
Dopo la Bibbia, quest’opera di Sant’Agostino è sicuramente la seconda più gettonata al mondo.
Molti l’hanno letta, o la leggeranno, spinti dalla curiosità che le vicende della vita del Santo suscitano; più precisamente, per la storia della sua conversione al cristianesimo, dopo un’adolescenza e una giovinezza inquiete, sia intellettualmente che moralmente.
Domenica scorsa – nella sua prima esposizione – don Virgilio Pacioni, ha voluto dare ai convenuti uno sguardo d’insieme sulla citata opera di Sant’Agostino, allo scopo di facilitarne la lettura e la comprensione.
Dapprima ha ben chiarito il duplice contenuto del titolo dell’opera.
Il termine “Confessione” è infatti comunemente applicato al riconoscimento, all’ammissione e alla dichiarazione, ossia alla confessione dei peccati, che il futuro vescovo di Ippona rivela nelle sue “Confessioni”.
Per Sant’Agostino la parola “Confessione” significa però soprattutto riconoscere e quindi confessare la propria fede in Dio, dalla quale scaturisce la perenne lode a Colui che ha fatto il Cielo e la Terra.
Dopo l’ecumenico sguardo d’insieme di domenica scorsa, lunedì prossimo (si veda la locandina) don Virgilio introdurrà i convenuti alla lettura dei singoli libri che compongono l’opera più conosciuta del Santo.
Egli scrive:
“I tredici libri delle mie Confessioni lodano Dio giusto e buono per le azioni buone e cattive che ho compiuto, e volgono a Dio la mente e il cuore dell’uomo. Per quanto mi riguarda hanno esercitato questa azione su di me mentre li scrivevo e continuano ad esercitarla quando li leggo. Che cosa ne pensino gli altri è affar loro: so però che sono molto piaciuti e tuttora piacciono a molti fratelli. I libri che vanno dal primo al decimo hanno me come oggetto, i rimanenti tre trattano delle Sacre Scritture a partire dalle parole: In principio Dio fece il cielo e la terra (32), fino al riposo del sabato (33).” (Sant’Agostino, Ritrattazioni 2,6.1)
Chi può, non si lasci scappare la conferenza proposta dalle nostre suore.
A cura di Valentina Menghini