Lagalb riaperto: tra snowfarming e tecnologia per contrastare la carenza di neve

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Lo scorso 16 gennaio, a diversi mesi dall’apertura delle altre piste del comprensorio Diavolezza e Corvatsch, anche nella poco innevata Lagalb, grazie all’innevamento artificiale si è potuti tornare a sciare. Il Bernina ha contattato Nicolà Michael, responsabile delle vendite e del marketing per Corvatsch AG, che gestisce anche gli impianti di Diavolezza e Lagalb per qualche informazione sulla stagione invernale.

Signor Michael, giovedì 16 gennaio ha riaperto il comprensorio sciisticio di Lagalb. Quando erano stati riaperti Diavolezza e Corvatsch? Data la mancanza di neve fresca, c’era il rischio che questa stagione invernale non aprisse affatto a Lagalb?
Grazie allo snowfarming (conservazione della neve nel corso della stagione estiva) e all’innevamento artificiale, la Diavolezza ha potuto aprire la pista di nevaio (pista n. 1) e la pista del ghiacciaio della Diavolezza (pista n. 2a) nella prestagione, dal 19 ottobre fino al 22 novembre – ogni mercoledì, sabato e domenica in ottime condizioni per il pubblico. In tutti gli altri giorni le piste erano riservate agli allenamenti. Poi dal 23 novembre la pista è rimasta chiusa per i lavori di manutenzione annuale e ha riaperto per la stagione principale insieme al Furtschellas il 21 dicembre 2024. Il Corvatsch ha ripreso l’attività, come previsto, sabato 23 novembre 2024.

Il discorso si fa diverso quando parliamo della pista del Lagalb, che è dotata sì di un impianto di innevamento artificiale, ma solo dalla stazione a valle fino a circa metà strada. Quindi, nella zona superiore della pista dipendiamo sostanzialmente dalla neve naturale. La sua mancanza ha reso necessario posticipare l’apertura programmata a Lagalb: invece del 21 dicembre abbiamo dovuto posticipare a giovedì 16 gennaio. Nel frattempo, il team delle piste Diavolezza & Lagalb ha fatto tutto il possibile per riaprire le piste il più rapidamente possibile. La neve artificiale è stata trasportata dal centro alla cima con due macchine “sparapista”. Inoltre, sono stati impiegati impianti di innevamento mobili e pompe, rendendo possibile l’innevamento tecnico anche in alcune zone dai pendii più alti. Tuttavia, questo lavoro è estremamente faticoso e richiede molto tempo sia per l’uomo che per la macchina, motivo per cui Lagalb è stata inaugurata solo dopo quasi un mese di lavori.

La spesa per questi imponenti lavori avrà un impatto sui costi di utilizzo delle piste? Il prezzo dei biglietti giornalieri aumenterà rispetto agli anni precedenti?
Dall’introduzione del modello tariffario dinamico Snow-Deal nell’inverno 2018/19, non ci sono più prezzi fissi per gli skipass giornalieri e plurigiornalieri per i comprensori sciistici Corvatsch/Furtschellas, Daivolezza/Lagalb, Corviglia e Zuoz.
I prezzi dei biglietti giornalieri e plurigiornalieri variano a seconda della richiesta dei clienti e del momento della prenotazione. Quanto prima avviene l’acquisto e quanto più bassa è la domanda, tanto più conveniente sarà il prezzo. I seguenti tre fattori determinano il prezzo del biglietto:

  • La data: viene stabilito un prezzo base giornaliero a seconda della stagione.
  • Domanda: se più persone prenotano nello stesso giorno, il prezzo aumenta.
  • Il momento dell’acquisto: come già accennato, prima si prenota, maggiore sarà lo sconto early bird.
Copyright Romano Salis

Quanto è importante per il futuro dello sci l’innevamento artificiale? La pista di collegamento tra Diavolezza e Lagalb, attualmente non innevata, rimarrà chiusa?
Anche quest’inverno si è dimostrato quanto siano importanti gli impianti di innevamento artificiale. Senza neve artificiale attualmente non ci sarebbero piste aperte in Engadina. Dovremmo esserne tutti consapevoli. Su Lagalb la priorità principale era l’apertura delle piste principali, ma ora stiamo lavorando per rendere operativa al più presto anche la pista di collegamento. Nel frattempo continuiamo a sperare in abbondanti nevicate.

Quanto inciderà il cambiamento climatico per le stagioni future?
A mio parere la situazione attuale non ha nulla a che fare con il cambiamento climatico, che è comunque un fatto indiscusso, ma è da imputarsi esclusivamente al meteo. Non è raro che grandi quantità di neve naturale cadano solo a fine gennaio o febbraio. Anche in passato ci sono state stagioni invernali in cui la stagione iniziava solo a gennaio o addirittura a febbraio.

Ivan Falcinella
Membro della redazione