Sapori nostri raccolti in uno scenario da fiaba

Sapori nostri raccolti in uno scenario da fiaba

Ho ancora negli occhi e specialmente in bocca le emozioni della camminata enogastronomica Paneneve vissuta domenica scorsa. Soltanto alla terza edizione mi ci sono avventurato. Prima sono rimasto a guardare ciò che passava il convento, si legga le contrade di sopra di Brusio. Per anni mi sono così privato di un appuntamento che ti sa regalare ancestrali sensazioni.

A questo racconto personale della camminata, seguiranno altri articoli: gallerie fotografiche, interviste e commenti.

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Antipasto del contadino (La stala dal Murin)

La mia giornata parte con il cuore in pena. A casa il bimbo è febbricitante e così una domenica in famiglia si trasforma in un impegno di lavoro. Beh, basta la prima tappa presso la stala dal Murin a rincuorarmi. Si respira davvero aria contadina: fragranza di fieno, nuvole di vapore dalle narici di mucche contente, curiosi agnellini e maiali lanuti… È una scena bucolica. Poi passo oltre ed incontro un’arte che credevo scomparsa: la lavorazione della lana. Osservo con ammirazione le mani nodose della signora seduta all’arcolaio che ruota all’impazzata; le dita si muovono con meccanica disinvoltura e riproducono un gesto atavico capace di far nascere non solo un filo di lana, ma di riavvolgere il filo della memoria della nostra cultura contadina.

Supero l’arco di campanacci: mi pare di ritrovare il suono delle mucche al pascolo. L’antipasto offertomi è delizioso. Apprezzo specialmente il formaggio: è rimasto immune dall’invasione dei barbari che vogliono tutto uniformato, perfettamente uguale nel gusto, aspetto e colore. Nel formaggio della Val Pescia posso cogliere ancora il sapore dell’alpe.