Valposchiavo in treno – Arrivati, si scende

    0
    404

    Un anno fa partivamo insieme per l’avvincente viaggio lungo la nostra valle; un viaggio che ci ha portato a esplorare e rileggere la storia dei nostri borghi e dei nostri boschi. Ora siamo arrivati.

    Siamo a quota 2253 m. proprio là dove corre lo spartiacque alpino, da una parte il “mondo latino” dall’altro quello germanofono e nordico, da una parte le acque bianche, dall’altra le acque più scure. Oggi però di questo confine così evidente in estate c’è solo una fragile traccia perché il ghiaccio che ricopre gli specchi d’acqua rende tutto omogeneo; e se non fosse per il ghiaccio sembrerebbe una serata di tardo autunno, con le giornate corte e la luminescenza delle vette investite dagli ultimi raggi di sole.

    Quassù Engadina e Valposchiavo si incontrano; la stazione più alta d’Europa raggiunta senza cremagliera è un crocevia di culture e lingue, abitudini e sguardi curiosi, passioni e scelte. In estate è un brulicare di appassionati escursionisti o semplici turisti in visita giornaliera, in inverno è un brulicare di sportivi con kyte surf, pattini, sci. Non c’è che dire: un passo alpino vissuto con pienezza, che ha saputo valorizzare nel tempo la propria storia: chissà quante volte avete letto, come me, i cartelli che appena scesi dal treno ci raccontano le vicissitudini degli anni della costruzione.

    Ne rimango sempre affascinata e il pensiero corre veloce alle tante valli limitrofe in territorio italiano che non hanno mai saputo valorizzare le proprie ricchezze con una ferrovia ardita come il Trenino Rosso. Una volta scesi, poi, c’è solo l’imbarazzo della scelta: da Ospizio Bernina parte una miriade di sentieri, con itinerari davvero per tutte le capacità a patto che non ci si dimentichi mai di essere in alta montagna.

    Il periplo del Lago Bianco, per esempio, è un classico che porta alle pendici dell’imponente Pizzo Cambrena, così come la salita al Rifugio Sassal Mason regala una vista emozionante sulla nostra Valle, offrendo poi la possibilità di proseguire verso il lago glaciale della Vedretta Palù, luogo impervio, pure un po’ inquietante se non si è più che avvezzi alle atmosfere vagamente lunari dei ghiacciai d’alta quota. Da Ospizio Bernina però si raggiunge comodamente anche Alp Grum, seguendo il sentiero che costeggia lago e ferrovia e conduce fino alla diga Scala e poi giù per la Val da Pila fino all’Alpe.

    Ospizio Bernina è pure il punto di partenza (o di approdo) dell’ecosentiero Repower, escursione tecno-naturalista che conduce alla scoperta dell’energia idroelettrica e del patrimonio di centrali di cui è popolata la Valposchiavo, passando per il Pozzo del Drago, Alp Grum, Lago Palù e poi giù verso la centrale di Cavaglia. L’acqua del Lago Bianco, invece, entra in galleria, poi in una condotta forzata fino alla centrale del lago Palù e da qui ancora in condotta per un ultimo, impressionate salto, fino a Cavaglia dove l’energia prodotta permette anche il pompaggio delle acque verso il bacino di Palù prima e Lago Bianco poi, in un ciclo virtuoso che si rinnova di giorno in giorno.