Toc toc, cerco il mio bisnonno

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“A ciascuno il proprio pellegrinaggio”,
mi vien da pensare seduta per terra fra i pellegrini davanti alla cattedrale dedicata a Santiago de Compustela.

Oggi, mercoledì 20 luglio 2011, ore 17:21, ho ritrovato una piccola parte delle mie radici: l’Hotel Suizo, dove 150 anni fa circa iniziò a lavorare il mio bisnonno Alberto Zala di Campascio.

La sua carriera di emigrante iniziò come lavapiatti e terminò, con il rientro in Svizzera dopo un soggiorno di quasi una vita, come comproprietario! Era uno dei tanti valposchiavini emigrati in Spagna e in Portogallo in cerca di una vita migliore.

Un pellegrinaggio in città

La ricerca del caffè è iniziata in modo empirico. Abbiamo pranzato in una pasticceria abbuffandoci di pasticcini, mangiandone pure uno chiamato ancora adesso El suizo, a base di albume montato a neve con dello zucchero e ricoperto con strati finissimi di pastasfoglia e zucchero caramellato, troppo grande, troppo dolce, troppo!

Dopo aver chiesto invano informazioni circa i caffè suizo esistenti a Santiago abbiamo deciso di cambiare strategia di ricerca. Digerito il pranzo dolce avremmo visitato il museo dei pellegrini chiedendo informazioni in merito ai vecchi edifici storici. Così terminata la nostra interessante visita al museo abbiamo avuto le indicazioni desiderate. Arrivati in Plaza de Manzarelos, abbiamo trovato un ristorante presso una delle tante facoltà dell’università e il gerente ci ha fornito l’informazione preziosa: “L’Hotel suizo ormai è chiuso ma è di fronte a voi, nella Rùa do Cardenal Payà!”

Il Caffè Hotel Suizo che un tempo fu di Alberto Zala di Campascio

Un palazzo signorile di quattro piani racconta ancor oggi una delle tante storie dei nostri emigranti. La targa in sasso a sinistra del portone di entrata ci dà una conferma, recitando che nell’Hotel Suizo soggiornò pure lo scrittore Ernest Hemingway. L’emozione è stata grande!

Nell’Hotel Suizo soggiornò pure lo scrittore Ernest Hemingway

Al primo piano dell’Hotel ora c’è la sede del “Ministerio de ciencia e innovazion de L’Instituto Geologico y Minero de Espana”. Il pianterreno, dove probabilmente più di un secolo fa c’erano il caffè e il ristorante, è chiuso e abbandonato, forse da vendere, forse da affittare, forse da ricomperare, ma quella è un’altra storia. Svoltando l’angolo in via degli Huerfanàs 18 e 24 ci sono due negozi che un tempo erano Caffè o Pensioni suize… abbiamo completato il nostro puzzle.

Il portone dell'ex Café Suizo a Santiago de Compostela: "Toctoc, cerco mio il mio bisnonno Alberto!"

I nostri ricordi

Intanto sono grata e ringrazio di cuore una famiglia di portoghesi che sono ‘ormai’ diventati valposchiavini, per averci ospitati in casa loro, motivandoci a visitare la Spagna e il Portogallo, terre ricche di cultura, storia e buon vino!

Bello quando uno stralcio di passato riesce ad emozionare come un piatto ben servito e prelibato! I nostri ricordi sono vivi grazie alla nostra memoria e si sa che la nostra memoria è unica, perché registra ciò che meglio crede, ciò che interessa e ciò che muove i nostri sentimenti, perciò rimangono solo le tracce di ciò che forse è stato o forse desideriamo che sia…

Su una  spiaggia bianchissima e fredda del Cabo di Finisterre, meta finale del mio pellegrinaggio, fra migliaia di conchiglie ne scelgo tre, di colori diversi… Sono conchiglie, vuote, case un tempo abitate, piene di storie trasformate, pronte ora ad accoglierne altre, ricche di pensieri nuovi per ricreare il domani… e le onde del mare continuano ad accarezzare la spiaggia…