Grandi passi: Ecco perché le prossime elezioni saranno cruciali

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Venerdì 27 settembre sono scese nelle strade di tutto il mondo milioni di persone per chiedere una maggiore protezione del clima ed un impegno più concreto da parte dei politici per risolvere la crisi climatica. Anche la Svizzera vi ha partecipato, con vari scioperi nelle principali città del paese e una grande dimostrazione a Berna, sabato 28 settembre. L’evento di domenica, a cui secondo le stime hanno partecipato ben 100’000 persone, si è tenuto con l’obbiettivo di sensibilizzare la popolazione sull’emergenza climatica in ottica delle elezioni del prossimo ottobre. Il tema del clima diventa quindi sempre più importante per la popolazione e questo si rispecchia in politica; ma concretamente che cosa chiedono i manifestanti e quanto è grave la situazione?

Che cosa è il surriscaldamento globale?

Il surriscaldamento globale consiste nell’innalzamento della temperatura media della terra rispetto alla media preindustriale. Il motivo del surriscaldamento globale è riconducibile alle attività umane ed è causato da vari gas fra cui l’anidride carbonica (Co2) e il metano, prodotti principalmente dall’agricoltura e dall’uso di combustibili fossili. Anche se una parte dell’opinione pubblica mette in dubbio l’esistenza dei cambiamenti climatici, questi sono stati provati in modo inequivocabile dalla comunità scientifica internazionale. Infatti, su 12’000 studi riguardanti l’argomento, il 97% è giunto alla conclusione che il cambiamento climatico è riconducibile all’attività umana, mentre nel rimanente 3% sono stati trovati errori*. Il surriscaldamento globale è quindi un fatto certo, come il fatto che la terra è rotonda e gira attorno al sole.

Misurazione della temperatura media annuale in svizzera (fonte: meteoswiss)

Quali sono le ripercussioni del surriscaldamento globale?

Il nostro clima è un sistema molto complesso e sensibile, e cambiamenti di temperatura di pochi gradi possono avere conseguenze devastanti. Vivendo in una regione alpina possiamo vedere con i nostri occhi come i ghiacciai si sciolgono di anno in anno, ma il surriscaldamento globale causa molto più di questo. Innalzamento dei mari, scioglimento del permafrost, frane, innondazioni e lunghi periodi di siccità e caldo non sono che alcune delle conseguenze che ci attendono se non si prendono provvedimenti. Tutto ciò avrà ripercussioni anche sull’attività umana, creando insicurezza alimentare, mettendo a rischio la vita di milioni di persone e creando nuovi flussi migratori causati dall’innalzamento dei mari. I cambiamenti climatici avranno grandi ripercussioni anche sulla Svizzera e la Valposchiavo; la confederazione ha stilato un rapporto sui possibili scenari, dov’è possibile capire come il nostro clima può cambiare: https://www.nccs.admin.ch/nccs/it/home/cambiamenti-climatici-e-impatti/scenari-climatici-per-la-svizzera.html.

Qual è il ruolo della Svizzera in tutto questo?

La Svizzera produce lo 0,1% delle emissioni di CO2 a livello mondiale, posizionandosi al 69° posto nella classifica mondiale*2. Considerando questo fatto, verrebbe da dire che il nostro Paese non puo’ fare molto per risolvere il problema, tuttavia è necessario contestualizzare il tutto. Nel 2016, ogni svizzero ha prodotto in media 4,53 tonnellate di C02; per contro, ogni indiano ne ha prodotto 1,547 tonnellate*3. È quindi vero che la Svizzera produce solamente una frazione delle emissioni mondiali, ma per quanto riguarda le emissioni pro-capite siamo al di sopra della media mondiale. La Svizzera, inoltre, può giocare un ruolo importante nella lotta contro la crisi climatica grazie alla sua piazza finanziaria internazionale. Circa il 35% di tutto il petrolio a livello mondiale viene negoziato da aziende con sede in Svizzera*4, grandi banche come UBS e Credit Suisse hanno investito 12,3 miliardi di dollari nel carbone e nel petrolio*5 e multinazionali Nestlé e Cargrill hanno sede nel nostro Paese. Le attività economiche svolte in Svizzera hanno quindi un grande peso su tutto il pianeta, e la nostra posizione privilegiata ci permette di avere un maggiore influsso rispetto ad altri Stati, sia nel bene che nel male.

