Svizzera: discutibili le misure antiterrorismo

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Lo scorso venerdì 25 settembre, la maggioranza del Parlamento ha approvato la controversa legislazione sulla lotta al terrorismo senza considerare l’incompatibilità di queste norme con i diritti fondamentali e i principi dello Stato di diritto.

Nonostante le dure critiche espresse in Parlamento da parte di organizzazioni ed esperti svizzeri e internazionali, la maggioranza dei parlamentari ha approvato i due progetti di legge. “È deludente notare che oggi i partiti borghesi sono apparentemente pronti a buttare a mare i principi dello stato di diritto liberale” ha dichiarato Patrik Walder di Amnesty International, e aggiunge “i diritti fondamentali e i principi dello Stato di diritto fanno parte dei fondamenti di un sistema di giustizia libero. Indebolirli non porta sicurezza ma, al contrario, apre la porta all’arbitrio”.

La Piattaforma delle Organizzazioni non governative (ONG) svizzere per i diritti umani aveva già criticato lo scorso anno questi progetti di legge e chiesto che fossero resi conformi ai diritti fondamentali e ai diritti umani. Negli scorsi mesi, nuove critiche sono state formulate con diverse prese di posizione da parte della Commissaria ai diritti dell’Uomo del Consiglio d’Europa, di diversi relatori speciali delle Nazioni Unite, di due membri svizzeri del Comitato dei diritti dell’infanzia delle Nazioni Unite e della Rete svizzera dei diritti del bambino. A tutti questi si aggiunge anche una recente lettera aperta sottoscritta da oltre 60 professori di diritto di tutti gli atenei svizzeri. Purtroppo, la maggioranza del Parlamento è rimasta sorda agli appelli di tutti questi esperti.

Da ora in poi, in Svizzera, con attività terroristica si intendono azioni destinate a influenzare o a modificare l’ordine dello Stato. Con una definizione formulata così vagamente anche un’attività pacifica e legittima potrà d’ora in avanti essere qualificata come “attività terroristica”.

E ancora, secondo Patrik Walder, “queste nuove norme creeranno dei problemi per la neutralità politica della Svizzera, per l’aiuto umanitario portato avanti da organizzazioni come il CICR e per la Svizzera stessa in quanto mediatrice in diversi conflitti. Queste norme non rafforzano la sicurezza in Svizzera e indeboliscono la nostra politica estera. Si imbocca così una strada nella quale tutti i mezzi sono giustificati e dove l’ingiustizia è combattuta con l’ingiustizia”.

Amnesty International e la piattaforma delle ONG svizzere per i diritti umani monitoreranno con sguardo critico la messa in atto di queste leggi e difenderanno, laddove necessario, i diritti delle persone toccate fino davanti alla Corte Europea dei diritti dell’Uomo.