L’ambasciatrice dei Paesi Bassi in Valposchiavo a lezione di “biologico”

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Giovedì 4 novembre, Sua Eccellenza Hedda Samson, Ambasciatrice dei Paesi Bassi presso la Svizzera, ha visitato la Valposchiavo. Insieme a lei vi era Peer Vermeij, attaché con competenza sull’agricoltura presso l’ambasciata olandese a Berlino, con competenza anche sulla Svizzera. Ad accompagnarli Peter Vicenz, caposezione delle Misure agricole e Gian Andrea Pola, responsabile dei progetti di Sviluppo regionale.

L’ambasciatrice si trovava insieme ai suoi omologhi di Lussemburgo e Belgio in visita a Coira ma ha voluto spingersi sino a Sud del Bernina per conoscere il progetto 100% Valposchiavo Bio e l’esperienza locale.
A livello di invitati locali, perciò, gli onori di casa spettavano a Giovanni Jochum, Podestà di Poschiavo, ma presente soprattutto nella sua veste di vicepresidene della Regione Valposchiavo, mentre l’onere di spiegazione del progetto è andato a Francesco Vassella, che ne é il coordinatore.
La breve trasferta è iniziata presso la sede della Repower a Poschiavo con qualche decina di minuti di ritardo. A causa delle condizioni del Passo (ottime, ma con la strada particolarmente innevata), l’ambasciatrice, che si trovava a Zernez, ha preferito arrivare a Poschiavo con il treno della Ferrovia Retica.
Nella breve attesa, conversando informalmente con i media e con le controparti locali, Vermeij ha citato uno dei motivi principali della visita: i Paesi Bassi hanno come obiettivo strategico di convertire la propria produzione del settore primario a biologica almeno per il 20%, ma attualmente si trovano circa al 4%. La conoscenza di esperienze virtuose come quella della Valposchiavo è utile come raffronto e ispirazione.

Dopo i saluti e l’introduzione del Podestà Jochum, Pola ha spiegato il funzionamento dei progetti regionali come punto di raccordo tra sforzi pubblici (cantonali, regionali) e privati e la loro importanza soprattutto nell’agricoltura.

Vassella ha illustrato in seguito la storia della strategia 100% Valposchiavo e del progetto 100% Valposchiavo Bio. I numeri che hanno impressionato positivamente i visitatori sono quelli della percentuale di agricoltura biologica nella regione. A fronte del 15% svizzero e del 59% cantonale, la Valposchiavo può vantare una produzione biologica del 92%.
Tutto questo in una regione in cui l’agricoltura si pratica dagli orti e i frutteti della zona più meridionale del comune di Brusio, a poco più di 400 metri sino a oltre 2000 metri, con i pascoli estivi.
Vassella ha poi spiegato l’entità dello sforzo economico del progetto (attualmente quantificata in circa 16 milioni) e gli 11 progetti concreti attualmente in essere, sottolineando l’importanza di due fattori. Da un lato la riflessione su un migliore utilizzo della superficie agricola, stimolata agli inizi dalle discussioni sorte attorno al progetto “Lago Bianco” di Repower, dall’altro il ruolo attivo del turismo. I turisti rappresentano insieme alla popolazione locale i primi fruitori dei prodotti “100% Valposchiavo” e “Fait sü in Valposchiavo”; d’altra parte è proprio questa iniziativa che permette la condivisione tra ristoratori, commercianti e produttori della ricchezza apportata all’economia locale dal turismo. Da non sottovalutare, infine, la crescente domanda di servizi e prodotti “agrituristici”.

Tanto l’attaché quanto l’ambasciatrice sono stati molto colpiti da 100% Valposchiavo BIO, partecipando attivamente con domande, richieste di chiarimenti, commenti. Ma oltre che per gli ospiti, l’occasione è stata un momento di riflessione importante anche per chi l’ha presentata. Quanto è “esportabile” dell’esperienza della Valposchiavo, con una struttura dimensionale ben precisa? Quanto pesa, in positivo e in negativo, il fattore di isolamento territoriale?

Sullo sfondo un occhio attento intravede questioni anche più estese, quali per esempio l’esiguità del settore agricolo rispetto all’economia di valle in termini assoluti e la particolarissima situazione di alcune aziende agricole importanti (come quelle vitivinicole) con la sede e la trasformazione in Valposchiavo, ma le vigne nella vicina Valtellina.

In seguito, il gruppo si è spostato, con le auto del car-sharing elettrico di Mobility, prima a Cavresc, per la visita ai campi e agli essicatoi di Reto Raselli, già pioniere e oggi affermato attore nel campo delle erbe aromatiche, e poi a Brusio, presso la macelleria Branchi, protagonista di un altro progetto 100% Valposchiavo Bio. Sempre presso Branchi vi è stato anche uno spuntino con uno scambio di opinioni prima del rientro conclusivo a Poschiavo.

Maurizio Zucchi
Membro della redazione