Giovanni Jochum: condizioni quadro sono a favore della realizzazione del progetto Lagobianco

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Nella storia moderna della Valposchiavo le Forze Motrice Brusio – ora Repower – hanno costantemente avuto un ruolo di primo ordine. Nelle due importanti interviste che abbiamo il piacere di offrire ai nostri lettori, vogliamo chiarire in particolare la situazione del Progetto Lagobianco, un progetto RE che sembra essere tornato di attualità. Un progetto in scadenza, al quale una maggioranza della popolazione del Comune di Poschiavo, nel 2010, aveva detto “sì,” ma che per anni era caduto nel dimenticatoio. I tempi per una realizzazione dell’ambizioso progetto ora sono maturi?

Lo abbiamo chiesto a due persone competenti e perfettamente informate:

Una doppia intervista che affronta la questione a livello federale (Schmid) e comunale (Jochum). Ringraziamo i nostri illustri interlocutori per la loro disponibilità.

Bruno Raselli

A livello comunale, il progetto Lago Bianco è ancora un tema, ne viene discusso, oppure l’iniziativa è esclusivamente in mano a Repower?

Il progetto Lagobianco è stato accettato dalla popolazione nel 2010 con 13’23 voti a favore e 699 contrari con una partecipazione del 78.11%. Il risultato va interpretato come un chiaro segnale a favore della produzione di energia elettrica sul territorio del Comune di Poschiavo e come segnale all’indirizzo dell’esecutivo che si impegni, nel limite del possibile, a favorirne la realizzazione.

A febbraio 2022 il Gran Consiglio si è occupato della strategia energetica cantonale e più precisamente dell’idroelettrico. Seguendo le indicazioni della nostra popolazione, ho potuto contribuire in modo determinante sia in commissione che in seguito in parlamento affinché la strategia come proposta dal Governo venisse approvata. La strategia definisce i paletti entro i quali il cantone si vuole muovere nel contesto della produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile idraulica.

Le cosiddette condizioni quadro sono, dunque, definite e sono a favore della realizzazione del progetto Lagobianco. Chiaramente va tenuto conto anche di come la confederazione intende supportare la costruzione di tali progetti e come la funzione di batteria viene valutata da un punto di vista strategico di approvvigionamento ed economico. La decisione riguardo alla costruzione spetta poi a Repower.

Nel 2019 la popolazione del Comune di Poschiavo ha accettato pure l’aggiunta alle concessioni 1997 con 1’414 voti favorevoli e 92 voti contrari con una partecipazione pari al 62.72%. Questo ha permesso a Repower di iniziare con il rinnovo degli impianti esistenti dell’alta valle come previsto dalla concessione Lagobianco. Come ben sappiamo i lavori sono iniziati nel 2021 e prevedono una somma d’investimento di 150 milioni.

Se il progetto dovesse venire realizzato, l’investimento da parte di Repower sarebbe enorme. Potrebbe quindi far seguito un lungo periodo in cui l’azienda potrebbe ammortizzare le risorse investite, senza versare imposte al Comune. Come giudichi questa tesi?

Dal punto di vista aziendale è corretto: chi ha fatto degli investimenti può e deve ammortizzarli e la somma di ammortamento va a diminuire l’utile. Una pura valutazione del gettito fiscale basato sull’utile annuo non dà una visione completa delle ripercussioni economiche di un investimento come quello del Lagobianco. Nel caso specifico, essendo una società, ci sarà anche la tassa sul capitale. Inoltre, ci saranno delle entrate in seguito all’applicazione dei canoni d’acqua e della tassa di pompaggio, nonché le prestazioni di concessione come definite contrattualmente.

Dobbiamo, inoltre, considerate il potenziale dei posti di lavoro e degli effetti economici in seguito all’appalto di lavori a ditte indigene o ditte che prenderanno domicilio in valle durante la costruzione degli impianti.

