Il nostro Cantone accusa forti ritardi economici, politici e di Marketing

0
9

La posta in gioco per le Olimpiadi invernali 2026 nei Grigioni
L’analisi sul credito alla candidatura per le Olimpiadi del 2026, in votazione il 12 febbraio prossimo, dell’esperto di comunicazione e membro del Comitato Olimpiadi 2026 Livio Zanolari. 

 

A intervalli regolari si accende nel Cantone dei Grigioni un’accorata discussione sulla candidatura alle olimpiadi invernali. E si dibatte spesso, come è ormai tipico del Cantone dei Grigioni, in prevalenza attorno ad argomenti molto regionali: quale valle trae i migliori benefici? in quale località verranno disputate le gare? quali rami dell’economia ne usufruiranno e quali no? Nell’opinione pubblica grigionese si evita però spesso, e forse anche volentieri, di vedere e percepire i possibili benefici ed anche i rischi da un’ottica più larga, che esuli dagli stretti confini regionali e cantonali e dagli interessi settoriali e particolari

Nelle considerazioni che seguono, prendendo spunto dal Progetto Olimpiadi 2026, desidero:

  • tracciare un parallelo tra l’atteggiamento del Cantone dei Grigioni rispetto a quello degli altri cantoni svizzeri nella cura dei propri interessi a livello federale.
  • mettere in evidenza i benefici dell’effetto comunicativo e di marketing di un’olimpiade.

 

Gli altri cantoni hanno più successo con le loro relazioni pubbliche
Le altre regioni svizzere hanno motivi forti e convincenti per promuovere progetti ambiziosi e anche visionari e per bussare quindi alla porta della Confederazione e delle istituzioni nazionali. Al Cantone dei Grigioni manca il progetto di richiamo, l’impulso iniziale e di importanza centrale.
Che cosa fanno di diverso le altre regioni svizzere per meglio posizionarsi nella difesa dei loro interessi? Ecco tre esempi emblematici: Ticino, Vallese, Ginevra.

In Ticino il maggior progetto di richiamo, nel quale tutti si identificano, è la trasversale alpina del San Gottardo. Grazie al nuovo collegamento ferroviario con la Svizzera interna è stata avviata, da quando si è cominciato a parlarne concretamente (circa 30 anni fa), una serie di progetti di sviluppo del traffico pubblico e privato, con collegamenti rapidi fra le città ticinesi e con la modernizzazione di parecchie stazioni e di altre strutture pubbliche. Si costruisce per esempio il tunnel ferroviario del Ceneri (Bellinzona-Lugano in 14 minuti). Senza l’Alptransit questo nuovo traforo ferroviario non verrebbe realizzato. E, ciò che conta per il Ticino, le FFS contribuiscono alla modernizzazione del traffico ferroviario ticinese con quasi due miliardi di franchi fino al 2030.

Le autorità ticinesi hanno colto saggiamente l’occasione del progetto di richiamo (Alptransit), hanno trovato lo spunto per avviare anche una serie di progetti che non concernono solo il traffico, bensì le complesse strutture cittadine, e ora possono parlare di strategia a 360 ° e perfino di Città Ticino.

Il Vallese trae grossi vantaggi dall’altro ramo della galleria di base, il Lötschberg. Questo collegamento ferroviario fra Berna e l’alto Vallese consente a molti pendolari di lavorare a Berna e di vivere e pagare le imposte in Vallese. Per questo Cantone il Lötschberg è quindi un importante fattore di benessere e una vera locomotiva di nuovi impulsi. È pure il fattore determinante contro lo spopolamento dell’Alto Vallese. Inoltre i molti dipendenti vallesani che lavorano nell’amministrazione federale, si trovano nei giusti uffici per difendere gli interessi del loro Cantone. Non a caso la candidatura di Sion 2026 gode di un largo consenso da parte della politica e dell’amministrazione, non solo in Vallese, ma in tutta la Svizzera romanda, compresi i cantoni bilingui Friborgo e Berna e compresa la Berna federale, appunto. Il mondo politico ed economico vallesano sa valorizzare con efficacia e senso tattico la vicinanza (collegamenti veloci) alla Berna federale.

