Sul finire del 2018, il Comitato “Sicurezza nei Grigioni del Sud”, composto dai Granconsiglieri Alessandro Della Vedova (PDC), Mario Salis (UDC), Maurizio Michael (PLD), Rico Lamprecht (PBD) e Christian Fanzun, Sindaco del Comune di Scuol, ha accolto con molta soddisfazione della decisione dell’Assemblea federale di potenziare il Corpo delle guardie di confine. In questo contesto, però, le statistiche della segreteria di Stato della migrazione SEM registrano un calo delle richieste annue di asilo in Svizzera, così come è in calo, negli ultimi due anni, il numero dei migranti che sbarcano sulle coste italiane. Maurizio Michael ha risposto alle nostre domande.
Il Comitato “Sicurezza nei Grigioni del Sud” ha ottenuto il potenziamento di 44 unità delle Guardie di Confine. Una battaglia vinta o c’è ancora da lavorare?
Sarebbe sbagliato dare i meriti soltanto al comitato “Sicurezza nei Grigioni del Sud”, in quanto sono stati diversi gli attori che hanno contribuito ad ottenere questo risultato; tra di essi è corretto citare la nostra collega granconsigliera Brigitta Hitz e il Consigliere di Stato Christian Rathgeb, nonché vari rappresentanti politici di altri Cantoni.
Il potenziamento di 44 unità del corpo delle guardie di confine non è e non può essere la soluzione ultima e risolutiva, ma è comunque un passo nella giusta direzione.
In un recente comunicato avete affermato che “I problemi di sicurezza causati dall’aumento dell’immigrazione e del turismo criminale nella nostra regione di confine possono quindi essere affrontati in modo più efficace”. Quali dati in vostro possesso vi fanno pensare ad un aumento dell’immigrazione (i dati della segreteria di Stato della migrazione SEM affermano il contrario, almeno negli ultimi 2 anni) e ad un pericolo imminente derivante dal turismo criminale?
Il fenomeno del turismo criminale e i flussi migratori incontrollati lungo il confine italo/svizzero sono difficilmente prevedibili e calcolabili. Mentre il primo, quando si verifica, crea paura e preoccupazione nella popolazione, il secondo, spesso, non viene percepito dai cittadini. Questo però non significa che non ci sia. Malgrado le autorità preposte abbiano in passato adottato una comunicazione eccessivamente discreta e prudente, il comitato “Sicurezza nei Grigioni del Sud” ha ottenuto varie informazioni relative ai casi gestiti e risolti nelle zone di frontiera.
Mi scusi, in che senso “Il fenomeno del turismo criminale e i flussi migratori incontrollati lungo il confine italo/svizzero sono difficilmente prevedibili e calcolabili”? Le statistiche della segreteria non sono quindi complete?
Le statistiche raccolgono e propongono generalmente dati relativi al passato. Fare delle previsioni è perciò difficile se non impossibile. Se i flussi migratori sono maggiormente prevedibili a causa degli esodi causati da situazioni politiche, sociali ed economiche difficili, il fenomeno del turismo criminale non è controllabile.
Lei afferma che il comitato “Sicurezza nei Grigioni del Sud ha ottenuto varie informazioni relative ai casi gestiti e risolti nelle zone di frontiera”. Può farci alcuni esempi? Quali casi ci sono stati in Valposchiavo?
Il nostro comitato non si occupa solo di Valposchiavo. Il turismo criminale è stato attivo negli anni su tutto il confine delle valli del sud dei Grigioni (si vedano i recenti casi di Samnaun e Val Monastero). Per i casi specifici non siamo abilitati a dare informazioni, in quanto spesso le stesse ci vengono date in via riservata e confidenziale. Una delle cose che il nostro comitato ha criticato e sottoposto al Consigliere Federale Maurer è proprio la mancanza di comunicazione. Per maggiori informazioni ci si può rivolgere ai vertici delle guardie di confine.
La sicurezza percepita dai cittadini è una tematica complessa. Non pensa che misure e dichiarazioni di questo tipo sminuiscano la complessità di un fenomeno umano come l’immigrazione, catalogandolo unicamente come un problema e non anche come una risorsa?
Concordiamo con la considerazione relativa alla complessità del tema. Esso non può perciò essere banalizzato e mettendo tutto in un unico calderone. Il comitato “Sicurezza nei Grigioni del Sud” non chiede misure di controllo contro la migrazione in sé, bensì contro una immigrazione e un accesso incontrollato e quindi illegale da parte di soggetti di dubbia provenienza sul nostro territorio, mettendo a rischio la sicurezza della nostra popolazione. Una maggiore presenza e professionalizzazione delle forze dell’ordine, come pure un maggiore coordinamento fra i vari corpi di sicurezza da ambo le parti del confine, hanno dimostrato una certa efficacia e potranno, con l’aumento dell’effettivo nonché con delle ricollocazioni interne, incidere ulteriormente.
A cura di Marco Travaglia