I munt rimangono case secondarie

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Lex Weber approvata in Parlamento
Per i munt non è cambiato niente rispetto alle decisioni precedenti. Per le case del Borgo, invece, il problema non dipende dalla legge sulle abitazioni secondarie.

Si è concluso questa mattina il dibattito in Parlamento intorno alla legge sulle case secondarie. Con 143 voti a favore, 6 contrari e 47 astensioni, provenienti dai banchi degli scontenti PPD, PBD e Verdi, è stato accettato il testo d’applicazione della cosiddetta iniziativa Weber.

Il colpo di scena è arrivato tuttavia domenica sera. Sul filo di lana, UDC e PLR, da una parte, e Vera Weber, dall’altra, hanno trovato un accordo. L’intesa, presentata lunedì mattina, ha trovato la maggioranza nella Camera del popolo.

Di fatto, il Consiglio nazionale ha stralciato tre eccezioni, inserite nella legge dal Consiglio degli Stati. Quali sono?

La prima: Le abitazioni di vacanza contano come case secondarie, anche se sono offerte su piattaforme online.
La seconda: Gli alberghi più vecchi di 25 anni e non redditizi possono essere trasformati in appartamenti solo per metà, e non completamente come previsto prima.
La terza: Solo gli “edifici tipici del sito”, come lo sono le stalle nella valle di Goms, in Vallese, possono essere trasformati in “letti freddi”. La Camera del popolo ha stralciato invece la definizione “immobili degni di essere preservati”, una dicitura che non aveva nessuna base giuridica e che non era contemplata in alcuna legge pianificatoria cantonale.

Munt e abitazioni secondarie nel fondovalle

Per i munt non cambia nulla perché gli articoli che li riguardano sono rimasti uguali. Solo le baite in montagna che vengono utilizzate a scopi agricoli e non sono accessibili tutto l’anno a causa dell’altitudine sono considerate abitazioni primarie. Tutte le altre, invece, sona case secondarie, o letti freddi.

Nell’articolo 10, paragrafo 3, la legge dice che fuori dalle zone edificabili, gli edifici tipici del paesaggio – tutti i munt, secondo me – che fino a quel momento non sono stati utilizzati quali abitazioni possono essere trasformati in abitazioni se il paesaggio e gli edifici formano un’unità degna di protezione e sono stati posti sotto protezione nell’ambito di un piano di utilizzazione.

Il discorso è, invece, più complesso per quanto riguarda le case secondarie nelle zone edificabili sul fondovalle. «La lex Weber non cambia né in bene, né in male la situazione attuale», ci dice Silva Semandeni. «Tutte le case esistenti prima della votazione sull’iniziativa Weber, volendo, si possono trasformare liberamente in residenze secondarie. Per mantenere in forma le case vecchie del Borgo ci vogliono iniziative locali. Il problema non dipende quindi dalla legge sulle residenze secondarie».

La nuova legge sulle case secondarie dovrebbe entrare in vigore il 1° gennaio 2016. I cantoni e i comuni hanno 5 anni per adattare e rivedere le loro leggi sulla pianificazione e le varie ordinanze. E sarà lì, in questi testi, che si dovranno definire i dettagli per le singole particolarità regionali, nel rispetto della legge superiore.

Nessuna distinzione tra centri turistici e zone periferiche

I socialisti sono contenti del compromesso trovato all’ultimo minuto, così anche Silva Semadeni. «Non è male – dice a IL BERNINA – Posso convivere con questa proposta». Durante il dibattito, la parlamentare socialista della Valposchiavo ha tentato di convincere i suoi colleghi sulla necessità di inserire nella nuova legge un distinguo tra centri turistici, come lo sono l’Engadina Alta, e i comuni periferici, come quelli di Poschiavo e Brusio.

«Per le regioni lontane è giustificata la libera trasformazione e l’ampliamento di vecchi edifici. Ma è una regola che non può valere per tutte le valli di montagna», ha sostenuto Silva Semadeni. La sua proposta è stata però bocciata dal Consiglio nazionale. Stessa sorte è toccata anche alla proposta del grigionese Martin Candidas. Il parlamentare del PPD chiedeva che la legge sulle abitazioni secondarie fosse applicata solo per le case che si trovano nelle zone edificabili. La ministra Doris Leuthard e il parlamento non ne hanno voluto però sapere e gli hanno risposto picche.

Con 118 voti contro 77, la Camera del popolo ha poi deciso che le case di vacanza costruite prima dell’11 marzo 2012 potranno essere ampliate fino a un massimo del 30% delle superfici utili principali. La sinistra e i Verdi liberali avrebbero voluto allinearsi alla decisione degli Stati che voleva introdurre un doppio limite: massimo 30% delle superfici utili principali, ma non più di 30 metri quadrati.

Per Silva Semadeni sopprimere la limitazione dei 30 metri quadrati costituisce un favore ai ricchi, dato che saranno solo loro a trarne beneficio. «È vero il contrario», ha replicato Christian Wasserfallen. Per il parlamentare del canton Berna sono i proprietari di residenze più piccole che hanno maggiori necessità di ingrandire i locali.

Il dossier torna ora al Consiglio degli Stati per l’esame delle divergenze. Anche se il dibattito è in agenda lunedì prossimo, la Camera dei cantoni se ne occuperà verosimilmente soltanto durante la sessione estiva.


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