La Pgi ai tempi del coronavirus, tra difficoltà e nuove opportunità

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Aixa Andreetta, la segretaria dimissionaria della Pgi

La Pro Grigioni Italiano figura sicuramente tra gli enti che, nell’espletare la propria attività, più sono stati segnati dall’emergenza dovuta al coronavirus. Per capire come l’associazione sta vivendo la situazione e come si sta riorganizzando abbiamo intervistato la Segretaria generale Aixa Andreetta

Buongiorno Aixa, quanti eventi in totale sono stati annullati e quali sono ancora in bilico?

La vicinanza delle nostre regioni alla Lombardia e al Ticino, fortemente colpiti dal coronavirus, ci ha resi da subito attenti. Abbiamo infatti adottato molta prudenza non sapendo come si sarebbe sviluppata l’emergenza sanitaria e già dalla fine del mese di febbraio abbiamo iniziato a sospendere o a rinviare le attività (quindi ancor prima della direttiva cantonale del 13 marzo). Tutte le assemblee delle sezioni (con le manifestazioni correlate) sono state rinviate così come la tournée dei ragazzi del Coro Italiano della Pgi Coira, prevista come ogni anno ad inizio primavera. Avevamo pensato di poter proporre almeno una replica e diffonderla in diretta streaming, ma il contesto è degenerato molto velocemente e quindi anche questa opzione non è stata fattibile.

Inoltre, in Valposchiavo sono stati annullati il Poetry slam e le poesie del Calendamarz, e sospesi i laboratori per ragazzi e adulti, con le relative rappresentazioni teatrali. Dall’estate alcune manifestazioni in programma dovrebbero poter essere svolte con dovute misure di sicurezza nel rispetto delle norme sanitarie; per esempio, eventuali mostre accessibili solo a pochi visitatori alla volta o eventi all’aperto dove si possano mantenere le distanze. Segnaliamo invece che il laboratorio teatrale Pgi per adulti continua a distanza, con una sperimentazione creativa che coinvolge gli iscritti su una piattaforma virtuale.

In Bregaglia si attendeva con impazienza la seconda edizione del «Festival degli scrittori» (che doveva avvenire in collaborazione con la casa della letteratura della Svizzera italiana), ma non è stato possibile concretizzare il progetto; stessa sorte alla serata dedicata a Gianni Rodari, per celebrare i cent’anni dalla sua nascita. Il musical proposto dalla Fondazione Aida verrà verosimilmente ripreso in autunno, qualora la situazione sarà rientrata. Il cambio di operatrice/operatore in atto, lascia ipotizzare una ripresa delle attività a partire, verosimilmente, da settembre.

Nel Moesano sono pertanto sospese tutte le attività in calendario, tra le quali la presentazione dei lavori di ricerca dei «Giovani studiosi», la serata dedicata a «Generazioni a confronto» in Cauco, e il laboratorio teatrale «Memorie Future» previste per metà maggio in quel di Mesocco. Anche la partecipazione al Grin Festival cade, dato che l’evento è stato rinviato di un anno. Si tenta di organizzare la colonia diurna per il quarto anno consecutivo, considerando che le famiglie possano necessitare sostegno durante i mesi estivi, ma non si è tuttavia ancora certi che ci saranno le premesse necessarie per poterla attuare. Gli animatori sono a disposizione e le iscrizioni stanno già arrivando e anche in questo Centro Regionale una vera ripresa della programmazione verrà poi gestita dalla/dal nuova/o operatrice/operatore (il bando di concorso si è appena concluso e la selezione è in corso).

La sezione Engadina ha rinunciato alla visita a Verona della mostra «Il tempo di Giacometti. Da Chagall a Kandinsky», organizzata con Lardi Grafica Viaggi e ha posticipato il concerto di Marco Zappa, previsto al termine dell’assemblea – anche quella rinviata in data da definire così come le altre attività in calendario.

Uguale sorte per gli eventi della Pgi Coira che sin da inizio marzo hanno subito cancellazioni e modifiche. Gli appuntamenti con Sergio Devecchi e Nicoletta Noi Togni sono stati posticipati, anche se le date sostitutive non sono ancora note.

