Favoriti i tirocini infermieristici in Valle: ne parliamo con Beate Scheidegger, responsabile cure del San Sisto

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Recentemente, il Cantone ha introdotto un nuovo modello per la formazione di futuri infermieri, che si basa su un sistema formativo strettamente legato alle strutture sanitarie sparse sul territorio. Se in precedenza il rapporto di lavoro fra lo studente e la BGS di Coira (Bildungszentrum Gesundheit und Soziales) vedeva l’istituto scegliere e inviare gli studenti infermieri nelle varie strutture per i tirocini, ora l’iter si è invertito. Lo studente potrà scegliere la struttura con la quale stipulare un rapporto di formazione, come già accade nell’ambito dell’apprendistato per operatori sociosanitari e addetti alle cure sociosanitarie. Il CSVP è una delle strutture dove si potrà scegliere di effettuare la formazione. “Il Bernina”, per capire meglio il funzionamento del nuovo modello formativo, ha intervistato Beate Scheidegger, responsabile cure dell’ Ospedale San Sisto.

Immagine dal sito: www.csvp.ch

Signora Scheidegger, un nuovo sistema per la formazione degli infermieri nei Grigioni del Sud: può spiegarci un po’ più nel dettaglio come funziona? 
Finora, chi voleva frequentare la formazione infermieristica in lingua tedesca si rivolgeva per tutto alla scuola BGS (Bildungszentrum Gesundheit und Soziales) di Coira, per informazioni, processo di selezione, contratto di formazione. Il BGS, oltre alla formazione teorica degli studenti, si occupava anche dell’organizzazione dei vari tirocini nell’arco della formazione, presso le aziende con autorizzazione a formare (come ad esempio il CSVP). Possiamo dire che il tutto era centralizzato a Coira.
A partire dal 2023 tutto questo processo viene decentralizzato. Quindi, la persona interessata sceglie in quale regione preferisce fare la formazione e cerca un’azienda con la quale vorrebbe concludere un contratto di formazione. Si candida quindi per un posto, come succede per gli apprendistati. La scelta dei posti di tirocinio avviene insieme al futuro datore di lavoro in base agli interessi dello studente e alle offerte disponibili nella regione.
Per garantire un’offerta di tirocinio più ampia possibile e che permetta una formazione approfondita, sono state create delle associazioni formative tra le aziende. Ovviamente ci sono delle regole da rispettare, perciò uno studente deve vedere minimo 2 diversi settori di cura (cure acute, lungodegenza, Spitex, psichiatria, bambino). Nell’associazione Grigione Sud (di cui fanno parte i centri sanitari di Samedan, Scuol, Poschiavo, Val Monastero, Bregaglia e Clinica Gut di St.Moritz) vorremmo, se possibile, offrire tirocini in 3 settori differenti (acuto, lungodegenza, Spitex) e possibilmente un tirocinio breve in un’area speciale (psichiatria, pronto soccorso, terapia intensiva, cure complementari, reparto protetto ecc.) nei 3 anni di formazione. Del resto, chi lavora in periferia deve essere preparato su varie tematiche.

Si tratta di una concreta opportunità di trattenere le nuove leve in Valposchiavo?
L’auspicio è quello, ma la certezza non c’è. Da un lato pensiamo sia fondamentale fare esperienze fuori valle alfine di ampliare il più possibile gli orizzonti per portare questo bagaglio poi in periferia. D’altro canto comprendiamo anche che un giovane professionista abbia voglia di spendere le proprie energie nei grandi centri per raccogliere esperienze non possibili in periferia. Basti pensare alle tematiche ad alta specializzazione come la cardiochirurgia, neurochirurgia e così via.
Quello che speriamo vivamente è di poter “agganciare”, in un certo senso, il/la giovane studente, farci conoscere come azienda con la speranza che, se qualcuno vuole tornare più tardi in valle, abbia già una certa conoscenza del CSVP. Il CSVP vive proprio di questo mix di esperienze, tra chi è rimasto in prevalenza nello stesso settore e chi ha raccolto esperienze variegate. L’insieme crea un’offerta professionale valida.

