Come da parecchi anni a questa parte, il gruppo AI Valposchiavo sarà presente a queste due manifestazioni con vendita di candele e raccolta di firme a favore di alcuni giovani che attendono giustizia.
In attesa di incontrarvi alla nostra postazione, ecco un breve accenno al significato del logo di Amnesty International, una candela avvolta nel filo spinato, quello che vedete qui sopra. Il filo spinato richiama la recinzione di un campo di prigionia e le violazioni dei diritti umani perpetrate nei confronti dei prigionieri di coscienza. La candela accesa rappresenta la speranza nella giustizia per tutte quelle persone che sono vittime di ogni tipo di discriminazioni. “Meglio accendere una candela che maledire l’oscurità”, è il motto che rappresenta la volontà, da parte di Amnesty International, di tenere sotto la luce dei riflettori ogni singola violazione dei diritti umani.
Con la “Maratona di lettere”, iniziativa che si svolge come in passato su scala internazionale, si richiama l’attenzione del pubblico sui casi di cinque giovani i cui diritti sono stati violati. Le lettere che vi chiediamo di firmare riguardano:
• Messico: José Adriàn – La polizia messicana ha gravemente maltrattato lo studente José Adriàn, 14 anni, e questo nonostante lui non abbia commesso infrazioni. L’aggressione che ha subito è probabilmente dovuta al fatto che è un indigeno appartenente a una famiglia maya. I poliziotti che lo hanno malmenato non sono stati puniti.
• Grecia – Sarah Mardini e Seàn Binder. La giovane siriana, di 24 anni, e il 25enne di origine irlandese e tedesca hanno contribuito al salvataggio di rifugiati arrivati via mare sull’isola di Lesbo. I due ragazzi rischiano una pena fino a 25 anni di carcere.
• Cina – Yiliasijiang Reheman, – La Cina opprime gli appartenenti alla minoranza uigura – un gruppo etnico a maggioranza musulmana – e li perseguita anche all’estero. Questo giovane di 24 anni è stato arrestato in Egitto in seguito alle pressioni cinesi ed è sparito.
• Iran – Yasaman Aryani, una giovane di 23 anni ha osato protestare contro l’obbligo di portare il velo. Visto che lo Stato non tollera critiche alle leggi che reprimono le donne, è stata condannata a 16 anni di carcere.
• Egitto – Ibrahim Ezz el Din, un giovane 26 anni, lavora per un’organizzazione che raccoglie informazioni sulle violazioni dei diritti umani in Egitto. Lo scorso mese di giugno quattro membri delle forze di sicurezza in civile lo hanno arrestato. Da allora del giovane non c’è più alcuna traccia.
Ogni vostra firma è preziosa, è un gesto che contribuirà a migliorare la situazione di questi giovani. Vi aspettiamo fiduciosi a “Paneneve” domenica 8 dicembre e al “Marcù da Natal” la domenica successiva, il 15 dicembre.
Per il Gruppo Amnesty Valposchiavo
Roberto Tognina