Nella Svizzera romanda, specie nel Canton Ginevra, ma anche nel Canton Vaud, si trova la sede di più di 40 organizzazioni internazionali e di centinaia di organizzazioni non governative. Fra tutte spiccano: a Ginevra l’ONU, il CERN, l’OMC (Org. mondiale del commercio), l’OMS (Org. mondiale della salute) il Comitato internazionale della Croce Rossa, l’Associazione europea di libero scambio, l’Unione internazionale delle telecomunicazioni; nel Canton Vaud la Sede dei Giochi olimpici a Losanna e quella della UEFA a Nyon. La presenza di tanta internazionalità crea un polo di competenze in materia di cooperazione e di scambi diplomatici. Queste organizzazioni internazionali tengono ogni anno a Ginevra 2500 riunioni con la presenza di più di 200’000 delegati. La Ginevra internazionale è di grande importanza per l’intera Svizzera, per cui la Confederazione stessa concede regolarmente cospicui sostegni finanziari. Quasi in ogni sessione parlamentare le nostre camere federali sono chiamate a concedere crediti o prestiti senza interessi per l’una o l’altra organizzazione internazionale, in prevalenza per il rinnovamento delle loro strutture logistiche (esempio estate 2016: prestito di 438 milioni senza interessi).
Anche Ginevra sa sfruttare con accortezza e con una presenza mirata e sistematica nell’amministrazione federale il richiamo forte dell’internazionalità e dei suoi buoni uffici.

Le altre regioni svizzere sanno pure curare e valorizzare i loro punti di forza e farli presenti a Berna. Ogni cantone, ogni città, ha i suoi punti forti, in cui la popolazione si identifica e da cui scaturiscono impulsi reali: pensiamo alla farmaceutica a Basilea, alla finanza a Zurigo, alla grande industria nell’Altipiano, ecc. I cantoni di tutte queste regioni hanno un accesso rapido alla Berna federale e alle maggiori città svizzere. Beneficiano quindi del pendolarismo con l’amministrazione e con le istituzioni federali. In pratica, ogni cantone svizzero usufruisce dei servizi di dipendenti e addetti (lobbying) alla difesa dei propri interessi a Berna; addetti, che non si limitano a frequentare la Sala dei passi perduti del Parlamento, ma che fanno visita con regolarità a chi gestisce i vari affari pubblici, negli uffici dei sette dipartimenti della Confederazione e delle istituzioni federali.

Il Cantone dei Grigioni ha bisogno di un richiamo forte
Il Ticino, la Svizzera romanda, il Vallese, ma anche le altre regioni svizzere hanno i loro punti forti e riescono a farli valere sia nella politica federale sia nell’amministrazione, specie negli ambiti legati alla mobilità, alla formazione, all’incentivazione economica, all’innovazione digitale. E il nostro Cantone?

Il Grigioni è tagliato fuori dai grossi progetti innovativi:

  • I collegamenti ferroviari con Zurigo non sono stati potenziati, da decenni. Si viaggia sul posto. Lungo il Walensee c’è per esempio ancora la strozzatura a una sola linea (tortuosa e curve strette) di Mühlehorn.
  • Il collegamento con l’aeroporto di Kloten è macchinoso come lo era 40 anni fa. L’indigeno o il turista che arriva in aereo a Kloten e che prende il treno per i Grigioni, deve cambiare convoglio già a Zurigo, appena 10 minuti dopo la partenza.
  • Il Grigioni è il Cantone svizzero più lontano dalla Berna federale. Ne consegue che i pendolari grigionesi che lavorano a Berna sono pochissimi. Se il tragitto Coira-Berna scendesse sotto le due ore (ora è di 2 ore e 19 minuti) il posto di lavoro a Berna sarebbe più attrattivo per chi desidera lavorare nell’amministrazione federale e vivere nei Grigioni.

Tutti questi grossi svantaggi per il nostro Cantone si aggiungono alla crisi del franco forte, che crea scompensi competitivi specie con le vicine regioni turistiche estere, all’agguerrita concorrenza turistica, che grazie alla crescente mobilità annulla (quasi) le distanze a prezzi bassi, alla crisi dell’edilizia, per l’accettazione dell’iniziativa sulle seconde residenze, alla crisi dell’industria idroelettrica per il calo repentino dei prezzi dell’energia. Va poi aggiunta la difficile sfida della digitalizzazione, in cui proprio le zone turistiche accusano ritardi nello sfruttare almeno in parte il potenziale di uno strumento pubblicitario favoloso, ma altrettanto rischioso, come Internet. I nostri imprenditori, specie nel turismo, hanno bisogno di uno sviluppo all’avanguardia e costantemente innovativo dell’Internet, per permettere di essere concorrenti seri e per non finire soffocati da chi meglio si destreggia nelle nuove tecnologie.

Dobbiamo purtroppo constatare che il Grigioni arranca. Negli ultimi 15 anni ha visto crollare di quasi due quinti il numero dei pernottamenti. Conseguenza: si registra un pauroso abbassamento del fatturato di tante singole ditte. Numerosi comuni soffrono per il cedimento rilevante degli introiti fiscali.

