Caccia speciale resta, bocciata iniziativa abolizione

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Il Gran Consiglio retico, riunito da ieri nell’ultima sessione dell’anno, ha respinto oggi con 96 voti contrari, un favorevole e 13 astensioni l’iniziativa popolare per l’abolizione della caccia speciale. Il Parlamento raccoglie così l’invito del Governo.

Alla fine del 2017 il Tribunale federale aveva giudicato l’iniziativa sulla caccia speciale, presentata nel 2013 con il record di oltre 10’000 firme, conforme al diritto federale annullando la decisione del parlamento retico che nel 2015 l’aveva dichiarata nulla.

Ad agosto l’esecutivo cantonale aveva quindi invitato il Parlamento a respingere la proposta, la quale richiede che i piani di abbattimento annuali vengano realizzati integralmente durante la caccia alta ordinaria, rinunciando al periodo di caccia speciale nei mesi di novembre e dicembre. Si propone inoltre una caccia alta di 25 giorni anziché 21, da fissare nei mesi di settembre e ottobre anziché solo in settembre come avvenuto finora.

Il governo aveva già espresso forti dubbi sul fatto che quattro giornate di caccia aggiuntive e un’estensione della caccia alta a ottobre aiutino a realizzare i piani di abbattimento annuali poiché, per via delle condizioni climatiche favorevoli nel cantone, molti cervi migrano nei Grigioni dai cantoni e dai paesi confinanti solo in tardo autunno. Ciò significa che gli effettivi di selvaggina possono essere adeguati in via definitiva agli spazi vitali solo dopo la caccia alta nelle dimore invernali.

I risultati della caccia ordinaria di quest’anno hanno poi ampiamente dimostrato la necessità della caccia speciale: i cacciatori hanno abbattuto solo 3403 esemplari a fronte dei 5340 necessari per ridurre la popolazione di cervi, particolarmente numerosa a causa degli inverni miti degli ultimi anni. Nel complesso, in 19 regioni su 21, è pertanto necessaria la caccia speciale.

Il tenore degli interventi durante la discussione in Gran Consiglio lasciava presagire che l’iniziativa stesse andando verso la piena bocciatura: dalle file di diversi partiti i granconsiglieri hanno infatti espresso il pieno sostegno alla caccia speciale, senza la quale il Cantone dovrebbe svolgere cosiddette “cacce a regia” per adempiere i piani di abbattimento, cosa che potrebbe avere un costo fino a 2,3 milioni di franchi, ha fatto notare ad esempio Fadri Felix Duosch (PLD).

La necessità di regolare la popolazione di ungulati dipende dal fatto che troppi esemplari danneggiano boschi e foreste, mettendo a rischio la sopravvivenza di diverse specie di arbusti, fiori e piante del sottobosco e minacciando il rinnovamento boschivo a causa del continuo mordicchiare e divorare degli animali. Questo è particolarmente problematico nelle aree montane, dove boschi e foreste hanno una funzione protettiva contro valanghe, cadute di rocce e smottamenti. Nei Grigioni, questa casistica riguarda il 60% delle foreste.


Ats