La Valposchiavo ha sviluppato negli ultimi decenni un turismo di nicchia di un certo volume. I tempi di realizzazione del Progetto Lagobianco sono stimati intorno ai 10 anni. Un lungo periodo durante il quale il turismo probabilmente segnerebbe il passo. Cosa ne pensi?

In caso di realizzazione del progetto Lagobianco, il turismo tradizionale in valle sarà toccato dai lavori, specialmente se si considera il lato orografico destro della valle. Ci sarà un aumento degli spostamenti di persone nei pressi dei villaggi per i lavoratori previsti in zona Ospizio Bernina e in zona Miralago. Anche il trasporto del materiale di scavo della galleria in Zona Camp Martin fino alla riva nord del Lago di Poschiavo con la relativa immissione del materiale nel lago per creare il laghetto al Botul e la gestione provvisoria del materiale in zona Li Geri, potranno causare dei disagi. Per il resto, gran parte dei lavori verranno eseguiti in alta quota e quelli in galleria non avranno un impatto diretto sul turismo.

Mi piace ricordare che l’idea del 100% Valposchiavo è nata proprio come misura da affiancare al progetto Lagobianco per dare la possibilità alla filiera agro-alimentare di creare più valore aggiunto possibile in valle. Ora, a più di 10 anni dalla votazione per la concessione, il valore dell’idea iniziale, della sua implementazione e del suo ulteriore sviluppo è più che tangibile. Oserei dire che è stato un successo.

Per esperienza raccolta su altri cantieri delle dimensioni del cantiere Lagobianco, non dobbiamo tralasciare di valutare il “turismo di cantiere”. Sia la trasversale ferroviaria alpina Alptransit, che i lavori alla centrale di pompaggio Lindt-Limmern che quelli al traforo ferroviario dell’Albula, mostrano che ci sono molte persone interessate ai lavori. Ci sono centri d’informazione e visite guidate ai cantieri. Questo, oltre a tutti gli addetti ai lavori che saranno periodicamente presenti in valle, permette di far conoscere il nostro territorio anche ad altre categorie di persone ampliando così il bacino dei potenziali ospiti della Valposchiavo.

Sarà, comunque, importante gestire i cantieri nel miglior modo possibile sia dal punto di vista della comunicazione che da quello delle immissioni. Sarà essenziale tenere le zone e i punti più sottoposti a rumori, polveri, traffico ecc. il più limitati possibile. Malgrado gli inevitabili disagi, quanto costruito negli ultimi anni in ambito turistico non andrà perso, ma piuttosto rafforzato.

Le nostre piccole e medie imprese di costruzione potrebbero approfittare dei grandi appalti di un progetto come quelle del Lagobianco?

Le ditte della regione potranno avere degli effetti positivi dalla costruzione del progetto Lagobianco. Ci saranno sì i grandi lavori di scavo della galleria, le commesse per gli impianti quali turbine, pompe, generatori, centro di comando ecc. alle quali le ditte locali, per ovvi motivi, non parteciperanno. Però ci saranno anche tanti lavori di medie/piccole dimensioni che, se concorrenziali, potranno essere eseguiti dalle nostre piccole e medie imprese, non solo di costruzione, ma anche artigiani quali per esempio falegnami, elettricisti, idraulici, fabbri ferrai e fornitori di materiale o altre prestazioni.

Abbiamo un esempio concreto in questo periodo del rinnovo della centrale di Robbia: molte ditte della valle sono coinvolte nei lavori. Questo significa che esse sono concorrenziali e rispettano i criteri di qualità richiesti. Un complimento a tutti i nostri imprenditori.

Dalle recenti discussioni in gran consiglio è scaturita la volontà di una maggiore partecipazione dei comuni e del cantone alle imprese idroelettriche che a breve dovranno rinnovare i contratti di concessioni. La ritieni una buona strategia? Il nostro comune in questo senso poteva/doveva agire in maniera diversa?