Annullata la fiera HIGA di Coira durante la quale la Pgi avrebbe dovuto allestire un «Salotto didattico e interattivo», condividendo un ipotetico appartamento espositivo con le altre organizzazioni linguistiche del Cantone (Lia Rumantscha, Pro Raetia e Associazione Walser Grigioni). Sotto il motto «Insieme sind wiar unics» si voleva attirare l’attenzione degli ospiti sulla ricchezza culturale e linguistica del Canton Grigioni. Il lavoro svolto non dovrebbe essere stato vano, dato che la manifestazione dovrebbe essere ‘semplicemente’ posticipata di un anno.

Quali sono le attività alternative che avete organizzato o che state preparando?

Fortunatamente l’ultimo progetto sovraregionale, attorno al quale abbiamo lavorato dall’estate 2019, non ha subito interruzioni e siamo riusciti a presentarlo come preventivato il 25 marzo, in occasione della giornata mondiale dedicata a Dante Alighieri. Si tratta di un progetto multimediale dal titolo «Radici – il Grigionitaliano di generazione in generazione». È composto da due prodotti audiovisivi: un documentario con quattro storie familiari di circa 50 minuti e dieci più brevi filmati, disponibili sul canale YouTube della Pgi, Il tutto è approfondito con articoli tematici e schede di presentazione dei protagonisti in un numero speciale dei «Quaderni grigionitaliani».

Il progetto nasce dall’idea di raccontare il Grigionitaliano come un luogo fisico attivo, nelle quali la gente vive, produce ed entra in relazione. Le famiglie (Boninchi, Scartazzini, Rohner Erni, Berta) che si raccontano forniscono una chiave d’accesso alla vita quotidiana di Valposchiavo, Bregaglia, Mesolcina e Calanca. Descrivono il loro legame con i luoghi e la cultura locali, suggerendoci quanto la tradizione si tramandi, rinnovandosi di continuo e diventando un solido elemento sul quale si fonda la nostra eredità e dalla quale partire per reinterpretare il presente. Grazie alla collaborazione con RTR e RSI abbiamo potuto dotare i mini-video di sottotitoli in tedesco e in romancio (e in italiano per le parti in dialetto) e contare del loro supporto tecnico.

Il progetto è stato curato da Veronica Carmine e Nadia Ticozzi con il supporto dei collaboratori della Pgi. Un sentito ringraziamento va anche a Nuccio Trotta che ha composto appositamente la colonna sonora del documentario, prodotta dalla RSI.

Non potendo però proporlo pubblicamente, abbiamo promosso questo progetto composito usando i nostri canali sui social media, creando lo slogan «Lontani ma connessi», presentando giorno per giorno i protagonisti e suggerendo delle riflessioni con i soci sui luoghi del cuore, il dialetto e la vita solitaria “forzata”. Incrociamo le dita di poterlo mostrare a tutti in luglio, immersi nella meravigliosa cornice del viadotto di Brusio.

Invece, segnaliamo che la serata di premiazione del concorso di poesia dialettale per la Provincia di Sondrio e il Grigionitaliano è rinviato al 2021 quando si spera che la situazione sanitaria sia oramai alle spalle.

Dopo la presentazione del progetto sovraregionale il canale YouTube della Pgi si è dotato pure di altri sette documenti visivi, tratti dalla pubblicazione Fiabe e leggende del Grigionitaliano, edito dalla nostra collana letteraria nel 2013. L’illustratrice Mileva Albertini ne aveva elaborato dei “racconti in immagini”, per poter vedere – oltre che ascoltare – queste storie, legate all’immaginario storico del Grigionitaliano.

Altri progetti passati ci permettono in queste belle giornate di primavera di riscoprire il paesaggio, durante le passeggiate che ci apprestiamo a compiere nelle nostre montagne. In tal senso ricordiamo l’interessante e utile Guida alle piante officinali della Valposchiavo. Il manuale insegna a trovare, riconoscere e ad impiegare una cinquantina di piante officinali che crescono spontanee in Valposchiavo e in ambienti naturali analoghi di tutto il Grigionitaliano. È stampato in formato tascabile e contiene 136 pagine illustrate a colori oltre che le indicazioni botaniche, le proprietà curative delle piante – con relativo impiego formulato in ricette – e altre curiosità legate al territorio. La pubblicazione permette di conoscere i nomi dialettali delle piante, i luoghi precisi in cui crescono, le proprietà che le caratterizzano, le ricette tradizionali che con esse si possono realizzare e altre curiosità.

