Chieste misure a sostegno e salvaguardia dei lavoratori frontalieri

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E’ di ieri, 7 aprile 2020, l’accorato appello del presidente della Provincia di Sondrio, Elio Moretti, ad associazioni sindacali e organizzazioni di lavoratori frontalieri valtellinesi e valchiavennasche che, in questo frangente di emergenza, vedono quotidianamente i propri assistiti raggiungere la vicina Svizzera per svolgere la propria attività lavorativa. Anche loro, come tutti gli italiani, hanno diritto alla tutela della propria salute e a quella delle loro famiglie.

Il virus si sta diffondendo sempre più anche oltre confine e il numero dei contagi continua ad aumentare anche in terra elvetica. E’ fondamentale, sottolinea Moretti, non vanificare i sacrifici degli italiani ed intervenire per rendere maggiormente efficaci le misure adottate.

“Per questo motivo – prosegue il presidente della Provincia di Sondrio – in continuità della reciproca collaborazione e dei buoni rapporti che hanno sempre portato a ottimi risultati, ho fatto richiesta alle istituzioni elvetiche e italiane, ognuno per le proprie competenze, di attivare quanto prima possibile misure a tutela dei nostri lavoratori frontalieri e degli stessi cittadini svizzeri. Misure sia in termini di salvaguardia della salute sia in termini economici e occupazionali”.

Di seguito le richieste:

  • l’immediata adozione di provvedimenti di chiusura di tutte le attività economiche non essenziali, al fine di non vanificare il sistema di protezione sanitaria adottato dall’Italia;
  • anche in considerazione delle disposizioni di Berna delle scorse settimane in merito alle autonomie cantonali, di prevedere procedure di consultazioni veloci con gli organismi trilaterali al fine di verificare l’impiego della forza lavoro necessaria, come adottato con successo nel Canton Ticino;
  • l’immediata adozione delle necessarie misure a tutela dei lavoratori frontalieri mediante l’attuazione di protocolli operativi di sicurezza per tutte quelle attività che devono rimanere aperte (mascherine, distanza, temperatura, ecc);
  • la possibilità da parte dei frontalieri che dovessero continuare l’attività lavorativa (attività essenziali) di usufruire di alloggi interni o convenzionati a prezzi calmierati, al fine di ridurre gli spostamenti in rientro verso l’Italia;
  • di prevedere operazioni di sanificazione dei luoghi di lavoro;
  • l’estensione dello smart working per le attività che lo consentono;
  • di garantire la prosecuzione dei rapporti di lavoro in essere e la messa in essere di strumenti compensativi per coloro che termineranno anzitempo il rapporto di lavoro;
  • di vigilare rispetto al rischio concreto di licenziamenti di massa che determinerebbero oltre alla compromissione del reddito delle famiglie italiane, un serio pregiudizio per l’auspicabile fase di ripresa;
  • di prevedere controlli ai valichi e nella viabilità ordinaria (italiana) per evitare viaggi di più lavoratori sullo stesso autoveicolo.

Il Bernina