Fra i quadri della polizia grigionese nessun italofono

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Il Governo retico ha risposto a un’interpellanza della Gran Consigliera Piera Furger (Centro, Mesocco) che evidenzia la mancanza di ufficiali di lingua italiana nella Polizia cantonale. Secondo il Governo, la maggioranza dei quadri parla tuttavia italiano pur non essendo di madrelingua.

La domanda di Furger, inoltrata nel giugno scorso, era sorta dopo la notizia dell’imminente partenza del vicecomandante Gianfranco Albertini, ufficiale di lungo corso di origine mesolcinese, che lascerà il suo posto alla fine di quest’anno.

Nella sua risposta, l’Esecutivo grigionese, per voce del capo del Dipartimento di giustizia, sicurezza e sanità Peter Peyer (PS), ammette che fra gli attuali 22 ufficiali della Polizia cantonale nessuno è di lingua italiana, ma assicura che 18 di questi la parlano. Ammette anche che all’interno dello Stato maggiore di condotta della polizia, composto da 9 persone, nessuno è di madrelingua italiana, ma che 7 di queste parlano anche la lingua di Dante.

In conclusione, Peter Peyer dichiara che il Governo è consapevole della problematica e che farà tutto il possibile per migliorare la situazione. Nel contempo evidenzia che “il reclutamento di collaboratori in possesso delle corrispondenti conoscenze linguistiche rimane tuttavia una sfida”.

Delle risposte del Governo, la parlamentare Piera Furger si è dichiarata “parzialmente fino a non soddisfatta”. “Sembra che tanti collaboratori parlino italiano, ma di fatto le loro competenze linguistiche non sono sufficienti”. Non dovesse migliorare la situazione nei prossimi tempi, Furger si riserva di ritornare alla carica.

Anche per il granconsigliere Samuele Censi (PLR, Roveredo) le competenze in italiano all’interno della polizia cantonale non sono assolutamente sufficienti. Censi ricorda che il Cantone dei Grigioni confina con il Ticino e con l’Italia; e con queste regioni condivide numerosi collegamenti stradali. Per il sindaco di Grono “è imprescindibile che un membro dei quadri della polizia sia di lingua, cultura e mentalità italiana”.

Secondo Reto Crameri (Mitte, Alvaschein) la situazione che si è venuta a creare all’interno degli alti dirigenti delle forze dell’ordine “è deludente, è una vergogna”. Non bastano le conoscenze passive della lingua italiana. È necessario capire anche la cultura e la mentalità delle valli del Grigioni meridionale. Chiede al Governo un maggior rispetto per le minoranze linguistiche. Il deputato di Surava ha concluso precisando che “dopo il tedesco l’italiano è la lingua maggiormente necessaria e utilizzata durante le attività correnti della Polizia cantonale dei Grigioni”.