I chiaroscuri di Pennac

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    Quarta fila, posizione centrale.
    Pannelli bianchi sullo sfondo, un proscenio spoglio e “le chant  des partisans” aprono lo spettacolo.

    La scena si anima; sono le vie insidiose di Belleville, la cucina della famiglia Malaussène – generosa, eterogenea e strampalata- il mercato variopinto del sabato e le catacombe buie, campo d’allenamento per vecchiette indifese. Pochi gesti la trasformano in commissariato di polizia, passerella delle graziose donzelle della notte, luogo di ricordi e nostalgia.
    Gli attori vestono e svestono a velocità incredibile i panni di vari personaggi, a volte divertenti e svagati, a volte rabbuiati e guardinghi.
    Scene surreali e tese si susseguono a momenti di vera comicità, attimi di tristezza si stemperano in colori vivaci, movimenti leggiadri, parole allegre.
    Il tempo e gli avvenimenti corrono, imprevedibili, riannodano i fili e li stringono attorno ad un imprevedibile colpevole.
    Pennac sorride compiaciuto, il regista Valerio anche.
    Gli attori, smessi i panni dei loro personaggi raggiungono il pubblico per un saluto finale.

    Mi avvio verso casa con una bella sensazione. Ho colto la leggerezza e l’irriverenza, la comicità e la profondità di Pennac, surreale ma ben presente, cinico e empatico nel contempo, capace di cogliere e raccontare le contraddizioni dell’uomo e del nostro tempo.
    Ho apprezzato la bravura, l’impegno e il coraggio del regista e degli attori della Filodrammatica di Poschiavo.
    Mi sono divertita, e non mi resta che invitare tutti allo spettacolo del prossimo fine settimana!


    Monica Paganini