Nuovi stimoli per rilanciare il nostro Cantone
C’è urgente bisogno di rilancio. Occorrono idee e progetti. I giochi olimpici del 2026 sarebbero un ottimo progetto di richiamo, offrirebbero lo stimolo iniziale che la nostra economia e i nostri giovani cercano. L’arrivo dei giochi olimpici nel nostro Cantone innescherebbe nei prossimi 10 anni una corsa all’innovazione e all’investimento: vie di comunicazione, traffico pubblico, innovazione tecnologica, maggior sfruttamento del potenziale digitale, maggiori competenze manageriali, investimenti privati per strutture alberghiere e per quelle dello sport e della ricreazione. Il Grigioni sarebbe terreno fertile per chi si vuole aprire alle sfide dell’innovazione e della crescita.

Anche nei Grigioni si potrebbe parlare di sviluppo a 360° e non solo di sviluppo settoriale o regionale. I giochi olimpici creano impulsi e identificazione. Danno una spinta per tante altre attività e rinvigoriscono l’intesa tre le regioni del Cantone, che offrono già ora la quasi totalità delle strutture necessarie per ospitare i giochi olimpici e paraolimpici del 2026. Con i giochi olimpici il Cantone dei Grigioni ha un motivo chiaro e reale per rinnovarsi e rilanciarsi e per richiedere, come è giusto che sia, un importante apporto da parte della Confederazione; quell’apporto che negli ultimi decenni è mancato al Grigioni, mentre le altre regioni svizzere hanno saputo farsi valere e ricevere cospicui aiuti.

Effetto Marketing della candidatura olimpica
Le nostre destinazioni turistiche spendono milioni e milioni di franchi per far conoscere la propria offerta: prospetti, inserzioni, volantini, messaggi video, viaggi con giornalisti, inviti di ogni tipo, eventi, ecc. Invece la pubblicità più effettiva (che non costa niente e rende molto di più) è quella che passa attraverso i contributi giornalistici. Ma questo avviene solo se si riesce a risvegliare l’interesse giornalistico. Una candidatura alle olimpiadi, per forza di cose, risveglia l’interesse dei media. Fa parlare, proprio a livello giornalistico, perché è un progetto di forte richiamo. La candidatura dei Grigioni è già ora un’operazione di Marketing e, più si va avanti, aumenta il suo effetto esponenziale.

Ora, nell’imminenza della votazione cantonale siamo ancora a livelli modesti. Se ne discute più o meno solo nel Cantone dei Grigioni. L’effetto Marketing c’è già, ma è assai contenuto e limitato piuttosto alla realtà locale.

Se il 12 febbraio 2017 il popolo grigionese dicesse Sì al credito di 25 milioni di franchi (per il Cantone sono effettivamente 9 milioni) se ne parlerebbe in lungo e in largo a livello nazionale. La candidatura grigionese sarebbe messa in relazione alla candidatura Sion 2026. L’effetto pubblicistico si estenderebbe all’intero Paese. E qui la presenza mediatica comincerebbe ad essere interessante a livello di resa comunicativa.
Se poi nel mese di marzo Swiss Olympic si pronunciasse in favore della nostra candidatura, l’effetto benefico della presenza mediatica per le nostre destinazioni turistiche diventerebbe internazionale, non solo a livello europeo, ma mondiale. Le nostre destinazioni usufruirebbero della presenza mediatica a livello planetario.
E infine, se nel 2019 il Comitato olimpico internazionale aggiudicasse i Giochi del 2026 al nostro Cantone, il beneficio pubblicitario sarebbe, a dir poco, straordinario. Nessun’altra azione di Marketing recherebbe nemmeno in minima parte simili vantaggi a lungo termine.

Il progetto di forte richiamo come le Olimpiadi apre inoltre al Cantone dei Grigioni ampie possibilità di rilancio e di posizionamento nei confronti della Confederazione. Si presenta poi l’occasione ideale per parlare non solo di sport e di turismo, ma possiamo puntare in modo deciso sulla comunicazione dei nostri valori, che nelle olimpiadi trovano un validissimo veicolo pubblicitario: la ricchezza del trilinguismo, la convivenza di tre gruppi linguistici, il valore delle scelte democratiche (come la votazione sulle Olimpiadi), il nostro patrimonio storico e culturale, la bellezza paesaggistica di tutte le valli del Cantone, l’Unicum della Ferrovia retica, l’autonomia dei comuni e delle regioni, la qualità dei raffinati generi alimentari indigeni, che si sposta sempre più sul versante della produzione biologica, ecc.

I nostri giovani meritano che si creino i presupposti per un forte progetto di richiamo. Per cui raccomando di esprimere un SI convinto il prossimo 12 febbraio al credito per la candidatura alle Olimpiadi 2026.

Livio Zanolari
Esperto di comunicazione
Membro Comitato Olimpiadi 2026