Cosa si può fare?

Nella rubrica “Piccoli passi” ho già parlato di cosa ognuno di noi può fare per rendere il proprio stile di vita più sostenibile, tuttavia questo non basta. I piccoli passi sono un modo importante per cominciare a cambiare il proprio stile di vita, ma per percorrere una maratona sono necessari grandi passi sicuri e decisi. Per fare questo è necessaria la collaborazione di tutti e l’impegno in ogni settore della società. Questo è possibile solo se la politica comincia ad impegnarsi in modo più serio. Fortunatamente viviamo in una democrazia e possiamo quindi scegliere il percorso del nostro paese durante i prossimi quattro anni. Come capire chi votare? Il sito www.ecorating.ch valuta i partiti ed i singoli politici sulla base delle decisone prese durante l’ultima legislatura per capire chi è a favore dell’ambiente (ad esempio la votazione sulla legge del CO2 etc.); è inoltre possibile vedere come i singoli politici si sono espressi su ogni tema. In questo modo è possibile farsi un’idea chiara su chi votare.

Il grafico mostra quanto i politici hanno votato a favore dell’ambiente durante l’ultima legislatura (fonte: https://ecorating.ch/it/groups/49-legislatur-2011-2015-nationalrat)

Perché è così importante?

Il dibattito climatico si è infiammato durante l’ultimo anno, come mai? Nel 2018 è stato pubblicato il rapporto del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPPC). Il rapporto viene stilato dai massimi esperti e sulla base della scienza più recente disponibile sull’argomento. Secondo il rapporto, per poter garantire l’esistenza sicura dell’attività umana sul nostro pianeta è necessario agire immediatamente e dimezzare le emissioni di CO2 durante il prossimo decennio*6. In poche parole, non c’è tempo da perdere e le prossime elezioni saranno cruciali per poter mettere il nostro Paese sulla giusta via. Viviamo in un momento storico unico e le nostre azioni avranno ripercussioni sulle prossime generazioni e anche sulla nostra. Possiamo cambiare tutto questo, ma ancora per poco. La scienza ci sta mandando un segnale forte e chiaro, se decidiamo di ascoltarlo è una nostra decisione.


* Cook, J.: Quantifying the consensus on anthropogenic global warming in the scientific literature, Environmental Research Letters, 8:024024.  (S. 6)

*2 https://cdiac.ess-dive.lbl.gov/trends/emis/top2014.tot

*3 Julia Merlot: Uno-Konferenz in Katowice: Wer ist Klimasünder Nummer eins? In: Spiegel Online. 13. Dezember 2018 (spiegel.de [abgerufen am 27. Januar 2019]).

*4 Bundesamt für Umwelt (BAFU), Umwelt Schweiz 2018, Bericht des Bundesrates, Seite 33

*5 https://storage.googleapis.com/planet4-switzerland-stateless/2019/06/17fdb9eb-banking_on_climate_change_2019_vfinal.pdf

*6 http://www.sisclima.it/wp-content/uploads/2019/07/SR15_SPM_ita.pdf


Daniele Isepponi

2 COMMENTI

  1. Bravo Daniele, è importante tematizzare la problematica e apprezzo moltissimo il tuo impegno a favore di un ambiente che sia più sostenibile. Il tema principale legato all’emergenza sul clima è l’energia. La tecnologia in sé avrebbe anche i mezzi per aiutare l’umanità intera a consumarne meno e di conseguenza a inquinare meno. Ma solo se ci allontanassimo da un pensiero che, confondendo il progresso quantitativo con quello qualitativo, abortisce sul nascere ogni possibile cambiamento di paradigma sociale.

  2. Complimenti per l’articolo; io direi che per salvare il nostro Pianeta sia forse già troppo tardi, vari dati lo confermano. Dobbiamo assolutamente darci una mossa in vari campi / settori. Impiegare energie alternative ovunque sia possibile (le tecnologie sono disponibili!), azzerare le importazioni di prodotti petroliferi, sono le cose che si possono fare entro breve. Molti miliardi verrebbero investiti, spesi nel nostro Paese, a beneficio di molti; sopratutto a vantaggio della salute di tutt!.