Festa danzante 2019 al ritmo dei tamburi africani

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    Durante lo scorso fine-settimana a Poschiavo la Festa danzante è riuscita a riconfermarsi come un evento atteso e sentito dalla popolazione della valle e zone limitrofe, e a rimettere almeno per un giorno al centro delle nostre attività il potere e la magia della danza. Come per gli anni passati, l’anima promotrice della pittoresca rassegna coreografica è Paola Gianoli, sostenuta da reso (Rete Danza Svizzera), Pgi ed altri numerosi attori istituzionali e privati. La novità rispetto alle precedenti edizioni sono state le musiche e le danze africane, e un relativo seminario di danza nella giornata di domenica.  

    Il programma è iniziato nel pomeriggio di sabato con Mari, monti… e savana!, uno spettacolo di danza presentato davanti a un folto pubblico in Casa Torre, con la partecipazione delle giovani allieve della Scuola musicale poschiavina (direzione Federica Esposito) e di una formazione composta da utenti e operatori de l’Incontro (direzione Paola Gianoli). In seguito il dj, vocalist e ballerino italo-ghanese Siscofly, ha eseguito una sua performance invitando tutti i presenti a ballare e a divertirsi assieme a lui dentro le austere mura dell’antico palazzo comunale.

    La Festa danzante è proseguita per tutto il pomeriggio con diversi corsi di danza presso il salone di Casa Torre e l’Aula riformata, mentre nella Galleria Pgi veniva proiettato il film documentario “Dancing with Maria” di Ivan Gergolet del 2014, che narra della vita, della scuola di danza e della filosofia della 93enne argentina Maria Fux, che in un rapporto di rispetto e integrazione insegna ai suoi allievi a seguire il proprio ritmo interno.

    In serata, sempre nel salone di Casa Torre, è stato messo in scena lo spettacolo ispirato all’Africa dal titolo Benkadi e Il ragazzo e il leone, frutto di una collaborazione fra il gruppo di danzatrici Sisters of another Mother, dirette da Cristiana Zenari (CH), i musicisti Aguibou Diabaté (Guinea) e Karamoko “Baba” Diarra (Burkina Faso), e il Laboratorio teatrale Pgi per adolescenti con la regia della compagnia inauDita (Chiara Balsarini e Begoña Fariña Féijóo).

    La prima danza di questo spettacolo ha avuto come soggetti l’armonia al femminile e il mistero in grado di generare vita accompagnati dal suono di strumenti a corde africani, mentre le altre coreografie, sempre ispirate alla femminilità e alla fertilità, sono state ritmate dalla forza virile e dominante dei tamburi suonati dai due eccellenti percussionisti africani. Un ballo eseguito con stivali di gomma è stato allestito in memoria dei soprusi e delle fatiche subite dalle donne di colore costrette ai lavori forzati nel Sud Africa, che avevano elaborato un linguaggio per comunicare fra di loro con movimenti e battiti degli stivali in grado di eludere i guardiani.

    Fra una danza e l’altra si sono intercalate le scene dello spettacolo teatrale del Laboratorio Pgi Il ragazzo e il leone, il racconto del giovane Yakouba, che per divenire adulto affronta il leone Kibwe decidendo però di risparmiargli la vita. Molti anni dopo, durante una prolungata carestia, sarà il leone a decidere di non uccidere Yakouba e la sua gente, suggellando così l’amicizia fra i due gruppi di abitatori della savana.    

    La Festa danzante poschiavina di quest’anno ha riconfermato l’enorme potenziale che danza, musica e teatro, intrecciandosi, proiettano su un’intera collettività di persone, indipendentemente dal loro colore della pelle e dalle diverse tradizioni culturali. Nel corso di una giornata, e in maniera partecipativa, Poschiavo si è trasformato in un palcoscenico rappresentante la storia dell’umanità intera partendo dai suoi albori, che come è stato ampiamente documentato risalgono ad alcune centinaia di migliaia di anni fa nel continente africano.

    Grazie anche a danze oggi molto di moda e provenienti da culture molto lontane dalla nostra, un numero sempre più numeroso di persone ha riscoperto il fascino dei ritmi e delle pulsioni che stanno alla base della nostra esistenza, confermando come l’intera umanità sia unita da un’unica matrice. In questo senso l’evento è stato anche una grande lezione di tolleranza e un invito a guardare con ottimismo al futuro multietnico che ci si para davanti.

    “Nonostante alcune difficoltà di tipo organizzativo che nella scorsa edizione non si erano verificate – dichiara Paola Gianoli – la festa sta riscuotendo sempre un maggiore successo e ha raggiunto quest’anno il numero ragguardevole di 200 partecipanti; il programma per l’edizione 2020 è praticamente già pronto. Desidero inoltre esprimere un ringraziamento a tutti i volontari e le volontarie che si sono prodigati per la buona riuscita dell’evento”.


    Achille Pola