Sarà perché sono nato a pochi passi dalla ferrovia, perché per molti anni ho avuto davanti agli occhi il viadotto elicoidale su cui si arrampica o scende il Trenino Rosso del Bernina, fatto sta che la ferrovia e i treni mi hanno sempre affascinato. Forse perché ogni convoglio evoca un viaggio, una meta da raggiungere, un luogo vicino o lontano verso il quale andare.
Simbolicamente, e molto concretamente, il treno significa collegamento, superamento di distanze, cambiamento di luogo e di prospettiva, conoscenza di paesaggi, persone e idee diverse.
Ferrovia e progresso
Noi svizzeri ci vantiamo, a giusta ragione, di avere oggi una delle reti ferroviarie più fitte al mondo. Ma non tutti sanno che la ferrovia, come molte altre innovazioni, è arrivata in Svizzera dall’estero. La prima linea ferroviaria collegava Strasburgo a Basilea. All’alba dell’era ferroviaria, il nostro Paese non era all’avanguardia per quanto concerne i collegamenti. E nemmeno, in generale, dal punto di vista del progresso. Come per tante altre cose, abbiamo dovuto imparare dai Paesi limitrofi.
Piccolo mondo antico
La ferrovia metteva in crisi le sovranità comunali e cantonali, i confini tra le varie località. Le mura difensive che ancora esistevano in molte città svizzere erano barriere fisiche, e forse anche mentali, che non andavano d’accordo con i tracciati dei binari che attraversano il territorio, che sono fatti per andare lontano, per superare gli ostacoli, per collegare tra loro diversi territori.
Superamento dei confini
Ci siamo dovuti adattare, abbiamo aperto le frontiere, è nato uno Stato moderno ed efficiente. E sono state abbattute le mura delle città. Se andate a Berna, potete ancora vedere le fondamenta della torre di san Cristoforo, che si trovano nel sottosuolo della stazione ferroviaria. In seguito, lungo la ferrovia si è sviluppata l’industria e sono nati nuovi quartieri. Paesi e città hanno cambiato il loro aspetto. Il progresso tecnico è diventato la nuova fede di cui, in un certo senso, le stazioni ferroviarie sono le cattedrali.
Motrici, vagoni e protestanti
A proposito di fedi e religioni: il treno, che porta merci e passeggeri e trasformazioni sociali ed economiche, ha portato a volte anche nuove idee religiose. In Ticino la storia del protestantesimo è strettamente legata allo sviluppo della ferrovia: dapprima si costituirono nuclei protestanti tra gli operai che costruivano la linea del Gottardo, dopo l’inaugurazione del traforo arrivarono in Ticino molti impiegati della ferrovia, ma anche albergatori, turisti e altre persone di fede evangelica. E lo stesso è accaduto in Vallese, con l’apertura della linea ferroviaria del Sempione che ha profondamente influito sullo sviluppo di quel cantone.
La fede alla stazione
Nelle città le stazioni sono diventate dei luoghi in cui si concentra un notevole numero di persone. Una volta ci si andava solo per prendere il treno, oggi anche per fare la spesa, per andare in palestra o dal parrucchiere. Tutti conoscono Shopville, l’enorme rete di negozi sorta sotto la stazione di Zurigo. Anche le chiese hanno capito l’importanza strategica delle stazioni come snodo di passaggio e luogo di incontro quotidiano per decine di migliaia di persone. E allora è sorta, proprio a Zurigo, una “chiesa della stazione” e nella stazione: gestita ecumenicamente da cattolici e riformati è un luogo di sosta e di riflessione molto apprezzato e frequentato.
Eppure ci muoviamo
E intanto i treni continuano a correre, sempre più veloci, con frequenze sempre più elevate, per fare fronte alla concorrenza dell’automobile e dell’aereo e permettere a chiunque di spostarsi, rapidamente, di giorno e notte. In fondo, viene da chiedersi perché sentiamo il bisogno di muoverci tanto e perché questa continua corsa alla mobilità, in un mondo di cui ormai conosciamo limiti e confini.