Serata all’insegna dei ritmi sincopati argentini quella tenutasi giovedì 19 maggio nella sobria intimità della sala polifunzionale di Casa Besta a Brusio. Il Duo Ranas, composto da Pablo Schiaffino (pianoforte) e Leandro Schnaider (bandoneon), ha eseguito, in un’atmosfera fra il malinconico e il frizzante, una serie di brani legati o ispirati alla tradizione popolare del tango e alcuni pezzi dell’immenso Astor Piazzolla.
Il tango è un genere musicale che riproduce in suoni il sapore di miseria e passione consumatesi sui bastimenti della rotta migratoria verso il Sudamerica, oppure la speranza e lo squallore di fumose balere del porto di Buenos Aires tra fine Ottocento e inizio Novecento. Eppure, malgrado i suoi ritmi siano frutto di quella che oggi definiremmo una “fusion” multietnica, esso contiene in sé un rigore classico e una teatralità che lascia nello spettatore (auditore) un gusto un po’ retrò. Si tratta in effetti di un contrasto su cui il duo porteño intende palesemente giocare, facendosi notare per eleganza, abbigliamento, portamento, gestualità e ironia. Ad aggiungere una nota ancora più vintage al concerto eseguito in Casa Besta ci ha pensato anche il pianoforte verticale, che per usare un eufemismo era un po’ sottotono: il suo suono vagamente metallico e distorto ha infatti reso la performance molto da “saloon”. Onore dunque al pianista che non si è lasciato perturbare dall’inadeguatezza dello strumento e che, anzi, è riuscito in qualche modo a tirargli fuori l’anima. Una nota di merito va rivolta anche al bandoneonista, che è riuscito a terminare un’appassionata milonga nonostante la rottura del cinturino che serve ad aprire e chiudere il mantice del suo antico e potente strumento. Possano bastare questi due aneddoti per dare solo un’idea della bravura e dell’intensità con cui i due musicisti sono stati capaci di ammaliare il pubblico presente in sala.

Oltre alla musica argentina, protagonista della serata è stata anche una piccola rana in gomma che fino al 2019 il Duo Ranas (tradotto in italiano duo rane) appoggiava sul pianoforte ad ogni concerto, per propiziarne la buona riuscita. In quell’anno i due decisero però che il gesto scaramantico avesse fatto il proprio tempo. E da lì in avanti è successo un po’ di tutto: pandemia, guerra, ma soprattutto l’impossibilità di esibirsi in pubblico, un’assenza che ha messo a dura prova (non solo per motivi finanziari) un po’ tutti gli artisti. È per questo motivo che durante la serata brusiese, che ha dato inizio a una loro nuova tournée in Svizzera, i due suonatori di tango hanno deciso di rimettere il ranocchio al centro della scena. Come possiamo dare loro torto?
Durante la pandemia, per contro, il Duo Ranas ha avuto il tempo per incidere un nuovo CD dal titolo «tata»: una sorta di omaggio a tutti i papà, alle difficoltà e alle soddisfazioni che comporta l’essere padre, ma anche ai padri del tango e alle loro composizioni.
mitici leandro e pablo!grazie per il bell’articolo achille!