Marco Miglioli ha colto l’essenza
Una piccola, preziosa sorpresa, all’interno della riuscita manifestazione EXPO 2012, è stata senza dubbio la breve ma intensa conferenza dell’architetto Marco Miglioli dal titolo “Legno e luce, funzionalità e atmosfera”.
Parla nella saletta conferenze del Vecchio Monastero di Poschiavo, divenuto centro per la spiritualità, l’ecumenismo e la cultura; l’argomento è legno e luce, funzionalità e spiritualità di due elementi che da sempre animano, arredano, riempiono, riscaldano.
E ne parla con rispetto Miglioli, attento a che le parole non coprano le immagini che ognuno rincorre e cerca tra i suoi ricordi.
Allievo di Peter Zumtor e Gion Caminada – architetti svizzeri affermati, per i quali l’architettura è un’arte da percepire con i sensi – Miglioli da loro ha appreso l’amore per i dettagli, la perfezione dei materiali naturali, la loro generosità, il loro calore. Parla del connubio legno e luce con deferenza e entusiasmo: il legno è facile da illuminare, perdona gli errori, è caldo, prevedibile. La luce, naturale o artificiale, calda o fredda, ne esalta la vitalità, il calore, le naturali imperfezioni che lo rendono unico.
Non a caso Miglioli ha scelto EXPO 2012 – e il tema legno e luce – per parlare di un’opera secondo il suo giudizio geniale e meritevole di attenzione. La breve introduzione tecnica ci conduce infatti a Porto Rotondo in Sardegna, dove la Chiesa di S. Lorenzo rappresenta un compendio di legno, luce, spazio, spiritualità. È un piccolo tempio, con un’unica navata; l’interno della chiesa ha la forma di una carena di nave rovesciata con migliaia di figure, sagomate in legno di pino di Russia, realizzate dallo scultore Mario Ceroli, che rappresentano personaggi storici di Porto Rotondo.
La descrizione di Miglioli si intreccia con le immagini proiettate, le sue parole con le particolarità del luogo sacro, di dimensioni ridotte ma carico di significato: “Il legno vive della luce che lo illumina”. E infatti, adeguata alla bellezza dell’opera è l’illuminazione: dove la luce naturale non giunge, un’illuminazione artificiale – realizzata con tecnologia di ultima generazione, interamente con diodi led dai toni molto caldi – raggiunge i singoli gruppi di figure e li valorizza con la luce adatta. La possibilità di adeguare l’intensità della luce – quella notturna sarà più smorzata e calda rispetto a quella diurna – contribuisce ad esaltare la qualità del legno, le sue naturali sfumature, i tocchi di colore. Infine, le vetrate scorrevoli consentono alla luce naturale di illuminare l’interno, e all’occhio di ammirare anche dall’esterno l’opera del Ceroli.
Fugace ma intenso questo sguardo sulla chiesa di Porto Rotondo e geniale l’utilizzo della luce naturale e artificiale per valorizzare l’opera dell’artista Ceroli. Il giovane architetto Marco Miglioli ha colto l’essenza.