Ponti culturali tra Valtellina e Valposchiavo: il successo di ConValoRe

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Lo scorso mercoledì 15 novembre, presso la Casa Besta di Brusio, si è svolto l’evento finale del progetto Interreg Itala Svizzera ConValoRe, acronimo per Conservare e Valorizzare nello Spazio Comune Retico: i Beni Culturali ed il Paesaggio Culturale di Valtellina e Valposchiavo nel contesto UNESCO.

A moderare l’incontro, Chiara Del Curto, responsabile della comunicazione di ConValoRe, che ha sottolineato durante i suoi interventi quanto spesso la progettualità Interreg sia divisa per assi e ambiti di competenza culturali, mentre questo progetto sia differente. Grazie all’intuizione degli attori coinvolti si è avuta la capacità di unire il mondo della cultura e della conservazione culturale in un’ottica anche di sostenibilità, non solo ambientale, ma anche economica. Infatti, questi beni culturali potranno diventare rilevanti quando utilizzati come richiamo turistico: preservarli quindi consente anche di garantire una sostenibilità economica attraverso il turismo.

Elena Recchia, responsabile per il Segretariato Congiunto e l’Autorità di Gestione del Programma di Cooperazione Transfrontaliera Italia-Svizzera, ha proseguito evidenziando la particolare importanza del progetto ConValoRe, un intervento di conservazione e restauro di beni architettonici di grosso valore simbolico, emblematico di cosa voglia dire fare un lavoro congiunto in area di confine.

Sul palco è poi salito Arturo Plozza, presidente della Regione Bernina, che ha parlato dell’incontro come dell’occasione di una raccolta dei frutti del lavoro svolto, ma anche di semina per futuri nuovi progetti transfrontalieri e di un collegamento tra presente e, attraverso profondi legami storici e culturali tra Valtellina e Valposchaivo, un ponte verso il futuro. “La gente di montagna è abituata a combattere per resistere ed esistere, – ha spiegato Pozza – si conclude oggi un progetto molto interessante, che ha avuto un periodo difficile durante il Covid, ma gli attori hanno portato a termine un ottimo lavoro con ottimi risultati. La chiesetta di San Romerio e la Fondazione ad essa dedicata rappresentano al meglio il potenziale di questo progetto Interreg e i propositi futuri per la valorizzazione condivisa a favore di tutti”.

Dopo una stretta di mano simbolica con il sindaco di Tirano Franco Spada, Plozza ha augurato al neo eletto sindaco di Brusio Pietro Della Cà e al futuro sindaco di Tirano (Spada terminerà il mandato a giugno prossimo) di proseguire con questo tipo di collaborazioni transfrontaliere in futuro per il bene della comunità.

Franco Spada dal canto suo si è dichiarato particolarmente contento di essere presente e dell’esito di questo progetto Interreg. “La Valpochiavo non è la nostra vicina di casa, – scherza Spada – sono proprio i nostri parenti. Il nostro è un processo di interscambio continuo dove si generano contenuti tra due esperienze diverse. Ci vuole contaminazione, il centro dei nostri paesi (nazioni) forse non ha consapevolezza delle situazioni di confine, ma l’esterno, le periferie, sono più ricettive e possono trovare soluzioni, come questo Interreg. Rappresentiamo qui oggi i simboli di un’identità comune. Come un seme che si espande, speriamo diventi la normalità”.

Per gli interventi di conservazione programmata condotti nello xenodochio di San Romerio, nella chiesa di San Vittore ed a Casa Semadeni, a intervenire è stato l’architetto Evaristo Zanolari che ha sintetizzato il suo discorso dicendo quanto prevenire sia meglio che curare, specialmente se si parla di monumenti. Se si aspettano 50/60 anni, l’entità dell’intervento diventa spesso troppo grande; monitorando costantemente e intervenendo in varie fasi con lavori più piccoli, la gestione del monumento è molto più gestibile e meno onerosa. Per consentire tutto questo si è passati attraverso varie fasi di studio: rilievi, ricerca di documenti storici, rilievo laser scanner e altri strumenti di grande precisione. Questo ha anche consentito agli operatori di maturare un’esperienza tale da avere la richiesta del Palazzo Venosta di Tirano per lo studio e il restauro del bene.

