Numeri di emergenza 117 e 118: per le risposte in italiano c’è ancora da lavorare

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Una vecchia storia, ma ancora di attualità
Risposta del Governo alle domande di Rodolfo Fasani sui numeri d’emergenza 117/118 e sulla lingua nell’elenco telefonico.

Come si sa da alcuni anni a questa parte chi digita i numeri 117 e 118 viene dirottato direttamente sul servizio centrale di Coira e alle volte la lingua italiana non è, o lo è poco, conosciuta dagli addetti a questo servizio, mettendo con ciò in seria difficoltà chi è chiamato ad intervenire nei luoghi preposti e con la dovuta sollecitudine.

Due piccoli esempi mi giustificano questa mia preoccupazione, derivata anche dal fatto di voler centralizzare a tutti i costi i posti regionali funzionanti. Il primo: segnala un incendio al “Ristorante Alpino di Mesocco” al posto di “Macelleria Alpina di Mesocco” (che si trova tutta da un’altra parte del paese). Il secondo annuncio dato in tedesco ancora per il 118 nel Comune di Mesocco “Ereignis Lokalität”… senza altre specificazioni (trattavasi di un incendio in località Cebbia). Casi questi, che frenano la rapidità d’intervento, con l’eventualità di mettere a repentaglio delle vite umane.

Inoltre se cerco sul libro del telefono dei Grigioni, per le valli di Poschiavo e Bregaglia, e del Ticino, per le valli di Mesolcina e Calanca, la “Polizia Cantonale” mi si dice vedasi “Kantonspolizei” con i vari rimandi in tedesco a “Notruf” ed altro. Di regola la Polizia cantonale la si cerca in casi gravi e disperati, quindi senza la perdita di tempo con rimandi ad altre voci. Fatte queste dovute premesse mi permetto porre al lodevole Governo le seguenti domande:

1. È disposto il Governo a garantire alla centrale di Coira per i numeri 117 e 118 un servizio linguistico e conoscitivo perfetto sotto tutti gli aspetti 24 ore su 24, al fine di assicurare la massima efficienza d’intervento degli addetti alla sicurezza in tutte le regioni del Cantone?

Attualmente sono 18 gli operatori che prestano servizio 24 ore su 24 presso la Centrale operativa della Polizia cantonale. Agli operatori è richiesta un’alta professionalità, giacché sono chiamati in caso di emergenza a disporre con competenza e perizia tutte le misure richieste dalle evenienze e predisporre la chiamata in servizio degli effetti necessari.

Parimenti la competenza linguistica nel nostro Cantone, dove il turismo è un importante settore dell’economia, è di primaria importanza. Oltre all’italiano e al romancio, sono richieste ottime conoscenze della lingua inglese, francese e spagnola. Purtroppo non tutti gli operatori della Centrale operativa della Polizia cantonale sono in grado di esprimersi correntemente in queste lingue. La Polizia cantonale non lesina sforzi, affinché per ogni turno di servizio, ci sia almeno un operatore che padroneggi la lingua italiana. Tuttavia una competenza linguistica, così come richiesta, non può ancora essere garantita al 100% per motivi d’ordine aziendale.

Il Governo è a conoscenza di questa problematica e si sforza di migliorare costantemente questa situazione. La Polizia cantonale cerca miratamente ogni anno aspiranti di polizia di lingua madre italiana, cosa che in pratica si rivela alquanto difficile. Con la possibilità di poter frequentare la Scuola di polizia nel Canton Ticino, il problema della lingua non costituisce più un ostacolo per entrare in Polizia. Mi rivolgo a voi, onorevoli gran consiglieri, di adoperarvi alfine di motivare candidati idonei a voi personalmente conosciuti, a concorrere per un posto in Polizia. Così si potrà migliorare la competenza linguistica all’interno del Corpo di polizia e della Centrale operativa.

2. Condivide il Governo l’esigenza che nei Comuni delle valli di lingua italiana dei Grigioni venga inserita nei rispettivi elenchi telefonici anche la voce “Polizia cantonale”, con “Numero di emergenza” e non solo il rimando a “Kantonspolizei” e a “Notruf”?

Per quanto concerne gli elenchi telefonici, il Governo condivide quanto esposto nell’interrogazione. La Polizia cantonale porrà mano ai relativi adeguamenti.

 

Rodolfo Fasani, granconsigliere