Questione di principio!

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Questione di principio!

L’OPINIONE

Con tutte le informazioni apparse sui quotidiani, in riviste e argomentate sia alla radio che alla televisione nelle ultime settimane, probabilmente ogni votante sa districarsi in termini come cellule staminali embrionali, oppure quelle adulte, fecondazione in vitro, blastocisti, ecc. Ci hanno edotto su quale sia il significato scentifico di questi termini, con l’augurio che di fronte ad un possibile sviluppo della ricerca nell’ambito delle cellule staminali embrionali, non si precluda l’accettazione di questa nuova legge. Infatti quasi tutti i partiti e gruppi molti influenti raccomandano l’accettazione di questa nuova legge.

Ci sono state comunque delle voci che si sono levate per opporvisi. Vorrei soffermarmi su alcuni elementi per sottolineare il mio dissenso riguardo a quanto proposto dal parlamento.

    1. Dopo l’accettazione della legge sulla fecondazione in vitro, malgrado il suo divieto nel testo di legge, si sono prodotti un sovrannumero di cellule embrionali.
    1. Constatato questo, la ricerca si è chiesta se non si possa sfruttare questo eccesso per avviare una ricerca sulle cellule staminali embrionali. Anche se ancora agli inizi, questo ambito della ricerca già solleva aspettative di poter affrontare chissà quali malattie, in barba ad una ricerca su cellule animali simili che non hanno ancora portato a grandi risultati.
    1. Sembra che si tenda a spingere sempre piú in là i limiti che si devono dare alla ricerca nell’ambito della persona umana. Questa tendenza non pare purtroppo preoccupare l’opinione pubblica, guidata da rischiose strumentalizzazioni di case farmaceutiche disposte a tutto per potersi accapparrare ambiti campi di ricerca.

È mancato in modo consistente il discorso etico che dovrebbe stare a monte di qualsiasi decisione riguardante soprattutto l’individuo umano; è stato soverchiato purtroppo da un appiattimento discorsivo, prono alla anteposizione della ricerca, chimera di irrefrenabile progresso. Poche le voci che hanno considerato l’aberrazione di mantenere in frigo migliaia di cellule riproduttive umane.

Magari si è ancora in tempo per frenare questa spinta verso la parcellizzazione del corpo umano, per evitare di considerarlo come una macchina suddivisa in diverse parti, intercambiabili con parti prodotte ad hoc.

Rimane una questione di pricipio su cui forse vale la pena riflettere prima di votare.

Redatto da Luigi Menghini – luigi.menghini@bluewin.ch