A cinquant’anni dalla morte del presule, che fu missionario in Tanzania
I poschiavini più attempati ancora ricordano il suo volto, altri ne hanno sentito parlare e hanno osservato la lapide che accanto alla porta del lato sud della collegiata di San Vittore Mauro lo ricorda. Qualcuno dei più giovani probabilmente non sa chi sia stato l’arcivescovo Edgaro Aristide Maranta, del quale ricorrerà tra pochi giorni, mercoledì 29 gennaio, il cinquantesimo anniversario della morte.
In alcune case si troverà il volume Breve biografia di Mons. Arcivescovo Edgaro Aristide Maranta: 1897-1975, redatto nel 1982 da don Sergio Giuliani ed edito dalla Tipografia Menghini. Per tutti gli altri bastino poche note biografiche per ricordare che monsignor Maranta nacque a Poschiavo il 9 gennaio 1897.
Dopo aver scelto di consacrare la sua vita a Dio nell’Ordine dei frati minori cappuccini, si formò ad Appenzello e a Stans e fu ordinato sacerdote il 6 aprile 1924. Dopo appena sei anni, il 27 marzo 1930 fu eletto vescovo titolare di Vinda e nominato vicario apostolico di Dar-es-Salaam, ricevendo poi l’ordinazione il successivo 17 agosto. Fondò la congregazione indigena delle Suore di carità di San Francesco d’Assisi.
Con lo stabilimento della gerarchia ecclesiastica in Tanzania, il 17 marzo 1953 fu nominato primo arcivescovo metropolita di Dar-es-Salaam fino a quando rassegnò le dimissioni a papa Paolo VI il 19 dicembre 1968. Nel frattempo, dal 12 dicembre 1964 al 9 maggio 1966 fu anche amministratore apostolico di Zanzibar e Pemba.
Lasciata l’Africa, ritornò in patria e morì il 29 gennaio 1975 a Sursee, venendo poi sepolto a Wesemlin (Lucerna).
Ricorderemo l’arcivescovo Maranta nella S. Messa che sarà celebrata mercoledì 29 gennaio alle 17.30 nella collegiata di San Vittore Mauro. A presiederla sarà don Roniston Semeneses, che in queste settimane sta sostituendo il prevosto don Witold Kopeć. Casualità vuole che il sacerdote, nonostante sia originario del Brasile, sia stato inviato missionario in Africa e nel 2020, sia stato incardinato proprio nell’arcidiocesi di Dar-es-Salaam, dove la fama di monsignor Maranta, che fu primo arcivescovo, è ancora viva.
Alberto Gianoli, catechista