La strategia energetica discussa durante la sessione di febbraio in Gran Consiglio, riguarda principalmente la posizione del Cantone nei confronti del rinnovo delle concessioni durante i prossimi circa 30 anni. Una tale strategia non poteva non toccare i comuni. Nel mio ruolo di Podestà di Poschiavo e gran consigliere, nonché quale membro della commissione per l’ambiente, i trasporti e l’energia mi sono impegnato a fondo affinché venissero rispettati i diritti dei comuni e rafforzata la loro posizione. Per legge i comuni posseggono e possono concedere i diritti d’usufrutto dei corsi d’acqua. Il Governo è organo di approvazione delle concessioni. I comuni sono, dunque, i principali attori e devono poter decidere liberamente se e a chi concedere il rinnovo delle concessioni o se far uso del diritto di riversione. Questo è stato riconosciuto anche in Gran Consiglio. Il Cantone dal canto suo gioca un ruolo di coordinatore e aiuta i comuni a fare le analisi del caso. In base alle direttive quadro decise dal Gran Consiglio nella sessione di febbraio, il Cantone farà uso almeno parzialmente del proprio diritto di riversione. Ricordo che la legge prevede una ripartizione del diritto di riversione al 50% per i comuni e al 50% per il Cantone. I comuni sono liberi nella loro decisione, ma si auspica che anche loro partecipino e facciano a loro volta uso, almeno parziale, del diritto di riversione.

Nel corso dei prossimi 30 anni il Cantone andrà a rafforzare la propria posizione quale produttore di energia idroelettrica. È importante sapere che gli azionisti dei maggiori impianti di produzione di energia elettrica nel nostro cantone sono cantoni e città della svizzera tedesca. Se la produzione deve essere in mano pubblica, allora meglio che sia il nostro cantone a possederla. In questo modo sarà possibile mantenere i posti di lavoro decentralizzati e aumentare il valore aggiunto generato dalla produzione nel nostro cantone. Queste le richieste chiaramente espresse dalla commissione e approvate dalla quasi totalità dei membri del Gran Consiglio.

Le concessioni dell’alta Valposchiavo sono scadute già nel 1997. La popolazione ha deciso per rinunciare al diritto di riversione e in cambio al rilascio di una nuova concessione la allora Forze Motrici di Brusio ha pagato un indennizzo di circa 18 milioni di franchi. Nel 2010 è poi seguito il rilascio della concessione per il progetto Lagobianco.

Andare ora, con il senno di poi, a sindacare su quanto si doveva fare o meno non sarebbe corretto. Erano altri tempi, c’erano altri presupposti e anche il Cantone non aveva ancora in chiaro come intendeva muoversi. Inoltre, la ditta che gestiva le concessioni aveva sede e personale in valle.

Oggi, la situazione è diversa. Repower ha sempre ancora la sede in valle e dà lavoro a più di 180 persone. L’azionariato è però cambiato. L’azionista principale con circa il 34% del capitale è l’EKZ (Elekritzitätswerke des Kanons Zürich) un istituto di diritto pubblico del cantone di Zurigo. Anche in questo contesto il Gran Consiglio è intervenuto e ha incaricato il Governo di trovare delle soluzioni adeguate affinché l’azionista di riferimento diventi di nuovo il Cantone dei Grigioni. Quando ciò sarà il caso, potremo affermare che la mano pubblica del Cantone dei Grigioni è il maggiore azionista anche degli impianti in Valposchiavo. Il Cantone è inoltre disposto a cedere azioni di Repower ai comuni concessionari (i principali impianti si trovano in Valposchiavo e in Prettigovia) e ai comuni non concessionari, ma interessati a diventare azionisti di Repower. Un’opportunità, quella di aumentare la propria quota azionaria in Repower, che potrà valutare anche il Comune di Poschiavo.

Bruno Raselli
Membro della Direzione e presidente del comitato de Il Bernina