Descrizione: I beati anni del castigo è un libro sempre un passo più in là (come Frédérique), da raggiungere e inseguire con l’attenzione e lo slancio che si prestano ai sassi quando si deve attraversare un fiume, un flusso impetuoso e nel contempo arido come gli anni dell’adolescenza, duro e malleabile come le rocce gettate nel mondo senza saper ancora nuotare, e amare.
Ambiente: Questo libro necessita di un collegio femminile svizzero posto nel canton Appenzello, di genitori tanto lontani da inviare le direttive dal Brasile e delegare un abbraccio al passaggio di un treno, di compagne di cui infatuarsi, altre da imitare, esiliare o rifiutare. Una scrittura pendolo che scandisce il tempo oscillando fra gli opposti, divenendo ora ricordo, oblio o disprezzo, ora affetto, ammirazione o follia ma, soprattutto, sia ieri che oggi, vita.
Germoglio: “A quattordici anni ero educanda in un collegio dell’Appenzell. Luoghi dove Robert Walser aveva fatto molte passeggiate quando stava in manicomio, a Herisau, non lontano dal nostro istituto. È morto nella neve. Fotografie mostrano le sue orme e la positura del corpo nella neve. Noi non conoscevamo lo scrittore. E non lo conosceva neppure la nostra insegnante di letteratura. A volte penso sia bello morire così, dopo una passeggiata, lasciarsi cadere in un sepolcro naturale, nella neve dell’Appenzell, dopo quasi trent’anni di manicomio, a Herisau. È un vero peccato che non sapessimo dell’esistenza di Walser, avremmo colto un fiore per lui. Anche Kant, prima di morire, si commosse quando una sconosciuta gli offrì una rosa”.
Scheda tecnica: I beati anni del castigo di Fleur Jaeggy, Adelphi editore, narrativa, ISBN 978-88-459-3579-4.