Nasce la Fondazione San Romerio

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Alle 17.58 di giovedì 23 marzo, nella sala del Consiglio comunale di Brusio, alla presenza del notaio Stefania Vecellio e con le firme del Sindaco di Brusio e del Presidente della Regione Bernina Arturo Plozza, del Cancelliere Giancarlo Plozza, del sindaco di Tirano Franco Spada e di Rosaria Lazzarini, si è costituita la Fondazione San Romerio. Si tratta di un evento importante che segna da un lato la fine di lunghe diatribe transfrontaliere e dall’altro l’inizio di una nuova era di tutela e restauri per l’edificio sacro.

Ma facciamo un passo indietro.
C’era una volta (e per fortuna c’è ancora) una piccola chiesa chiamata San Romerio, appollaiata su uno sperone di roccia a strapiombo sul lago di Poschiavo. La chiesa, pur situata nel comune di Brusio (il suo accesso principale avviene oggi infatti attraverso la frazione di Viano) è proprietà del Comune di Tirano, in Italia. Per capire questa situazione si devono fare un paio di passi indietro, nella sua storia. Fondata (per quel che si sa, ma le sue origini potrebbero essere anche più antiche) nell’XI secolo, si costituì inizialmente come una comunità di laici (secondo la tradizione) appartenenti all’ordine degli Umiliati. Quale che sia la comunità che la abitò in origine, in seguito San Romerio si amministrò come un territorio a sé stante, dalla superficie di circa 15 kmq, confinante ai comuni svizzeri e italiani di oggi, ma da esso indipendente. In seguito (1237) fu unito all’Ospizio e alla chiesa Santa Perpetua (a monte di Madonna di Tirano). Nel 1517, Papa Leone incorporò i beni proprio nel Santuario di Madonna di Tirano, attribuendo il patronato di San Romerio al Comune di Tirano. 

Ciò non toglie che nei secoli, senza che venisse meno il legame con Tirano, il rapporto con Brusio e con la Valposchiavo in generale si è enormemente rafforzato.
A partire dall’ultimo ventennio del ventesimo secolo, qualche diatriba si è accesa sulla gestione e sulla proprietà.
Da una decina d’anni, tuttavia, attraverso due progetti Interreg, la parte italiana e quella svizzera hanno cominciato una più fitta collaborazione per il mantenimento e il restauro della piccola chiesa.

In una prima fase (dal 2013 al 2015) si era interventuti con il Progetto CPRE – la Conservazione Programmata nello spazio comune Retico che si era prefissa un primo giro di analisi stratigrafiche, monitoraggio e di indagini sulla stabilità generale dell’edificio, nonché un intervento sul contrafforte. 
Già allora si era parlato dell’opportunità di creare una Fondazione, su cui tutti sembravano più che d’accordo (tanto la ex regione Valposchiavo quanto il Comune di Tirano), che però alla fine non si era concretizzata.

Successivamente, un nuovo progetto tuttora in corso (ConValoRe, che si è occupa anche di altri edifici nel Borgo di Poschiavo) ha permesso, attraverso nuovi strumenti tecnologici e la competenza professionale degli architetti Evaristo Zanolari (lato elvetico) e Dario Foppoli (lato italiano), un’ulteriore investigazione. Si è giunti, per esempio, a chiarire una probabile maggiore antichità della cripta, e a scoprire un tunnel che da questa conduce a una caverna interna alla roccia, comunicante con un accesso (o una via di fuga) situata più in basso. 
Tra le altre conclusioni del team di professionisti vi è anche la probabile anteriorità della chiesa rispetto all’abside, oggi quadrata ma forse in origine semicircolare: saranno le indagini archeologiche a chiarire questo mistero e alcune datazioni con la dendrocronologia (un sistema che valuta l’antichità di manufatti o pezzi di legno attraverso lo studio dei suoi anelli di crescita). 

Il prossimo passo sarà un restauro esterno della chiesa (campanile, coperture, facciate e drenaggio) finanziato dal Comune di Tirano e in parte dalla Sovrintendenza, e uno invece interno. E, infine, si è rimesso mano al tema dalla Fondazione.

Come sottolineato da Arturo Plozza, la nascita della nuova realtà (di diritto svizzero e con sede presso Casa Basta, attuale sede della Regione) permetterà di raccogliere i fondi, che insieme alla collaborazione sono l’elemento più importante per assicurare il futuro di San Romerio.
Franco Spada ha voluto sottolineare, invece, la funzione della chiesa e del suo ospizio come una sorta di rappresentazione plastica dell’unione di territori, a prescindere dalle frontiere. 

I membri del Consiglio di fondazione saranno, per il lato elvetico, Fabrizio Lardi (storico) ed Eraldo Crameri, originario della Valposchiavo e attualmente residente a St. Moritz, scelto anche per la sua conoscenza del mondo delle fondazioni culturali svizzere e per la sua disponibilità nel mettersi al servizio, ove possibile, della sua terra natia. Dal lato italiano, il Comune di Tirano ha optato per Anna Radaelli (di formazione umanistica e professionista del settore artistico-culturale), che rappresenterà anche gli “Amici di San Romerio” e Gottfried Farrer, archeologo, già Direttore del Parco delle incisioni rupestri di Grosio, austriaco di nascita e tiranese di adozione. Oltre che per la competenza tecnica, il rigore e il non trascurabile aspetto, Farrer conosce molto bene l’italiano ma è madrelingua tedesco, che può rivelarsi estremamente utile nei rapporti esterni della Fondazione. Proprio Farrer è stato prescelto quale primo presidente.
Per quanto riguarda il patrimonio, a costituire il fondo iniziale vanno il lascito di un’anonima donatrice e soprattutto gli oltre 30’000 franchi che lo scomparso Rolf Haller raccolse in seguito alla realizzazione del Documentario “San Romerio / San Remigio: ritratto di un’alpe”.

Si chiude quindi definitivamente una pagina fatta anche di qualche incomprensione e se ne apre un’altra all’insegna della collaborazione, che consegna a San Romerio una Fondazione e una sicurezza in più per il proprio futuro e alla Valposchiavo e alla Valtellina un efficace esempio di collaborazione transfrontaliera. 

Maurizio Zucchi
Membro della redazione

1 COMMENTO

  1. Viva San Romerio! Che bella notizia!
    All’ingresso della chiesa è appesa una bellissima preghiera scritta da Padre Camillo De Piaz: che la fondazione possa contribuire a mantenere lo spirito e la forza del luogo tanto ben descritto da Camillo De Piaz! Buon lavoro!