Domenica 11 agosto, nella chiesa riformata di Brusio, l’organista titolare della Cattedrale St. Pierre di Ginevra, Vincent Thévenaz, si è esibito in un concerto organizzato dagli Amici del Serassi e dalla Comunità Evangelica di Brusio.
Vincent Thévenaz è un organista che, come si ripete spesso in simili occasioni, ‘non ha bisogno di presentazioni’. È anche vero, però, che conoscere il mondo degli organisti non è per tutti. Per capire l’importanza di questo ospite basta dire che, oltre ad essere l’organista titolare della Cattedrale di Ginevra, è professore di organo e improvvisazione alla Haute Ecole de Musique de Genève, è specialista dell’armonium per cui ha ricevuto apprezzamenti da Simon Rattle, è collezionista di strumenti antichi, è affermato arrangiatore, ha eseguito l’integrale opera organistica di Bach in 14 concerti, ha inciso per l’etichetta Sony e collabora con Valery Gergiev, Antonio Pappano, Heinz Holliger, Leonidas Kavakos.
Il programma scelto per il concerto è stato un percorso sonoro che si è sviluppato in modo quasi propedeutico, dagli autori del ‘500 fino a quelli dell’800. Gli ascoltatori hanno potuto così avere una panoramica sulle armonie, i ritmi e le sonorità che hanno caratterizzato le diverse epoche. La scelta dei brani è stata accattivante e varia. Dopo l’esecuzione di brani degli autori più noti come William Byrd, Carl Philipp Emmanuel Bach e Wolfgang Amadeus Mozart, a conclusione del concerto Vincent Thévenaz ha proposto un’improvvisazione unica e originale su due temi del compositore valposchiavino Remigio Nussio: Li lavanderi e Guarda sü’l sul.
L’organo Serassi di Brusio, costruito nel 1787 da Andrea e Giuseppe Serassi, due maestri organari dell’epoca, è caratterizzato da tastiera unica, registri spezzati e pedaliera ridotta, elementi distintivi dei Serassi. L’acquisto dello strumento fu probabilmente supportato da Giovanni Teodosio Misani e dal pastore Andrea Cellario, noti per il loro impegno verso il decoro religioso. Le decorazioni barocche sono invece attribuite agli artigiani Mathias Peter, Andrea Rinaldi e ai tirolesi Caspar Veith e Michael Zoller. Va notato che, nonostante le riserve dei riformati sull’uso degli strumenti musicali, l’organo fu destinato esclusivamente al culto. È stato inoltre riconosciuto come patrimonio nazionale nel 1947. L’organo di Brusio ha subito diversi restauri, l’ultimo dei quali, effettuato dalla Ditta Piccinelli, è stato anche documentato nel 2009.
Il concerto di Vincent Thévenaz non è stato solo una celebrazione di tecnica e talento: ha anche offerto l’occasione per evidenziare l’intreccio tra passato e presente. Suonare e ascoltare brani di epoche lontane, oggi, su uno strumento storico. Non è solo un atto di interpretazione musicale, ma un ponte che connette diversi secoli tra loro.
Grazie per l’articolo:
la storia dello strumento e in parte, quella della musica, su vari secoli.
Per non dimenticare, per il pubblico, di aver potuto godere con grande piacere, la musica scelta dall’illustre maestro.
Roberto Nussio