A intervenire durante l’evento anche l’Assessora alla Cultura e allo Sviluppo turistico del Comune di Tirano Sonia Bombardieri, Valentina Balconi, una delle restauratrici che ha condotto le azioni di restauro nel cortile interno di Palazzo Besta di Teglio, per il Politecnico di Milano la Professoressa Elisabetta Rosina, che ha brevemente illustrato gli interventi da lei coordinati di conservazione programmata, e Gianfranco De Campo per il comune di Sernio.

In seguito, Kaspar Howald, direttore di Valposchiavo Turismo, ha illustrato al pubblico i progressi di “Sentiero 33”, la valorizzazione dell’itinerario pedonale che già oggi accompagna la tratta ferroviaria che va da Miralago a Tirano. “E’ un tracciato molto interessante – ha spiegato Howald – perché è un sentiero agibile tutto l’anno e si iscrive molto bene nella strategia di Valposchiavo Turismo di destagionalizzazione. Allo stesso tempo non supera l’altitudine massima di 1200 metri e quindi è accessibile proprio a tutti”.

Il percorso che, come detto, seguirà più o meno le orme della Ferrovia Retica sarà concettualmente diviso in 3 tappe, visto che la lunghezza complessiva non è indifferente e non tutti lo vorranno affrontare completamente. Tutte e 3 le tappe, quindi, saranno legate a temi diversi, ma avranno un tema principale: il gioco delle bocce. Lungo il sentiero infatti saranno installate diverse postazioni che racconteranno tematiche legate al territorio: viadotto, muri a secco, piccoli frutti, contrabbando, vino, ecc.

“C’è stato un ultimo sopralluogo due settimane fa, – riporta Howald – alla presenza del sindaco di Tirano, dove abbiamo ancora rifinito gli ultimi dettagli del concetto. Gran parte del sentiero è pronto, c’è ancora qualcosa da risolvere nel tratto della seconda tappa, quando si cambia lato della Valle, dove verrà effettuato un vallo di protezione che seguirà il binario”. Nei prossimi mesi i Comuni di Brusio e di Tirano, con altri partner dovranno decidere se e come concretizzare le idee sviluppate nel concetto di valorizzazione.

La conclusione dell’incontro è stata riservata alla neonata Fondazione San Romerio, che consente di andare a reperire fondi da più parti al fine di completare il restauro della chiesetta di San Romerio e rendere fruibile l’area attraverso questo nuovo ente costituito nel marzo scorso fra più realtà collegate (Regione Bernina, Comune di Tirano).

Con la speranza in un prossimo futuro di incontrare tutti a San Romerio per vedere il completamento dei lavori, Francesco Vassella, direttore della Regione Bernina, ha tenuto a sottolineare che questo non è che un primo passo di quello che si può fare con questo tipo di collaborazioni Interreg.
“Dal lato svizzero, – ha spiegato autocriticamente Vassella – spesso abbiamo richieste dall’Italia per i progetti Interreg e ci si trova impreparati su come impiegare la nostra metà dei fondi. Dobbiamo forse impegnarci di più nei prossimi mesi a individuare progetti in cui crediamo fortemente e utili per il territorio. Le idee sono tante, e vanno da un restauro interno della chiesa ad un’ulteriore valorizzazione del Viadotto di Brusio a cui teniamo molto”.

“Grazie al progetto ConValoRe, – ha concluso il direttore della Regione Bernina – si è arrivati alla firma degli statuti già esistenti da tempo per creare questa fondazione, un passaggio storico molto particolare; senza questo Interreg difficilmente saremmo arrivati a questo risultato. Ad oggi esiste un gruppo di persone che si impegna per questa Fondazione ed in poco meno di 6 mesi ha già lavorato molto. L’obbiettivo è portare a termine il restauro esterno della chiesa di San Romerio, a cui mancano ancora due tappe da completare, e poi la valorizzazione del tutto, a dicembre 2023 inizierà la raccolta fondi”.

Ivan Falcinella
Membro della redazione