Chi è causa del suo mal pianga sé stesso

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1977

Torniamo a mercoledì 12 settembre. Quel giorno si è tenuto in Casa Torre un dibattito tra i due candidati al vertice dell’esecutivo del Comune di Poschiavo: Alessandro Della Vedova (PDC) e Giovanni Jochum (PLD).
Il Grigione Italiano e Il Bernina, hanno aperto il confronto, assicurando che l’occasione sarebbe stata propizia per offrire ai poschiavini un approccio preliminare alle “intenzioni” e alle “visioni” politiche dei due contendenti. È proprio sulle mancate intenzioni e sulle assenti visioni che noi di Tivas vorremmo ora, a mente fredda, focalizzare l’attenzione.

Quello che ci preme evidenziare subito in base a quanto ascoltato è che in Valle manca in modo davvero preoccupante una sensibilità politica sull’annoso tema del traffico da e per Livigno. L’occasione pre-elettorale era un momento privilegiato per tematizzare la questione una volta per tutte. Noi di Tivas abbiamo passato anni ad analizzare la questione, a pubblicare i risvolti sui media e anche a intervenire presso le autorità. Siamo ovviamente solo a metà del guado, forse nemmeno. Tuttavia, ci aspettavamo che, anche senza il nostro intervento diretto presso Casa Torre, il problema trovasse il giusto spazio di discussione; e, invece, nisba.

Dovevamo per forza essere presenti per rintuzzare risposte? Casa Torre è stata un banco di prova sia per i candidati che per il pubblico. A giudicare dagli esiti, forse non abbiamo fatto abbastanza per far comprendere l’involuzione in atto. Eppure, a Coira, in due occasioni, a livello dipartimentale e di Presidenza, abbiamo incontrato comprensione e sostegno. Ci rifiutiamo di credere che in Valposchiavo ci sia una sensibilità diversa.

Dobbiamo riconoscere che Alessandro Della Vedova è intervenuto in passato sulla questione, partecipando anche con un certo brio a un confronto televisivo con il Sindaco di Livigno Bormolini. La resistenza mostrata è qualcosa che resta agli atti o, per meglio dire, nelle registrazioni. Tuttavia, al di là di quello scambio e di qualche altro intervento verbale, le altre intenzioni di incisività politica sono rimaste lettera morta. Le punte di traffico si sono ripetute e gli incidenti sono pure aumentati.
Dobbiamo anche ricordare che Della Vedova aveva garantito la sua intermediazione presso la Signora Leuthard, in occasione di una presentazione della problematica del traffico a livello federale. Questo passo Tivas l’ha nel frattempo compiuto.

Della Vedova era una Podestà visionario che forse avrebbe potuto immaginare una Valle libera, priva di una servitù di passaggio, con tutto ciò che ne consegue a livello di ambiente, economia e cultura. Ci aspettiamo che il prossimo Podestà, Giovanni Jochum, sia in grado di adottare altrettanta visionarietà, adottando iniziative incisive in proposito. Essere visionari con la passione per la concretizzazione implica la ricerca di soluzioni nuove, insomma una rotazione del cubo; soprattutto implica una risposta alla domanda: come potrebbe trasformarsi una vallata alpina oberata dal traffico, ma ricca di attrattive naturali, urbanistiche e di storia (che sono un patrimonio di tutti, anche di chi non è del luogo), in presenza di una viabilità che fosse finalmente e una volta per tutte resa “sostenibile”?

Rispondendo a una domanda del pubblico sulla rete viaria rimasta immutata dai tempi di Tommaso Lardelli, Giovanni Jochum ha fatto cenno all’organizzazione delle strade nel borgo, all’accesso alle abitazioni limitrofe, al traffico di Livigno, a quello da “altre parti” (quali?), alle circonvallazioni, come se tutti questi aspetti fossero la stessa cosa: il traffico tout court. A noi di Tivas sembra inoltre, speriamo di sbagliare, che ci sia stata una certa sufficienza nel trattare tali questioni, in quanto ritenute ormai incancrenite e fuori dalla portata di un esecutivo. No, il tema non va sottovalutato e dovrebbe invece acquisire priorità nella gestione politica della Valle.
Qui si rischia di non ravvisare il peggioramento che sta accusando la Valposchiavo a causa del transito estivo. Se così fosse saremmo in presenza di una miopia estrema e pericolosa. Non una novità, visto dove si è arrivati negli anni; tuttavia, a noi sembra che abbiamo toccato oggi una soglia critica.