Un’altra proposta, direttamente scaricabile dal sito, concerne Lo scrigno dei ricordi. In questo caso le testimonianze di trenta persone, tutte nate attorno agli anni ’30 del secolo scorso, va ad aggiungersi ai ricordi condivisi di ognuno di noi, affinché ci si possa interessare e riscoprire un periodo di grande svolta e di cambiamenti eccezionali, che sembrano oggigiorno ormai scontati. Una società rurale che si modernizza, un dopoguerra che promette e aspira a una rinascita, il prosieguo o l’adattamento di alcune tradizioni e l’invenzione di tante nuove attività.
Il comodo formato interattivo (.pdf), disponibile gratuitamente, permette di ascoltare spezzoni delle interviste e di entrare in contatto con gli aneddoti, perlopiù in dialetto, dei nostri preziosi interlocutori.

Nel rispetto delle distanze sociali abbiamo quindi studiato delle soluzioni alternative, per garantire uno spazio virtuale dove potersi incontrare, continuando quindi a fruire di momenti di svago e di arricchimento.

La Pgi ha inoltre aderito attivamente alla Catena della Solidarietà, che si è mobilitata per aiutare le persone più colpite dalla pandemia di coronavirus in Svizzera! Per ricambiare la generosità di chi ha effettuato una donazione, la Pgi regala una copia della guida Leo e Lila alla scoperta del Grigionitaliano. Questo regalo è pensato anche per tutti i bambini che sono a casa e che necessitano un diversivo ludico, ma – questa volta – rigorosamente cartaceo ai compiti e ai corsi online. Potranno colorare la via dei Palazzi, ritagliare la Torre di Bogian, compilare il cruciverba sulla Bregaglia, scoprire i siti archeologici delle nostre regioni o sfidarsi al memory ispirato al ciclo degli affreschi dei 12 mesi di Mesocco.

Secondo voi, quando pensate che la situazione potrà tornare alla normalità? Avete indicazioni in questo senso?

Non abbiamo maggiori indicazioni rispetto a quanto comunicato dalle autorità cantonali e federali. Attendiamo il 27 maggio per capire se si potrà timidamente riprendere alcune manifestazioni per la stagione estiva, sfruttando gli spazi aperti, dove poter mettere in atto le norme di sicurezza in vigore.

Come avete reagito a questa situazione a livello organizzativo?

I nostri operatori culturali hanno potuto lavorare da casa perché il lavoro non si è fermato. Infatti, hanno continuato a preparare, per esempio, i testi per i Quaderni Grigionitaliani e a gestire la situazione nei rispettivi Centri regionali, con proposte alternative. Presso la sede centrale le mansioni sono in ogni caso ben diversificate e abbiamo potuto affrontare nel dettaglio alcuni dossier specifici, come la creazione di un programma formativo per uno stagista o il capitolato d’oneri per un nuovo sito internet. Inoltre abbiamo sviluppato un nuovo approccio strategico per il futuro della Pgi, dettato anche da due cambi in seno all’organico che avverranno praticamente in contemporanea. Non abbiamo perso di vista altre questioni relative alle questioni linguistiche e formative, come la riforma degli apprendisti di commercio che prevedrebbe l’insegnamento di una sola lingua straniera per i giovani svizzeri, a scapito del francese e dell’italiano dunque.

Ci siamo inoltre assicurati che il flusso e la condivisione delle informazioni in lingua italiana fosse affidabile e tempestivo, quindi abbiamo attualizzato il sito www.grigionitaliano.ch in modo da fornire una piattaforma unica nella quale far confluire tutti i comunicati e le disposizioni ufficiali delle autorità comunali, regionali e cantonali.Sul sito si trovano i comunicati del Canton Grigioni, i collegamenti al radiogiornale quotidiano «Grigioni Sera» e al settimanale «Le Voci del Grigioni italiano» e le notizie presentate sulle testate online del Grigionitaliano. In questa fase di emergenza è stata data più priorità all’efficacia delle informazioni che alla grafica della piattaforma, ma con il tempo è prevista un’estensione del servizio.

