Tradizione e innovazione: federalismo, il ponte tra generazioni

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1° agosto a Berna

Nella mia agenda il 1° agosto è sempre una data indicata con un evidenziatore colorato; di solito è giornata lavorativa ma ciò non mi impedisce di dedicare un po’ di tempo a fine giornata per seguire, leggere o ascoltare le allocuzioni. Cuore e testa si trasferiscono così idealmente in Svizzera, i pensieri ricchi di ricordi dei tanti Natali della Svizzera trascorsi a Berna, a Weggis, a Lucerna, a Zurigo, a Soletta, a Coira.
Ogni Cantone, ogni comunità è una storia a sè; non c’è festa uguale all’altra, pur essendoci molti elementi in comune. La Festa Nazionale diventa così una sorta di carta d’identità del Paese che racconta di comunità che cambiano, si confrontano, scelgono senza rinunciare alle tradizioni, in un Paese che è sempre tra i migliori al mondo per capacità di innovazione, oggi più che mai.

Quando ho letto il discorso del nostro podestà, il richiamo a non dare per scontate indipendenza, sicurezza, prosperità, coesione interna e pluralità culturale, l’invito a proseguire nell’assunzione delle responsabilità per essere parte attiva della Svizzera, realizzando giorno dopo giorno l‘aiuto reciproco, tenendo fede allo stato federale, ho pensato a tutto ciò che la Valposchiavo sa essere oggi, stretta com’è tra valli aspre, eppure esempio di libertà, indipendenza, intraprendenza e operosità, esempio di una montagna contemporanea che sa progettare il proprio futuro, con lucide visioni. Leggendo quelle parole mi sono ricordata dell’Agenda Digitale della Alpi (2014) (disponibile su www.alpconv.org), documento sviluppato anni fa e presentato nel 2014 in occasione della presidenza italiana della Conferenza delle Alpi. All’epoca il documento nacque sull’onda dell’Agenda Digitale Europea, da cui sono stati mutuati gli obiettivi, scegliendo però un approccio metodologico capace di promuovere lo sviluppo armonico della macro regione alpina, migliorando competitività e inclusione sociale e valorizzando le specificità del territorio.

In Svizzera l’Agenda Digitale è stata declinata in una serie di azioni destinate a portare il Paese tra le cinque principali economie digitali nel mondo, azioni sintetizzabili in sette punti: identità digitale, banda larga, rete dati mobile, sanità e amministrazione digitale, energia e trasporti, educazione, cybersecurity. Partendo dalle scelte degli stati memebri della Convenzione delle Alpi (Austria, Francia, Germania, Italia e Liechtenstein, Principato Di Monaco, Slovenia e Svizzera), l’Agenda Digitale Alpina ha messo in luce i principali ostacoli agli sforzi di digitalizzazione per indicare poi una possibile strategia condivisa, utile a superare le criticità e puntare sui due aspetti comuni a tutti i Paesi coinvolti, ovvero Competitività (con sviluppo delle infrastrutture necessarie e della banda larga e la promzione di start up e nuove aziende) e Inclusione sociale (con interventi per la digitalizzazione di scuola, sanità e amministrazione pubblica).
Si tratta di due aspetti da cui dipende anche lo sviluppo demografico delle Alpi, aspetti che a quasi dieci anni dall’Agenda si sono rivelati davvero critici per lo sviluppo delle comunità di montagna, in un contesto post pandemico inimmaginabile all’epoca della stesura del documento.

La Valposchiavo, con le sue eccellenze ricordate nel discorso del 1 agosto (Polo Poschiavo e Valposchiavo Smart Valley Bio), è un crogiuolo di iniziative e sperimentazioni, un laboratorio di buone pratiche collaborative che, almeno ai miei occhi, restituisce nella quotidianità della sua comunità tutta la modernità, la vitalità e la forza del federalismo elvetico.