In politica gli atti di fede non servono granchè

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In politica gli atti di fede non servono granchè

Il signor (o, chissà, la signora) Pidici, nel suo articolo sulla diffamazione nei dibattiti politici (vedi il Grigione del 7 settembre), proclama: «Tino Zanetti, podestà … ha assunto un mandato al 50% che ha saputo onorare con impegno, perizia e disponibilità in tempo. Questi i fatti…» Bell’atto di fede del signor (o, chissà, la signora) Pidici, membro di quella congregazione della quale Tino Zanetti sarebbe il sommo rappresentante. Ma qui non siamo in religione. Qui siamo in politica. Qui gli atti di fede non bastano. Tanto meno quando si tratta di un cittadino che mira alla più alta carica nel Comune. Qui solo contano i fatti, duri e puri. E, dei fatti, invano cercarne traccia in ciò che proclama come dogma il fedele signor (o, chissà, la signora) Pidici. All’eccezione di quel 50%. Nessuno contesta che Tino Zanetti, nei due primi giorni della settimana durante i quali suole soggiornare a Poschiavo, fa in media ben dieci ore al giorno. Il signor (o, chissà, la signora) Pidici però, con la sua affermazione non fa che sgranare il suo rosario senza produrre la minima prova. Neanche l’ombra di un indizio utile per valutare una candidatura. Con piacere offro perciò al candidato un paio di cenni per aiutarlo a produrre alcuni fatti a sostegno!

L’impegno per il mandato tocca ad altre occupazioni (lucrative o no) di Tino Zanetti che sono in latente conflitto di interessi con il suo compito preponderante. Come noto, recentemente si è fatto largo per arrampicarsi sul seggio presidenziale di una importante banca della Valle. Il buon senso accenna un’incompatibilità fra le due cariche supreme. L’interessato, a quanto pare, non ci vede nessun problema morale. Eppure, prima o poi ineludibilmente, il Podestà dovrà scegliere fra i due padroni: la banca aspetta concessioni dal Comune, il Comune deve guardarsi dal soccombere al favoritismo. Noi cittadini però dobbiamo essere certi che lui porrà il nostro interesse sempre al di sopra di vantaggi personali ed altri favoreggiamenti! Ma scendiamo dai vertici bancari ai sotterranei delle fognature. A Prada ne devono essere spostate per permettere a due promotori di sfruttare un terreno a loro discrezione. Sono già riusciti a far mutare il terreno, proprietà di un Beneficio affidato alla Chiesa, dalla destinazione sociale alla nuova intenzione speculativa. Il tutto attuato – grazie all’appoggio dell’ufficio fondiario e all’intercessione dei patroni Nicola e Ilario – con il placet della Curia, persuasa di fare il bene comune. Chi pagherà i lavori di spostamento delle fognature reso inevitabile da questi cambiamenti? Ecco un caso dove il Podestà può impegnarsi pure lui per il bene comune, per tutta la gente del Comune. Saprà difendere gli interessi dei contribuenti contro certe avidità? Saprà resistere a questa probabile dura prova?

La perizia, al dire del signor (o, chissà, la signora) Pidici, è un’altra eminente qualità di Tino Zanetti. Ma non ci dice in che campo il perito sarebbe imbattibile. In contabilità ed in gestione finanziaria, senza dubbio. Che ne è però della sua perizia in informazione, attività nella quale è rimasto notoriamente insufficiente all’insegna dell’articolo 11.3 della legge sui comuni? E la sua perizia nel comunicare con la popolazione? Può darsi che il suo deficit in questo campo sia dovuto alla lontananza di Poschiavo da Igis, rendendo impraticabile la «partita di ping-pong verbale» che è la comunicazione. Come può allora mantenere, di fatto, il suo centro dei contatti umani a 150 chilometri dai suoi amministrati, handicap insormontabile se vuole comunicare in maniera proficua per «onorare il suo mandato»! Infine, Tino Zanetti l’insuperabile perito nel negoziare con importanti partner allo sviluppo del Comune? Come mai allora non c’è ancora riuscito a ragguagliarci sui quesiti elencati nell’articolo pubblicato il 24 agosto riguardo al progetto Albergo LePrese+? Senza fatti a sostegno, non è niente affatto facile riconoscere la sua perizia!

Altrettanto difficile è percepire la sua disponibilità in tempo che il signor (o, chissà, la signora) Pidici crede poter affermare alla cieca. Rivela, invece, un’imbarazzante incongruenza con il fatto che il Podestà non ha ancora stabilito il suo domicilio fiscale nel nostro Comune. Forse avrebbe voluto, ma non poteva. Infatti, per legge, come domicilio fiscale è di regola ritenuto il luogo dove il contribuente mantiene il centro dei suoi contatti umani, in prassi dove vive più della metà dell’anno. Ciò, per lui, non corrisponde di certo a Poschiavo dove, tutto sommato, soggiorna appena un terzo dell’anno. Vacillante l’affermazione della sua «disponibilità in tempo» con la quale «onora il suo mandato»! Forse però Tino Zanetti poteva, ma non ha voluto trasferire il domicilio fiscale qui da noi. Infatti Igis, con il tasso fiscale a 110%, era più favorevole che Poschiavo con 115%. In questo caso il Podestà si sarebbe risparmiate qualche migliaia di franchi d’imposte a scapito del nostro Comune, una perlomeno strana maniera di «onorare il suo mandato»! Tutto ciò potrebbe sorprendentemente cambiare già domani poichè, da quest’anno in poi, Poschiavo ridurrà il tasso a 100%…

Redatto da Dino Beti di Panìsc – dino.beti@bluewin.ch