Impianto solare sul Bernina: scelta complessa che continua a far discutere

0
1736

Il 27 di agosto, i cittadini di Poschiavo saranno chiamati alle urne per due votazioni importanti: la “Modifica della legge sulla promozione delle energie rinnovabili, sul risanamento energetico degli edifici e sull’energia di concessione del Comune di Poschiavo” e la “Concessione del diritto di superficie per l’impianto ad energia solare a favore di BerninaSolar AG”. A questo proposito, l’amministrazione comunale ha organizzato, in Casa Torre, una serata informativa, mercoledì 16 agosto. A parlare del progetto il podestà Giovanni Jochum e il consigliere comunale Fulvio Betti.

Per quanto riguarda l’impianto solare, come abbiamo avuto modo di raccontare, la Giunta, pur sollevando qualche perplessità, si era espressa totalmente a favore.

L’area designata per l’impianto è situata tra la Val dal Bügliet (sciovia Mota Blanca) e la zona dei Gess, una zona precedentemente sfruttata per attività sciistiche e dotata di infrastrutture esistenti. L’area offre un’ottima irradiazione solare durante tutto l’anno e la topografia consente di installare i pannelli solari ad un’altezza di 3-6 metri dal suolo, permettendo ancora l’uso del pascolo, escursionismo e mountain biking.

Il messaggio in votazione chiede di concedere alla BerninaSolar AG un diritto di superficie per l’istallazione dell’impianto. La superficie considerata si estenderebbe per 83 ettari, ma viste le tempistiche ristrette si opterà per la versione da circa 58 ettari (con una potenza installata di circa 50 MwP all’anno). Il contratto prevede un canone d’affitto di CHF 1.00 per ogni metro quadro di superficie utilizzata fissando un canone minimo (indicizzato) di circa CHF 600’000 annui. Inoltre, sono regolate le clausole per lo smantellamento e il ripristino della zona a fine vita dell’impianto. Sono previsti 100 milioni di franchi di investimento, con un impatto positivo, per quanto possibile, anche per la regione. L’inizio dei lavori, qualora la popolazione votasse a favore, è previsto per il maggio 2025; l’inizio di produzione parziale (circa del 10%) avverrà nell’autunno dello stesso anno, mentre la messa in esercizio totale avverrà nel 2030.

Per quanto riguarda l’impatto visivo della struttura nel paesaggio sono state mostrati dei fotomontaggi. L’impianto, è stato spiegato, sarà visibile per circa 3 secondi dal trenino rosso.

Il primo intervento del pubblico è stato quello del presidente dell’Associazione Agricola Poschiavo (AAP), Thomas Compagnoni. Egli ha affermato che l’impianto si potrebbe sì sostenere sotto l’aspetto tecnico, ma non ha condiviso il fatto che la società che rappresenta, vista la tematica agricola, non sia stata chiamata in causa, “come invece era stato promesso in una recente seduta di Giunta”. A essere interpellato, infatti, è stato solo il proprietario e chi detiene i diritti di pascolo. A parziale giustificazione di quanto affermato, viste le tempistiche stringenti imposte dalla Confederazione, Fulvio Betti ha parlato di un iter “intenso ed estremo”, che non ha consentito di poter sentire tutti i diretti interessati. Inoltre, ha aggiunto, non si tratta di una sottrazione di terreno agricolo, ma di una condivisione degli spazi. Infine, ha aggiunto il podestà, la supervisione del Plantahof è una garanzia per un trattamento equo.

Un intervento interessante ha richiesto ed ottenuto la presentazione al pubblico del referente del progetto, Michael Dominique Jörg, perlopiù sconosciuto alle nostre latitudini: una necessità di stabilire una fiducia reciproca.

