Periodicamente, attraverso i media, si ha notizia di calamità che si abbattono sul mondo delle api. Diversi eventi naturali, come il cambiamento climatico o la presenza di altri insetti e virus, minacciano sempre più la loro sopravvivenza. Per conoscere un po’ meglio la situazione in Valposchiavo abbiamo intervistato Franco Compagnoni, presidente della Società apicoltori Valposchiavo.

Franco, quanti apicoltori circa ci sono in Valposchiavo e quanto miele viene prodotto annualmente da un apicoltore medio?
La nostra società conta circa 80 membri, ma gli attivi sono una cinquantina. La produzione di miele varia da stagione a stagione e dalla forza di un popolo di api. In condizioni favorevoli un popolo forte e che non sciama supera i 20 chilogrammi di produzione annui. Negli ultimi anni, però, la primavera è stata molto problematica, fredda e piovosa così che le api non hanno importato nettare e abbiamo dovuto nutrirle abbondantemente per non lasciarle morire di fame.
Qualche apicoltore riesce anche a vendere il prodotto oltre che a farlo per proprio consumo?
Sì, chi produce più miele del fabbisogno personale lo vende a privati e in alcuni negozi interessati.
Ci sono rischi avvicinandosi alle arnie (casette delle api) disseminate sul nostro territorio?
Se le api non vengono molestate non sono assolutamente pericolose. Inoltre, con la comparsa dell’orso, tutti gli apiari oggi sono recintati e elettrificati.
A causa del tempo instabile di tutta la primavera, le fioriture sono state compromesse, rallentando di conseguenza il lavoro delle api: anche in Valposchiavo è stato così? Esiste il pericolo che, permanendo questa situazione, in concomitanza con altre, il futuro delle api sia a rischio?
A causa del cambiamento climatico, l’apicoltura diventa sempre più difficile. Primavere piovose e fredde, estati secche e troppo calde, autunni sempre più caldi e inverni miti destabilizzano la vita delle api. Ci sono poi altri “nemici” delle api, anzitutto l’acaro varroa, che ormai è presente in tutte le arnie e che senza una cura appropriata e continua è capace di distruggere le colonie di api nel giro di una stagione.
Un altro nemico incombente è la vespa velutina, già presente nella Svizzera occidentale e con la quale dovremo fare i conti anche noi nei prossimi anni. C’è poi il piccolo coleottero delle api (Aetina tumida) presente in Sud Italia che sta avanzando. Oltre a questi nemici naturali ci sono le malattie infettive (virus) e batteri (peste americana e peste europea).
In conclusione, direi che senza una buona formazione, un costante aggiornamento e tanta dedizione da parte dell’apicoltore il futuro delle api non è assicurato.
Com’è andato il raccolto di giugno?
Nel 2024 la produzione di miele nel Fondovalle (Brusio e Poschiavo) è stata di molto inferiore alla media. Per fortuna in montagna, nel mese di luglio, le nostre care api, grazie anche a una fioritura tardiva, hanno lavorato alacremente e il raccolto è stato sorprendentemente soddisfacente.