Con la giornata di oggi iniziano le rappresentazioni teatrali di “Occupati di Amelia” a cura della Filodrammatica Poschiavina, per la regia di Luca Radaelli. IL BERNINA, che seguirà l’evento in prima fila, ha intervistato Sabina Paganini, presidentessa della Filodrammatica.
A che punto sono le prevendite per i quattro doppi spettacoli in programma?
Gli spettacoli si ripartiranno nei due prossimi fine settimana. Sia sabato 28 gennaio e 4 febbraio, che domenica 29 gennaio e 5 febbraio, verrà rappresentata la pièce alle 17.30 e alle 20.30. Per tutte le 8 rappresentazioni ci sono ancora posti liberi. Le prenotazioni sono comunque da effettuare presso l’Ente Turistico Valposchiavo.
Quale sarà l’idea di teatro che andrete a proporre? E’ stato difficoltoso reperire regista e attori?
La Filodrammatica Poschiavina ha una decennale esperienza sia per quanto concerne la scelta del pezzo da portare in scena, che per quanto riguarda il reclutamento delle attrici e degli attori e, ovviamente, del regista. Esiste una cerchia ristretta di “addetti ai lavori” che conosce la realtà locale. Ovviamente la Filo è sempre alla ricerca di persone, con le più svariate attitudini, con cui si possono realizzare tanti progetti.
Dopo la chiusura del Cinema Rio non c’è più una sala teatrale vera e propria, ora viene utilizzata Casa Torre; questa struttura è idonea o sarebbe meglio un posto più professionale?
Dopo l’alluvione del 1987 il Rio è stato completamente rifatto, anche con tanto impegno da parte della Filo. La sala poteva contenere oltre 200 spettatori, aveva un palco e un sottopalco di tutto rispetto, funzionante e molto adatto alle rappresentazioni. Compagnie professionistiche attestavano al Comune di Poschiavo la loro ammirazione per le infrastrutture. Attualmente ci si arrangia con la casa Torre o con le palestre comunali. Questo obbliga gli organizzatori a tanti compromessi perché le infrastrutture menzionate non sempre sono a disposizione per un periodo abbastanza lungo (prove, rappresentazioni, scenario ecc.).
Dov’è rinata la voglia (se è mai scomparsa) per riprendere l’attività teatrale dopo tanti anni?
La Filo, da oltre 150 anni, non ha mai finito di esistere e, a dipendenza delle possibilità umane e finanziarie, ha messo in scena regolarmente degli spettacoli. Ma proprio per le difficoltà sopra accennate, la rappresentazione, almeno annuale, non sempre è stata possibile. Ricordo comunque quanto fatto negli ultimi anni. “Teatro al lago” nel 2009, “A cena con la storia” nel 2010, “L’altro Mozart” nel 2011, “Yerma” nel 2013, “Barone Utopia” nel 2014 e quest’anno “Occupati di Amelia”.
Cos’è cambiato a livello di gruppo? Quali le eventuali novità?
Non essendo un teatro stabile ma una filodrammatica popolare, ogni stagione rappresenta una sfida personale, di gruppo e di lavoro interdisciplinare. Il teatro amatoriale è un insieme di duro lavoro, di studio del pezzo, di programmazione, di recita, di ricerca personale e di gruppo. Chiede molto e dà altrettanto.
In questi anni sono nati altri gruppi teatrali in Valposchiavo, vi sentite in concorrenza con queste nuove leve?
La Filodrammatica Poschiavina è la più vecchia società teatrale della valle e una delle più vecchie in assoluto. Fondata nel 1852 ha contribuito a fare la storia della cultura di valle. Nel ventesimo secolo altre società hanno messo in scena spettacoli teatrali e, negli anni ’80 dell’ultimo secolo, Brusio ha riattivato la Filodrammatica Brusiese…
Continuerete anche in futuro l’attività teatrale o questa è solo una comparsa sporadica?
Non si tratta di un’apparizione sporadica o magari casuale. Il gruppo attuale, attivo da anni se non da decenni, è fermamente convinto di continuare l’attività. Il reclutamento di persone per il lavoro in scena e dietro le quinte non si ferma.
Ivan Falcinella