Dal 7 al 15 ottobre, la Valposchiavo si è trasformata in un vero paradiso per gli amanti della castagna durante la “Settimana della Castagna”. Questo evento ha offerto un calendario ricco di esperienze gastronomiche uniche, visite guidate ai pittoreschi castagneti della regione e caldarroste per tutti i visitatori.
Il clou di questa celebrazione è stato il 15 ottobre a Brusio, con la “Sagra della Castagna” organizzata presso il centro sportivo Casai di Campascio. In questa giornata straordinaria, gli abitanti e i visitatori si sono riuniti per mostrare il meglio della cultura della castagna. Un’occasione unica per scoprire i piaceri culinari e le tradizioni locali legate a questo frutto autunnale.
Il “marunat” Piero Pola racconta alcuni aneddoti legati alla Sagra della Castagna
Nella prima edizione della Sagra della Castagna, che ha avuto luogo nel 2001, oltre ai tradizionali brasché si era deciso di offrire anche le castagne bollite, che nel nostro dialetto si chiamano “li farüdi”. Per far ciò era stato necessario organizzare, non senza difficoltà, un grosso calderone da mettere sul fuoco. Ricordo che io ero addetto alla distribuzione, mentre un “marunat”, esperto nella cottura di questa prelibatezza, era incaricato della preparazione. L’esito fu piuttosto sorprendente. Ci eravamo accorti che in molti, specialmente i più giovani, non conoscevano “li farüdi” e, di conseguenza, non sapevano neppure come fare a mangiarle. Il risultato fu che, al momento del riordino al termine della Sagra, ci siamo ritrovati castagne bollite sparse un po’ ovunque, ancora intatte. Fu quella l’unica volta che ci siamo cimentati con la preparazione delle “farüdi”. L’idea è quindi stata definitivamente abbandonata.
Un altro ricordo simpatico, risalente ancora al momento in cui un primissimo comitato stava abbozzando l’idea di organizzare una festa per valorizzare la castagna, qualcuno del gruppo aveva indicato l’inizio di settembre quale periodo ideale per l’organizzazione dell’evento, così da poter sfruttare il soleggiamento più ampio che caratterizza ancora le giornate di fine estate. All’obiezione che in quello stesso periodo le castagne non sarebbero ancora state mature, la risposta è stata semplicemente che, le stesse, si potevano semmai far arrivare dal Piemonte. Risposta che, manco a dirlo, ha lasciato tutti parecchio sorpresi.
Questo fatto mi fa peraltro venire in mente un altro episodio, non direttamente legato alla Sagra, che ci ha coinvolti nella registrazione di un breve documentario sulla coltivazione della castagna da parte di un’emittente televisiva tedesca. L’appuntamento nelle selve castanili di Campocolongo, trasformatesi per l’occasione in un set cinematografico, era stato fissato attorno alla metà di settembre e a nulla erano valse le nostre proteste sul fatto che in quello stesso periodo le castagne non cadono ancora. In quell’occasione, per rendere tutto verosimile, avevamo veramente acquistato castagne provenienti dal Piemonte, le quali sono poi state sparpagliate in un fazzoletto di selva appositamente allestita quale palcoscenico. La scena della raccolta è stata quindi filmata più e più volte, per cui, in ogni occasione, dopo averle raccolte, le stesse castagne andavano nuovamente ributtate al suolo per poter ripetere l’operazione. Per la preparazione dei “brasché” ci eravamo invece arrangiati con castagne congelate dell’anno prima che qualcuno, fortunatamente, aveva ancora nella propria cella frigorifera. Almeno quelle erano nostre…
Foto di Maria Svitlychna