Il ruolo del pubblico e dei media presso Casa Torre? Nessuna domanda diretta sulla questione Livigno. Forse i valposchiavini hanno smesso di aspettarsi qualcosa di positivo in merito, conformemente alla frase ricorrente, quasi di rito: “Tant al ghé gnent da fa”. Oppure, per altri versi, nemmeno loro realizzano la gravità della situazione. Vorremmo gettare lumi su questo aspetto.
Noi di Tivas ci siamo a suo tempo rallegrati per la quantità notevolissima di adesioni ricevute nella iniziale raccolta di firme. Eppure, in tutta sincerità, noi crediamo che alcune sottoscrizioni siano state ispirate dal modello “preserviamo i nostri orticelli”. C’è però ben di più nel nostro animo; ben più che un disturbo della quiete o di una difficoltà ad attraversare la strada.
Col tempo la mobilità non potrà che aumentare. Pensateci bene: sempre più veicoli imboccheranno la strada cantonale per recarsi a Livigno per acquisti, per il turismo del carburante, per un soggiorno o per una semplice gita. Oltre a un fastidio locale e a un inevitabile insulto su più fronti al territorio alpino (che, in quanto tale, è protetto a livello di Costituzione federale), dovuti a un rapporto anomalo tra il flusso estivo di veicoli e le dimensioni della Valposchiavo, si verificherà un decadimento dell’economia locale e una perdita irreversibile dell’identità del luogo. Questo è il punto.

Siamo già da anni declassati a corridoio di transito! Offriamo una strada alpina magnifica per servire i bisogni commerciali dei vicini. Quanto vogliamo ancora alimentare questa progressione?
Ogni estate vediamo biciclette, camper, auto, moto, inconcepibili corriere che si arrampicano insieme lungo la Valposchiavo e che, visto l’eterogeneo affollamento, generano solo pericoli, disagi e oneri. Questi passanti non solo non portano il minimo contributo economico e non solo costituiscono un costo e un’aggressione all’ambiente, ma determinano un danno di ordine turistico-culturale, poiché anno dopo anno sviliscono la Valposchiavo, mortificando la sua attrattiva naturalistica e storica.
In queste condizioni risulta ben difficile trovare soluzioni imprenditoriali all’altezza di quel che merita il territorio. Un corridoio di transito non ha alcun valore, se non quello logistico. Dobbiamo necessariamente provare a immaginare cosa tale regressione potrebbe comportare nel giro di una decina d’anni. Dovrebbero farlo per primi proprio i podestà di Poschiavo e i sindaci di Brusio, nonché i relativi colleghi nell’esecutivo e nella Giunta.
Se c’è un danno c’è anche una colpa. Di chi è? Non di Livigno, non direttamente almeno. E nemmeno dei passanti che con vari mezzi si recano lassù. No, la colpa è delle autorità svizzere, locali e cantonali, che negli anni non hanno saputo prevedere e limitare il fenomeno, come invece si fa altrove. Senza andare troppo lontano, basti considerare i rimedi attuati da certi comuni italiani o austriaci per proteggere il paesaggio locale alpino. Da noi, invece, si dorme alla grande.

Torniamo alla Casa Torre. Si è discusso di posti di lavoro, della popolazione in calo, dello sviluppo territoriale, dei gruppi d’interesse, della distanza tra Brusio e Poschiavo, di attrattive per i giovani, di finanziamenti alla cultura, della perequazione e di altro ancora. È mai possibile che nessuno apra gli occhi e si renda conto di quanto queste tematiche siano tutte indistintamente condizionate dal traffico livignasco e dal relativo declassamento qualitativo della Valle?
Probabilmente, cotanta noncuranza va ricondotta all’assuefazione generale dei valposchiavini (le famose rane nella pentola). Eppure, anche senza conoscere il territorio, basterebbe dare un’occhiata a una mappa geografica per realizzare questo stato di cose. Vediamo invece che le “intenzioni” e le “visioni” anticipate a Casa Torre si perdono in mille rivoli, mancando clamorosamente un fattore comune che, sebbene non unico ed esclusivo, è sicuramente cruciale, nel lungo termine oseremmo dire persino vitale.

