, ha sdegnosamente negato. Su questo tema -della comunicazione all’interno del Canton Grigioni- ho scritto numerosi articoli. Ora finalmente, nell’anno di grazia 2020, si costituisce una Commissione votata dal Gran Consiglio per l’introduzione della traduzione simultanea, anche con deputati della nostra regione italofona. Certamente è bene, anche se io non ne farò parte. Infatti, come senza partito, come donna, come vecchia, non ho diritti. Anche se non mi mancano argomenti né tantomeno esperienza in merito. Sono anche stata la prima ad aver segnalato l’assurdità di uno streaming senza traduzione simultanea in un cantone trilingue. Ma tanto vale, sono allenatissima alle discriminazioni.

C’è però dell’altro e stravolta ho deciso di non soprassedere. Ci tenevo moltissimo per esempio, in qualità di sindaca di San Vittore -Comune notoriamente confinate con il Canton Ticino- e come membro della Commissione sanitaria e del Comitato della Regione Moesa, a ringraziare ufficialmente in aula (sia in italiano sia in tedesco) l’Ufficio del Gran Consiglio ticinese (presente in tribuna). Oltre alla delegazione erano a Coira il Presidente Claudio Franscella e i Vicepresidenti Daniele Caverzasio e Nicola Pini. Ci tenevo a ringraziare per tutto ciò che il Ticino fa per la nostra popolazione. Volevo inoltre che il nostro Parlamento si rendesse conto appieno di quanto i Grigioni debbano al Ticino. Per questa ragione avevo chiesto all’Ufficio del Gran Consiglio tre minuti di tempo nell’emiciclo parlamentare. Mi sono stati negati. Sono comunque riuscita a dire ciò che mi stava a cuore chiedendo la parola in un momento in cui doveva essermi concessa per legge. Naturalmente fuori dall’aula del Gran Consiglio nessun invito mi è stato riservato, neppure all’incontro conviviale con la delegazione ticinese (N.B. quasi tutti i miei colleghi del Moesano erano presenti). Nessun riguardo per la decana del GC e unica donna della deputazione da molti anni ormai.

Finora ho parlato della mia discriminazione e potrebbe non essere un argomento particolarmente appassionante, lo ammetto. Più interessante invece è la discriminazione messa in atto dalla Radiotelevisione Svizzera di lingua italiana, perché questa colpisce la popolazione del Grigioni Italiano. Quella gente, tengo a ricordare, che più di chiunque nella Svizzera italiana ha combattuto e vinto contro l’Iniziativa NO Billag. Non avrebbero coloro che hanno votato i rappresentanti in Gran Consiglio, il diritto di sapere cosa dicono e fanno quest’ultimi in Parlamento? Certo sarà consolante sentire parlare dei problemi (non necessariamente nostri!) che stanno a cuore ai deputati di Coira e della Valle del Reno ma chiedo: è nel normale ordine delle cose che non ci si occupi dei temi sollevati dai rappresentanti delle nostre regioni, che generalmente affrontano temi che riguardano il Grigioni italiano? Per esemplificare (e parlo di me perché ho in chiaro gli interventi fatti): mi sono espressa durante questa sessione otto volte. Gli argomenti? Le polveri fini; l’impossibilità di comunicare per chi dalle regioni italofone del cantone si reca in ospedale o si rivolge alle istituzioni grigionesi; le difficoltà dei giornali e dei media italofoni (che a livello regionale potrebbero scomparire a breve); ho parlato di lotta alla mafia (che non è stata inclusa nel programma di Governo); del sistema d’allarme in caso di catastrofe; dell’importanza dei programmi sportivi e sociali contro l’isolamento delle persone; del coinvolgimento extra cantonale nella cultura, ed infine su limiti, priorità e significato dell’autonomia comunale nel dibattito sulla legge sull’energia. Ho anche segnalato (nessun’altro l’aveva denunciato) il paradosso di condurre un dibattito su temi ambientali senza che sul banco del Governo fosse prevista la presenza del ministro dell’ambiente (ricevendo il plauso dei colleghi dato che l’incongruenza era evidente).

Ebbene di tutto ciò, non una sola parola è stata riferita alla televisione o alla radio. Totale indifferenza da parte della RSI. Discriminazione oppure mancanza di tempo e di personale? In ogni caso indifferenza nei confronti della minoranza italofona del Cantone. Imperdonabile disattenzione a partire dai vertici dell’azienda di Comano che non mantengono nemmeno le promesse fatte al Governo. È disarmante la disaffezione della RSI per un territorio di lingua italiana che evidentemente, e in primo luogo, è lontano dal cuore e dalla mente del Direttor Maurizio Canetta! Questa è l’ingratitudine di chi dimentica troppo presto!


Nicoletta Noi-Togni