La parte teorica si svolge comunque presso il BGS di Coira (Bildungszentrum Gesundheit und Soziales) e solo in tedesco. Nell’idea di tirocinio e poi lavoro, in una valle italofona come la nostra, quanto può essere penalizzante per un giovane la questione della lingua e la lontananza dell’istituto di formazione? 
La lontananza non è tanto rilevante in quanto i tirocini sono stati strutturati a blocchi. Questo significa che ci sarà una parte continuativa a Coira e poi una parte continuativa nel luogo di tirocinio. Quindi o si è in un posto o nell’altro. Questo dovrebbe essere meno gravoso rispetto ad altri apprendistati che prevedono settimanalmente la presenza di 1-2 giorni a scuola.
Indubbiamente è uno sforzo importante, se non si è di madrelingua tedesca, seguire le lezioni in tedesco e lavorare in un ambiente di lingua italiana. Potremmo però anche dire che è una grande opportunità poter migliorare entrambe le lingue e conoscere così il lessico professionale in due lingue.
Per noi al CSVP è fondamentale avere anche infermieri/operatori che conoscano abbastanza bene il tedesco. Abbiamo spesso dei pazienti, che accedono per esempio al Pronto soccorso, che non sono della Valle e che parlano tedesco. Inoltre, le relazioni con gli altri ospedali del Cantone sono tutte in tedesco. Qui si tratta di capire e di farsi capire con gli altri operatori sanitari. Essere perciò ferrati anche nella lingua tedesca permette più agilità e sicurezza in questi aspetti e facilita la presa a carico di persone non italofone.
Allo stesso tempo, questa possibilità di scelta sarebbe importante anche per chi si forma in un ospedale più centrale. Cogliere l’opportunità di poter approfondire sia la lingua italiana, sia la conoscenza delle varie realtà del Cantone, non è da sottovalutare.

Si parla anche di una remunerazione sufficiente al sostentamento del tirocinante durante il percorso formativo; questo secondo lei attrarrà nuovi candidati anche da fuori della Valposchiavo? 
Visto che parliamo di una formazione in lingua tedesca non penso che per la Valposchiavo cambi qualcosa. Non lo escludo per quel che riguarda le regioni del Cantone che confinano con l’Austria e l’Alto Adige (nel Grigioni Sud Val Monastero e Scuol) dove la lingua non rappresenta un ostacolo.

Per la selezione dei candidati il CSVP si appoggerà all’ospedale dell’Engadina Alta, non era possibile selezionarli direttamente al CSVP?
Possibile sì, sensato, a mio avviso, no. La procedura di selezione è nuova e chi si occupa di formazione nei vari ospedali è specializzato per seguire gli studenti durante il percorso formativo e meno nella selezione. La selezione è molto impegnativa poiché prevede per le aziende formatrici 2 giorni di tirocinio di valutazione e un’intervista specifica. In un primo momento sono state scelte per ogni regione alcune aziende per condurre il processo di selezione allo scopo d’acquisire le prime esperienze. Fare questo processo significa essere abili nella lingua tedesca. Inoltre non può essere svolto da una persona sola. Essendo una procedura nuova è sicuramente sensato che qualcuno si specializzi per promuoverlo in seguito a regola d’arte. Si deve tener conto che parliamo di numeri molto piccoli, visto che ora queste procedure si svolgono su tutto il territorio del Cantone.
Come CSVP dobbiamo ponderare bene dove investire le nostre risorse umane, visto che gli infermieri, con approfondite conoscenze di tedesco, non abbondano. Siccome abbiamo instaurato una buona collaborazione con l’équipe formativa di Samedan e comunque l’ospedale di Samedan fa da capofila per chi vuole intraprendere la formazione nel Grigioni Sud (e anche a Poschiavo), riteniamo conseguente questa scelta. Questo perché siamo consapevoli che per fare una formazione completa è necessario vedere anche altre realtà e non solo il CSVP per una questione di casistica. Il CSVP dispone di 1 posto di tirocinio permanente per studenti infermieri (il che significa una persona al 1° anno, una al 2° anno e una al 3° anno).

Cosa direbbe a un ragazzo/a della Valposchiavo, interessato a una professione nell’ambito sanitario, per convincerlo a scegliere il CSVP per il tirocinio?
Se sceglie il percorso di infermiere di prima formazione direi di fare un tirocinio qui per conoscere dall’interno la particolarità del CSVP con la sua polivalenza. Spesso si ha l’impressione che solo il grande ospedale sia interessante. Qui ci sono aspetti molto variegati che non necessariamente si trovano in un reparto specialistico. Se poi uno sceglie in futuro di lavorare ad esempio a Samedan o a Coira saprà cosa si trova in periferia, quali sono le peculiarità e i limiti. Saprà quindi accompagnare il paziente dalla o verso la periferia.
C’è sempre anche la possibilità di iniziare con una formazione come l’operatore/operatrice socio sanitario/a oppure l’addetta/o alle cure socio sanitarie. Queste si possono fare interamente al CSVP. Potrebbe essere un primo passo nel mondo del lavoro, senza dover subito lasciare la valle per settimane intere. Si ha quindi la possibilità di conoscere Coira e crescere nell’abilità linguistica per prepararsi, eventualmente più in là, a proseguire la formazione. Diciamo che al CSVP gli allievi e gli studenti sono molto seguiti da parte dei formatori e ricevono notevole sostegno. L’ambiente è familiare. Da non sottovalutare l’apprezzamento che generalmente i nostri pazienti ed ospiti esprimono per i giovani della Valle che intraprendono un percorso formativo al CSVP.

Ivan Falcinella
Membro della redazione