L’Africa ti fa riscoprire il sapore delle cose semplici!

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Vi raccontiamo il „nostro“ Kenya – raccolti 1870 franchi
Il volontariato in Kenya è un’esperienza incredibilmente bella e allo stesso tempo dura, un’esperienza che ti fa crescere, imparare, apprezzare i valori della vita e capire quanto siamo fortunati. Il racconto di tre giovani volontarie valposchiavine.

 

Su invito del Catechista Alberto Gianoli, sabato sera 12 gennaio abbiamo potuto raccontare a un numeroso pubblico la nostra esperienza di volontariato svolta in Kenya. Abbiamo strutturato la serata in due parti: una di esse dedicata alle strutture umanitarie del Cottolengo e alla vita in Kenya e un’altra più narrativa concentrata sulla nostra esperienza.

Nairobi, prima tappa del nostro incredibile viaggio

Tanti dubbi e tante domande ci accompagnano durante il lungo viaggio in aereo: ce la faremo ad affrontare quella dura realtà? Riusciremo ad adempiere alle aspettative della gente del posto? Ma ormai non possiamo tornare indietro, siamo già in volo. La casa a Nairobi gestita da Don Giusto Crameri ospita circa 50-60 bambini dai pochi giorni di vita ai 18 anni. La cosa che li accomuna è la terribile malattia dell’HIV/AIDS.

 

I bambini non sono tutti orfani o abbandonati, a volte le famiglie non possono permettersi tutto ciò che serve per curare i bambini infetti, così li portano al centro dove hanno la possibilità di ricevere le giuste cure e la giusta quantità di medicine. Inoltre quelli orfani trovano una nuova famiglia che li aiuta e li sostiene. Noi volontarie abbiamo il compito di aiutare le suore e le lavoratrici ad accudire i più piccolini (0-3 1/2 anni). Li imbocchiamo, li cambiamo, giochiamo con loro… Durante il tempo trascorso insieme, non ci accorgiamo che purtroppo hanno questa tremenda malattia e che molti di loro hanno i giorni contati. Ci sorridono, ci abbracciano e noi ci dedichiamo completamente a loro. Si crea un’armonia fra di noi e i bambini che non avrei mai immaginato possibile.

 

Dalla grande Nairobi si finisce nel mezzo della foresta

I giorni passano velocemente ed è arrivato il momento di affrontare una nuova avventura. Il viaggio da Nairobi a Tuuru è molto variato e affascinante. Si parte dalla grande e incasinata Nairobi e si finisce nel mezzo della foresta. Campi di ananas, banane, miraa e risaie completano lo spettacolo. Tuuru è molto diversa da Nairobi e così anche i relativi centri. Mentre a Nairobi vengono accolti bambini malati di HIV/AIDS, Tuuru è un centro per bambini che soffrono di handicap fisico, mentale o bambini malnutriti. Il centro è molto più grande rispetto a Nairobi e di conseguenza ospita un maggior numero di bambini, circa 95. La maggior parte dei bambini soffre di spina bifida, ovvero, la paralisi dal bacino in giù. Al centro i piccoli, nel limite del possibile, devono imparare a camminare nonostante il loro handicap.

Fa impressione vedere con che forza di volontà affrontano ogni giorno le loro sfide. Il nostro lavoro è in parte uguale come a Nairobi. Dobbiamo rispettare degli orari fissi durante i quali dobbiamo andare ad imboccare gli ospiti del centro un po’ meno fortunati, per il resto possiamo gestire il nostro lavoro liberamente. Ovviamente l’approccio coi bambini è molto diverso. Don Fiorenzo Crameri, oltre che gestire il centro, è anche responsabile per la scuola di Tuuru, che conta circa 1200 scolari. Abbiamo avuto la fortuna di poter visitare la scuola e in particolar modo assistere alla famosa “alzabandiera”. La domenica ci recavamo alla scuola per partecipare alla Santa Messa. Era uno spettacolo! I bambini cantavano e ballavano felici e contenti e non si annoiavano mai.

 

Come ci diceva una suora del centro: “Ciò che si trova all’interno della missione è il paradiso confrontato con ciò che si trova fuori. Il vero problema è al di fuori dei cancelli del Cottolengo.” E come non dare ragione a questa saggia suora. La vita fuori dai cancelli della missione è molto più dura rispetto a quello che ci si potrebbe immaginare. La gente è povera e molto spesso ignorante, ma non per forza per colpa loro. Le scuole sono rare, care e di basso livello, cosicché il popolo non ha la possibilità di potersi istruire e capire. Le condizioni di vita sono miserevoli e la gente accetta questo destino passivamente. Il “littering” e la non cura del materiale peggiorano sempre più la situazione. Questa la regola, ma ci sono anche le eccezioni.

Le differenze sociali e di benessere in Kenya sono enormi: la maggioranza delle persone possiedono niente mentre altre nuotano nell’abbondanza. Il contrasto è impressionante e continua ad aumentare, perché le persone ricche e potenti non si preoccupano della gente povera e in difficoltà. Non solo queste differenze condizionano la vita in Kenya, in special modo nelle zone rurali come a Tuuru, anche le differenze tra i sessi sono un grosso problema. La donna non vale niente, non ha diritti. La gente però è molto felice e tranquilla e non perde mai la speranza, che ritrovano sempre nelle preghiere, nel culto e in Dio. Nonostante tutto, comunque ci siamo innamorate di questo posto incredibile, colorato e dinamico. L’Africa ha il potere di farti riscoprire il sapore delle cose semplici!

D.s.: Cristina Zanolari, Gianna Giuliani e Natalia Crameri.

 

E per concludere…

Alla fine della serata ci siamo appellate alla generosità dei presenti a favore dei due centri e siamo riuscite a raccogliere la bella somma di 1870.- franchi. Di cuore grazie a tutti quelli che sono accorsi e in particolar modo ai generosi donatori che hanno dato un contributo a favore di questi magnifici bambini.

 

Gianna Giuliani, Cristina Zanolari e Natalia Crameri