Il Bernina ha raggiunto e intervistato Alexia Paganini, la pattinatrice artistica, originaria di Brusio, appena tornata dall’Olimpiade di Pechino 2022 con in tasca un ottimo 22esimo posto (col punteggio di 168.91).
Alexia, puoi farci un bilancio delle tue olimpiadi?
Questa esperienza olimpica per me è stata molto fruttuosa e sono felice di poter dire che mi è servita per imparare molto. Il clima che si respirava era differente da una normale olimpiade, visto che questa volta c’era il Coronavirus, ma sono veramente felice che l’organizzazione non abbia cancellato i giochi e che io abbia potuto competere. È stato decisamente strano vedere molti volontari in tute ignifughe e sottoporsi al test Covid ogni giorno, ma era per la nostra sicurezza e sono grata che i responsabili abbiano fatto tutto il necessario per mantenere gli atleti al sicuro. Per quanto riguarda la mia prestazione in gara: sono molto felice di essere stata in grado di eseguire due programmi solidi e di aver potuto competere ancora una volta davanti a tutto il mondo.
Qual è stato il momento più bello della tua avventura a Pechino?
Il momento migliore, per me, è stato il momento in cui ho posato piede per la prima volta sul ghiaccio delle prove olimpiche. Mi sono sentita felicissima di avercela fatta, di esserci anche io. Ne ho passate tante negli ultimi due anni, è stata una lotta enorme con molte difficoltà. Ho attraversato molti momenti di dubbio e dolore, quindi il fatto di esserci e di aver calpestato quel ghiaccio olimpico mi ha reso felice!
Ci racconti la tua vita attuale? Vivi ancora negli Stati Uniti?
Già da due anni sono rientrata in Svizzera dagli Stati Uniti. Ho vissuto per la prima volta a Champery, allenandomi con Stephan Lambiel (pattinatore artistico medaglia d’oro ai Campionati mondiali nel 2005 e 2006 e argento olimpico ai Giochi di Torino 2006). L’anno scorso poi, a maggio, mi sono trasferita a Oerlikon (quartiere di Zurigo), dove mi sento davvero a casa.
Quanto spesso torni in Valposchiavo?
Venivo spesso a Brusio a trovare mia nonna, che però purtroppo è morta tre anni fa. Ora torno meno spesso, ma sempre con gran piacere, per salutare il mio zio preferito, Elio, che vive lì.
A cura di Ivan Falcinella