Giudicare, o non giudicare?

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(Matteo 7,1)
Sermone del 24 ottobre 2021

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Alcuni passaggi del Sermone sul monte di Gesù appaiono strani, di difficile applicazione, o in contrasto con il buon senso.

Prendiamo ad esempio il “non giudicare”. Gesù vorrebbe imporci di rinunciare all’esame, alla critica, alla facoltà di giudicare che costituisce uno dei più preziosi distintivi della nostra natura di esseri dotati di ragione?

1) In realtà, non si tratta di un’assoluta proibizione di giudicare:

a) sarebbe contro la nostra natura, in quanto ogni nostro pensiero è un giudizio.

b) sarebbe anche in contraddizione con quanto affermato altrove nel Nuovo Testamento. L’apostolo Paolo, ad esempio, dice che il magistrato deve giudicare nello stato, i genitori nella famiglia, i pastori nella chiesa. Stessa opinione è espressa nell’Antico Testamento. Il profeta Isaia, ad esempio, afferma: “Guai a coloro che chiamano male il bene e bene il male, cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, rendono dolce l’amaro e l’amaro dolce” (Isaia 5,20).

c) E Gesù stesso dice ai discepoli, nell’evangelo secondo Giovanni: “Giudicate con giudizio” (Giovanni 7,24).

Gesù dunque non ha né consigliato, né ordinato di non giudicare. Occorre ripeterlo forte e chiaro, oggi, in un’epoca nella quale sembra che molti vogliano rinunciare a ogni giudizio.

2) Perché alcuni pensano che sia meglio astenersi dal giudicare, farsi gli affari propri e non usare la propria capacità critica?

a) C’è chi dice che le incertezze sono tante, che i giudizi netti e indipendenti portano solo guai e noie a chi li pronuncia, che perciò è meglio starsene zitti o rifugiarsi nel privato.

b) C’è chi preferisce rifugiarsi dietro il parere di altri: il giornale A per le questioni del giorno; il sito B per le questioni scientifiche; il partito C negli affari politici; l’oroscopo negli affari di cuore; la piazza e l’opinione pubblica in tutto il resto, tranne la religione, appaltata a guru, maghi e chiese.

c) Ma questa è abdicazione, è rinuncia alla propria dignità umana. Non si prenda questo testo a pretesto: Gesù ha dato facoltà ai dodici – gente umile, pescatori, artigiani – di esprimere giudizi propri: “Giudicherete Israele”, dice loro Gesù (Matteo 19,28)

3) Ma allora, quale giudizio deve essere proibito?

a) I giudizi temerari, dice qualcuno. E difatti Gesù afferma: “Non giudicate secondo le apparenze”. Occorre camminare per le strade della vita con occhi – o potremmo dire anche occhiali – che sappiano distinguere e distinguersi dalla comune malignità.

b) La mania di giudicare, cioè: giudicate, sì, ma quando è tempo di giudicare, e a ragion veduta. In particolare oggi occorre resistere alla voglia di giudizio per cui ciascuno si sente autorizzato a ergersi a giudice, in famiglia, a scuola, ovunque.

c) I giudizi senza amore, senza metterci nei panni degli altri: ricordiamo l’episodio della donna adultera, e ricordiamo il monito di Gesù che invita a vedere la trave nel proprio occhio prima della pagliuzza nell’occhio dell’altro.

Teniamo a mente che la verità è sempre complessa, che ogni medaglia ha due facce, che anche dall’esperienza più oscura si può trarre qualche spiraglio di luce.

Giudichiamo ciò che l’essere umano produce, ma non l’essere umano in quanto tale.

E ricordiamo che la nostra miseria è che possiamo peccare, ma la nostra dignità è che solo Dio può giudicarci.

Appunti per la predicazione pastore Paolo Tognina

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