Nel mondo oltre 70 milioni di persone in fuga

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Il tema del vedersi costretti a fuggire dal proprio paese è stato affrontato con la mostra “Fuggire” tenutasi in diversi musei svizzeri da ottobre 2019 a gennaio 2020. Ora è disponibile in forma digitale sul sito ‘www.flucht-fuir.ch/it/home’, un giro virtuale attraverso immagini, fatti e anche storie personali. Qui di seguito riportiamo un testo tratto da questo sito.

Ogni giorno ci arrivano immagini di persone che, nella fuga, hanno perduto ogni legame con la loro vita precedente. Ma che cosa significa dover abbandonare la casa, il lavoro, la famiglia e il proprio Paese? Il sito digitale “Fuggire” dà la possibilità di calarsi nei panni dei protagonisti di queste tragiche vicende e di capire che cosa vuol dire veramente fuggire.

Hayat Hamid è fuggito dalla Siria nel confinante Libano insieme ai suoi due bambini e alla suocera. Una fuga dettata dagli orrori della guerra, dai bombardamenti continui e dalla persecuzione. Ha potuto portare con sé solo alcuni indumenti. “Abbiamo dovuto attraversare campi pieni di fango e strisciare nella sterpaglia prima di poter passare il confine e metterci in salvo”. Hayad e la sua famiglia sono ospiti di lontani parenti. Da anni ormai vivono nel garage di casa, condividendo tutto: pasti frugali, acqua inquinata e corrente elettrica, che il più delle volte manca. Entrambe le famiglie hanno esaurito i propri risparmi e ora dipendono con urgenza dell’aiuto internazionale.

Quello di Hayat Hamid è un personaggio di fantasia, ma nella realtà si contano migliaia, anzi milioni di vicende simili. Infatti, attualmente le persone in fuga sono oltre 70 milioni un numero così alto di sfollati non si registrava dalla Seconda guerra mondiale. Il sito digitale “Fuggire” affronta questo tema da diversi punti di vista e, raccontando le biografie di persone in fuga, rende partecipi del cammino duro e travagliato che devono affrontare i profughi e le loro famiglie, e permette di capire cosa significa intraprendere un viaggio lungo e pericoloso per raggiungere un Paese straniero in cui non c’è nessuno ad attenderli, in cui non si parla la loro lingua e in cui non ci si sente a casa. Un luogo, in sostanza, in cui si è completamente soli ma in cui al contempo si ripongono tutte le speranze. Nel sito “Fuggire” si spiega quali profughi ottengono protezione in Svizzera e in altri Paesi e in quali invece no. Si illustra inoltre il funzionamento dell’aiuto internazionale, dal quale dipende oltre il 90 per cento dei profughi in tutto il mondo.

“Fuggire” è il frutto di un progetto comune della Commissione federale della migrazione, della Segreteria di Stato della migrazione, dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e della Direzione dello sviluppo e della cooperazione. Oltre al destino dei profughi affronta i temi dei movimenti migratori dovuti ai cambiamenti climatici, ma anche altre questioni, come la molteplicità culturale, il concetto di identità e le opportunità offerte dall’integrazione.


a cura del gruppo di Amnesty Valposchiavo