La parte mancante…

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La parte mancante…

Chi legge e segue ciò che i media valposchiavini passano attraverso le loro testate, trattasi di carta stampata o mondo cibernetico, l’estate scorsa si sarà  forse accorto di un’iniziativa particolare, nuova alle nostre latitudini. Per la prima volta infatti é stata offerta alla popolazione la possibilità  di partecipare ad una brigata di lavoro volontario sull’isola di Cuba. A distanza di mesi mi ritrovo a riassumere l’esperienza, che spero verrà  ricordata come un tentativo per avvicinarsi e meglio comprendere una realtà  diversa dalla nostra.

Ci ho dovuto pensare parecchio un anno fa. Cuba infondo è così lontana, da più punti di vista, forse troppo distante dalla Valposchiavo. A qualcuno sarebbe interessata l’esperienza che andavo proponendo? Oggi, colgo l’occasione per sciogliere questo mio dubbio, riportando alcune impressioni riguardanti la prima brigata di amicizia e lavoro volontario Valposchiavo-Cuba, tenutasi dal 17 dicembre 2007 al 06 gennaio 2008 in quel di Caimito, a 40km dall’Avana. Si tratta di cinque valposchiavini (me compreso) e una compaesana in “bulgia” di Grono, che hanno partecipato alle attività proposte dall’ICAP (Istituto Cubano de Amistad con los Pueblos), in collaborazione con l’Associazione Svizzera-Cuba, sezione Ticino.

Sono state tre settimane piuttosto intense, il programma d’altronde lo prevedeva e ne eravamo consapevoli. Questo tipo di collaborazione fu ideata e voluta dal governo cubano nel periodo che seguì la disfatta dell’odiato dittatore Fulgencio Batista, nei primi anni sessanta, per promuovere una maggiore conoscenza della realtà dell’isola e un aiuto di tipo volontario e solidale in appoggio alla causa rivoluzionaria. In 50 anni migliaia di persone da tutto il mondo hanno preso parte a questo progetto, spesso con il semplice obiettivo di conoscere in prima persona, sentire con le proprie orecchie, guardare con i propri occhi, e soprattutto sviluppare un proprio pensiero su cosa sia la rivoluzione e cosa possa significare questo concetto concretamente per chi ha vissuto e vive nell’arcipelago caraibico.

Come coordinatore della spedizione non posso che ringraziare Elena, Martina, Daniela, Davide e Gion per la loro simpatia, compagnia, e per aver accettato di partire alla scoperta di quella parte mancante dal punto di vista dell’informazione, alla quale in occidente spesso non abbiamo accesso garantito.

Redatto da Josy Battaglia – jobatta@bluemail.ch