Successivamente, un cittadino che si è dichiarato “convinto del valore delle energie rinnovabili”, ha espresso perplessità sul “grosso impatto ambientale dell’opera, che forse si cerca di nascondere”; si è inoltre detto perplesso per quanto riguarda la presunta visibilità di tre secondi dal treno: secondo il cittadino sarebbero di più. In aggiunta, ha dichiarato che gli sarebbe piaciuto vedere una proposta che preveda l’utilizzo di una parte del canone di 600’000 CHF da destinare a protezione dell’ambiente. Su questo punto, Betti ha affermato che se ne parlerà una volta che, eventualmente, saranno emessi i permessi di costruzione.
Per quanto riguarda l’impatto ambientale, Betti ha confermato che si tratta di un aspetto innegabile, ma che le autorità hanno ritenuto “sopportabile”, anche rispetto ad altre zone che sarebbero state certamente più impattanti. Nella zona interessata – ha aggiunto Betti – non si registra la presenza di specie animali o vegetali particolarmente a rischio.

Su espressa domanda di uno degli intervenuti, è stato chiarito che i cavi dell’impianto saranno totalmente interrati.

Un altro cittadino, conti alla mano, ha chiesto perché il Comune non abbia preteso più soldi e per quale motivo non abbia deciso di partecipare all’investimento. I consiglieri comunali hanno spiegato che gli amministratori hanno scelto la variante più sicura che, viste le incognite che un impianto innovativo di questo tipo comporta, fosse esente da rischi imprenditoriali. Anche rispetto all’indennità chiesta, il podestà ha garantito, visto il confronto con altre realtà, che si tratta di un buon accordo.

L’ultimo intervento dei partecipanti ha proposto un’argomentazione differente dalle altre, che parla di mancanza di coerenza nella visione del futuro della regione: in Valposchiavo siamo abituati all’impatto visivo dei numerosi impianti esistenti – ha affermato – e ora Poschiavo è ancora chiamata in causa; “perché questa volta non facciamo fare ad un altro Comune?”.
Il podestà ha espresso il suo punto di vista, esprimendo però una valutazione positiva dei progetti passati, come per esempio la ferrovia del Bernina (ora patrimonio Unesco) o la ricchezza economica che ha portato Repower, con i suoi attuali 180 posti di lavoro.

Modifica della legge sulla promozione delle energie rinnovabili, sul risanamento energetico degli edifici e sull’energia di concessione del Comune di Poschiavo

Per quanto riguarda la “Modifica della legge sulla promozione delle energie rinnovabili, sul risanamento energetico degli edifici e sull’energia di concessione del Comune di Poschiavo” sono stati ribaditi, così come successo in Giunta, i principali obiettivi:

  1. Sconti sull’energia elettrica da IECP: La modifica introduce la possibilità di applicare sconti sulle tariffe dell’energia elettrica fornita dall’IECP (Impresa Elettrica Comunale di Poschiavo) all’interno dei confini del Comune. Questi sconti saranno finanziati attraverso la valorizzazione dell’energia di concessione. Questa misura mira a rendere l’energia più accessibile per i cittadini, contribuendo al contempo alla promozione delle fonti energetiche rinnovabili.
  2. Promozione di politiche energetiche responsabili: La modifica si propone di adattare le norme esistenti per favorire una politica energetica responsabile. Ciò include il sostegno attivo al risparmio energetico e all’incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili. Questo punto sottolinea l’impegno del Comune nei confronti dell’ambiente e del futuro sostenibile.
  3. Unificare i contributi in una sola legge / ordinanza.

Un unico punto di discussione è sorto in relazione all’effetto sull’introito dell’energia di concessione. Un cittadino ha infatti sollevato preoccupazioni sul fatto che l’introduzione di sconti potrebbe incentivare i grandi consumatori a utilizzare più energia: tale meccanismo potrebbe andare contro l’obiettivo di ridurre il consumo energetico complessivo.

Il podestà del Comune di Poschiavo ha risposto a queste preoccupazioni spiegando che l’intenzione è di indirizzare gli sconti verso coloro che sono finanziariamente meno abbienti. Questo permetterebbe di supportare le fasce di popolazione più vulnerabili mentre al contempo si promuoverebbe un cambiamento verso un sistema energetico più sostenibile.

Marco Travaglia
Caporedattore e membro della Direzione