Non c’è dubbio che la questione del traffico di transito sia ostica in senso giuridico. Gli stessi livignaschi, irritati per la più duratura chiusura della Forcola, hanno cercato di risolverla su quel piano con una proposta di limitazione estiva sul fronte italiano. Come dicevamo, apprezziamo ogni tentativo di girare il cubo. Peccato solo che i termini di quell’offerta fossero per noi inaccettabili, distanti ancora anni-luce da un possibile compromesso.
Il guaio, però, non sono i livignaschi che fanno proposte più o meno credibili, ma le autorità che nemmeno mettono la questione del transito estivo tra le priorità politiche e amministrative. Ci si lamenta per le difficoltà relative al carattere periferico del nostro territorio e poi non si riconosce uno dei maggiori problemi che quella perifericità determina.
Chi è causa del suo mal pianga sé stesso.


Tivas

3 COMMENTI

  1. Cari amici della Tivas,
    ma veramente credete che la politica locale sia completamente avulsa dai passi avanti compiuti in questi ultimi due o tre anni, e che l‘evoluzione in corso sia unicamente merito vostro?

    E perché non citare, visto che ne siete a conoscenza, che il Comune di Poschiavo ha fatto suo quanto da voi auspicato a livello d’indirizzo in questa fase di pianificazione del territorio, in cui il Piano Direttore Cantonale chiede a Comuni e Regioni di definire le linee guida per il proprio sviluppo?

    Infine: dal Consigliere federale di turno la politica locale può andare solo con un concetto chiaro e condiviso con il Cantone, se vuol essere presa sul serio, che è quanto si sta cercando di preparare con il supporto dell‘ing. Felix Günther e dell‘arch. locale Evaristo Zanolari. E qui esprimo il personale auspicio che il lavoro iniziato possa essere portato a compimento nella prossima legislatura.

    Purtroppo con queste prese di posizione estemporanee, pur legittime, intendiamoci, state favorendo proprio quello che paradossalmente avete sempre stigmatizzato, ossia la politica del „divide et impera“, e francamente me ne sfuggono le ragioni, visto che le cose si stanno muovendo, seppur lentamente, nel senso da voi auspicato…

    Cordialmente
    Alessandro Della Vedova

  2. ……apprezzo e rispetto il lavoro del gruppo TIVAS, ma rimango sorpreso dal tono dell’articolo. Non mi sembra sia successo nisba. La decisione del governo cantonale di comunicare chiaramente l’apertura in giugno e la chiusura in novembre è stato un passo positivo che ha migliorato le cose. Leggiamo il comunicato di oggi in cui si spiega che per quest’anno la strada della Forcola è chiusa e se ne riparlerà a giugno, una saggia decisione che magari alcuni anni fa non sarebbe stata presa. Io nutro fiducia che con la prevista circonvallazione di Tirano un buon numero di autovetture scelga la via verso il Foscagno e non passi più dalla Valposchiavo. Per una soluzione radicale del problema però, vedo solo l’abolizione della zona franca di Livigno e Samnaun, che a mio modo di vedere non hanno più motivo di esistere. Certo non si riesce a concepire come il turismo del carburante possa essere compatibile con gli accordi internazionali per la riduzione delle emissioni, firmati sia dalla Svizzera che dall’Italia!

  3. “Chi è causa del suo mal pianga sé stesso”.
    Quanti piangono e, se potessero cambiare a seconda del loro desiderio, passerrebbe immediatamente ogni male! Bello sarebbe…
    Tivas, molto s’impegna affinché il traffico di transito per Livigno, possa ridursi drasticamente. Malgrado tanti articoli, incontri, forse promesse e via di seguito; i fatti sono sotto gli occhi (e le orecchie) di tutti in Valle, ogni estate. Non sarà un cambiamento di podestà (non penso sia stato preferito al precedente per la questione strada di Livigno), a risolvere questa come tutte le altre questioni scottanti e pendenti sul tavolo del comune di Poschiavo. Forse il nuovo, risolverà il traffico attraverso la via dei Palazzi, essendone toccato di persona. Esistono trattati, vincoli, contratti, diritti (e doveri, oltre ad interessi economici e commerciali di non poco rilievo) nel contesto di questa, come di tante altre vie di transito e di tante località (in Svizzera come pure altrove) che soffrono le cause del traffico stradale. E, se vogliamo essere sinceri, tanti stanno molto peggio della Valposchiavo, con tutto il rispetto per Tivas.