Domenica scorsa è continuata sul palco di Casa Besta la rassegna de I Monologanti, che ha ospitato Ippolito Chiarello, interprete di “Mattia e il nonno”. Con leggerezza e sensibilità, l’attore pugliese ha rappresentato attraverso il proprio spettacolo, messo in scena dalla factory compagnia e rivolto in primis al pubblico più piccolo, il tema delicato della perdita di una persona amata.
Tratto dall’omonimo libro di Roberto Piumini, tra i più stimati autori italiani di letteratura per l’infanzia, lo spettacolo, adattato al teatro da Tonio De Nitto, che ne assume anche la regia, è un’opera che affronta con levità il tema della morte attraverso gli occhi di un bambino. Sul palco, l’interpretazione di Ippolito Chiarello, davanti a un nutrito gruppo di spettatori, piccini e non, dà vita ai personaggi del nonno e del nipote in un’esperienza coinvolgente e toccante.
Tutto ha inizio con un nonno, disteso su un letto, circondato dai suoi familiari che lo osservano con amore e commozione. Tra gli affetti del nonno Mattia, il nipote più giovane, un bambino di sette anni, sembra distratto, assorto nella contemplazione di una mosca sul soffitto. In un momento di magia e sospensione della realtà, il nonno si alza e invita Mattia ad andare a passeggio. Così, sfuggendo alla vista dei parenti riuniti in cordoglio, nonno e nipote escono per incamminarsi per i sentieri onirici di una campagna verde e gialla, solcata da un fiume maestoso. Durante il racconto, il pubblico è trasportato in un viaggio straordinario, dai tratti surreali, tra ricordi e immaginazione, attraverso luoghi misteriosi e avventure memorabili: il nonno e Mattia vanno a pesca nel fiume, fanno amicizia con un cavallo, esplorano le strade di un pittoresco paesino, ne attraversano i mercati, salgono su un campanile e partecipano persino a una caccia al tesoro e ad una sfida con dei pirati.
Ma, nel corso di queste esperienze, il nonno inizia a rimpicciolirsi, diminuendo di statura fino al punto in cui Mattia non lo riesce più a vedere. Qui, con un inganno giocoso, il nonno si fa inspirare da Mattia, rivelando così il suo desiderio di rimanere con lui per sempre, anche oltre la morte fisica. Perché, come un insetto che lascia indietro la propria esuvia, così il nonno abbandona il proprio essere corporeo sul letto, ma s’instaura per sempre nel cuore di Mattia, che accompagnerà nella vita con la propria presenza spirituale. È in questo modo che i loro momenti condivisi, compresa l’avventura memorabile appena vissuta assieme, rassicurano la continuità dell’amore e del legame che li unisce, anche oltre la morte.
Il viaggio di Mattia e il nonno, vissuto tra piccoli insegnamenti e simboliche trasformazioni, rappresenta un prezioso e valevole strumento per avvicinare i bambini alla comprensione della morte e del lutto, tasto dolente, ma essenziale della vita che sempre più viene confinato alla sfera dei tabù. L’opera, e la sua incantevole rappresentazione da parte di Chiarello – e della factory compagnia – si distingue per la sua capacità di trattare un argomento complesso con leggerezza e dolcezza, offrendo spazio alla fantasia e al ricordo delle persone amate non più presenti fisicamente, ma eterne nello spirito e nell’anima.
“Mattia e il nonno” si rivela un’esperienza teatrale capace di toccare le corde più profonde e delicate dell’animo umano, in grado di trasmettere un messaggio di speranza e resilienza, anche ai più piccoli, invitando nel contempo il pubblico a riflettere sulla bellezza e sulla complessità del vivere e del morire. Una testimonianza della capacità umana di trovare conforto e significato anche nei momenti difficili della vita, del potere narrativo del teatro e della rassegna de I Monologanti, che non smette di dare valore all’offerta artistica della nostra Valle.