In questa forma la Pgi ha preso contatto con il Governo grigionese per raccomandare di curare maggiormente la comunicazione nelle tre lingue cantonali. Constatiamo che dall’inizio della pandemia un netto miglioramento è stato fatto in questo senso e orale conferenze stampa, i comunicati stampa e le disposizioni governative pubblicate sul sito del cantone sono puntualmente pubblicate anche in italiano. Prassi non irrilevante, in considerazione del fatto che le regioni del Grigionitaliano sono state le prime ad essere esposte al rischio del contagio e anche quelle che hanno un numero elevato di casi, rispetto alla popolazione totale.

Con piacere annunciamo che alcuni progetti editoriali potranno essere stampati già nel corso dell’anno, grazie alla riorganizzazione delle risorse interne e al prezioso lavoro con e delle Commissioni preposte. Per la Collana Ricerche vedranno la luce due opere: la pubblicazione in italiano della biografia di Zaccaria Giacometti, scritta da Andreas Kley e la pubblicazione dell’opera inedita di Arnoldo Marcelliano Zendralli dedicata al “Lessico Roveredano”, in collaborazione con l’Archivio A Marca e il Centro di Dialettologia e Etnografia. Inoltre è prevista a breve la ristampa del libro su Augusto Giacometti, sempre redatto dal fondatore della Pgi e introdotto dallo storico dell’arte Beat Stutzer, curata dalla Fondazione Zendralli stessa. È in preparazione quindi un nuovo tomo della Collana Letteraria, dedicato ad un romanzo di Daniele Dell’Agnola ambientato in Bregaglia e per il quale la Commissione prevede una versione trilingue e un apparato didattico digitale.

Qual è il tuo punto di vista personale su quanto sta accadendo? Credi che la Pgi possa uscirne rafforzata o indebolita?

Per quanto riguarda la programmazione culturale e i progetti editoriali, ritengo che le nuove forme creative di condivisione e le nuove modalità di fruizione per la cultura, offerte dal mondo digitale, hanno il vantaggio di dare continuità a quel sentimento di reciproco sostegno, indispensabile al Grigionitaliano. Vedo personalmente del potenziale per uscirne rafforzati e per aprirci a scenari innovativi. Tuttavia non nego che sono oggi più convinta che mai della necessità di momenti di incontro reali, di strette di mano e di una condivisione fatta in carne e ossa, non sostituibile da alcuna piattaforma online.

Certo sono stati due mesi nei quali abbiamo anche rafforzato dei processi collaborativi e ci siamo chinati nel dettaglio sulla nostra missione e sulle priorità a medio-termine.

Tuttavia siamo difronte ad una società e ad un territorio già molto frammentati, in cerca di risposte ed è bene chiedersi in che modo le organizzazioni culturali possono contribuire alla stabilità e alle transizioni. Da una parte si è creato uno spazio fortemente interconnesso e solidale, con una miriade di iniziative, dall’altra non è scomparsa una forte individualizzazione e poca tolleranza reciproca. E se la cultura è a tutti gli effetti la cura per i traumi sociali – come immaginarsi un periodo di isolamento senza libri, musica, film o arte? – dall’altra viene data – ancora – per scontata o considerata superflua.

Gli operatori culturali o le organizzazioni linguistiche si muovono proprio in ambiti contrastanti tra le abitudini locali e le tendenze globali, tra le esigenze dei cittadini e i limiti delle istituzioni. Dobbiamo poter mediare con visioni propositive, sostenute da analisi qualitative e quantitative, supportate dalla nostra immaginazione e da forme di condivisione tangibili per evitare che il digitale non sia solo lo sbiadito riflesso di pratiche datate. Credo occorra ancora un po’ di pratica nell’educazione culturale digitale e sarebbe bello poter creare un vero valore consapevole delle tecnologie a supporto degli artisti, dei musicisti, degli scrittori grigionitaliani, non dimenticandosi però della base dalla quale attingere e dalla quale tornare: i rapporti interpersonali, la conoscenza reciproca, i legami con la nostra identità, la memoria collettiva e la reinterpretazione delle tradizioni, ossia l’anima della nostra cultura.


A cura di Marco Travaglia

Marco Travaglia
Caporedattore e membro della Direzione