Santo Cielo. Dialogo tra le generazioni?

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Un tempo gli anziani godevano di grande considerazione in quanto ritenuti depositari della saggezza e in virtù della loro esperienza. La gioventù, al contrario, era considerata come l’età alla quale manca appunto l’esperienza. Ma non era un fardello troppo pesante da portare: infatti si sa che la gioventù è un handicap che si supera col passare degli anni!

Esperienza e adattamento

Oggi il ruolo degli anziani è fortemente ridimensionato: gli anziani vengono rimpiazzati dagli ultimi ritrovati della tecnica. In un mondo in continua e rapida trasformazione, la capacità di adattamento è più importante e utile dell’esperienza.

Divario tra generazioni

Nella nostra civiltà, la parola “vecchio” ha un carattere negativo, mentre il termine “giovane” sembra più interessante e promettente. Lo sviluppo della tecnica contribuisce fortemente alla crescita del fossato tra le generazioni: le nuove tecnologie favoriscono le relazioni tra persone della stessa generazione, mentre rendono più difficile lo scambio tra generazioni diverse.

Giudizi affrettati

Di fronte a questa evoluzione, mi sembra importante non cedere a due giudizi negativi. Il primo consiste nel lamentarsi dei giovani, dei loro atteggiamenti, del modo in cui affrontano la vita. Ci lamentiamo perché passano molto tempo su internet, perché non hanno le idee chiare circa il loro avvenire, o perché mancano, secondo noi, di progettualità. Ma credo che in tutte le epoche gli adulti abbiano ritenuto che i giovani fossero incapaci, manchevoli, meno brillanti di loro. In tutte le epoche gli adulti hanno detto: “Ai miei tempi le cose andavano meglio”!

Giovanilismo

Il secondo atteggiamento che mi sembra importante evitare consiste nel voler imitare i giovani, facendo della gioventù il valore supremo. Quanti adulti rifiutano la loro età, facendo ricorso alla chirurgia estetica, vestendosi, parlando e cercando di comportarsi come i giovani, nel tentativo patetico di rimanere il più a lungo possibile ciò che non sono più?

Futuro presente

Il compito degli adulti consiste nel lasciare che i giovani – stretti a volte tra il disprezzo e l’idolatria – occupino il loro posto. Troppo spesso non li consideriamo per quello che sono, bensì per quello che potranno essere quando saranno adulti. Diciamo che i giovani sono il futuro della società, dimenticando che essi sono il suo presente. Se vogliamo aiutare i giovani a trovare il loro posto, la prima cosa da fare è ascoltarli.

Essere ciò che siamo

Ogni generazione ha i suoi pregi e i suoi difetti, non è necessario contrapporle. L’esperienza e la saggezza non possono essere conciliate con l’inesperienza e la spontaneità? Dopotutto, una società equilibrata è un luogo dove la parola circola e dove ciascuno è pronto ad ascoltare l’altro. E la gioventù? Non è né una maledizione né un modello, ma semplicemente un’epoca della nostra vita.