L’Aiuto Svizzero alla Montagna interviene in caso di penuria idrica sugli alpeggi

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La siccità persistente in Svizzera è fonte di notevole preoccupazione per gli alpeggi. L’Aiuto Svizzero alla Montagna interviene per mitigare l’emergenza stanziando una somma di 500’000 franchi volta a garantire l’approvvigionamento idrico di persone e animali nelle regioni di estivazione.

La Svizzera sta facendo registrare l’estate meno piovosa da quasi un secolo. Come annunciato da MeteoSvizzera, dall’inizio dei rilevamenti nel 1864 ci sono stati solo tre periodi tra aprile e luglio con meno precipitazioni. In alcune zone alpine, manca una quantità d’acqua che di solito cade nell’arco dei primi due mesi. La mancanza di questa pioggia, combinata alle temperature sopra la media, provoca l’essiccazione del suolo e il prosciugamento delle sorgenti. Ne pagano le conseguenze in particolare le aziende alpestri che dipendono dall’acqua di sorgente per l’approvvigionamento di persone e animali. Il loro fabbisogno idrico è notevole, basti pensare che, con questa canicola, una mucca da latte necessita di oltre cento litri d’acqua al giorno.

Migliorare la situazione precaria

Per portare sugli alpeggi l’acqua necessaria, servono trasporti costosi con autobotti o, nelle regioni più discoste, elicotteri. Chi non è in grado di assumere queste spese supplementari può rivolgersi all’Aiuto Svizzero alla Montagna, il quale copre circa la metà dei costi complessivi di questo genere di trasporto. Gli interessati possono scaricare il modulo di richiesta dal nostro sito oppure contattarci al numero 044 712 60 60.

In considerazione della precarietà della situazione, il Consiglio di fondazione dell’Aiuto Svizzero alla Montagna, che di regola concede un sostegno solo per progetti di investimento orientati al futuro nelle regioni di montagna, ha deciso di stanziare una somma di 500’000 franchi dal fondo di aiuto in caso di catastrofe. «Se l’estivazione dovesse essere interrotta prematuramente a causa della penuria idrica, alle aziende verrebbe a mancare foraggio per i mesi invernali», ha spiegato Kurt Zgraggen, responsabile progetti e partenariati dell’Aiuto Svizzero alla Montagna.