L’Hotel Le Prese riflette su una stagione invernale in Valposchiavo

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Come di consueto, alla conclusione della stagione estiva Il Bernina ha chiesto agli albergatori valposchiavini un bilancio sulle presenze turistiche. Dopo alcune settimane solo l’Hotel Le Prese ha risposto al nostro appello. La Redazione ha quindi deciso, nella speranza comunque di ricevere e pubblicare altri punti di vista degli albergatori nel prossimo futuro, di dedicare l’intero articolo ad una chiacchierata con il direttore dell’Hotel Le Prese, Walter Nadaia.

Walter, come valuti questo 2024, puoi tracciarci un bilancio generale?
Certamente, qui all’Hotel Le Prese la chiusura è fissata al 27 ottobre, speriamo che in questi ultimi giorni il tempo sia clemente e arrivi ancora qualche ospite, ma possiamo comunque tracciare tranquillamente un bilancio già ora.
Possiamo cominciare col dire che questa è stata la stagione che ha riportato tutte le attività ricettive della Valposchiavo con i piedi per terra: sono finiti i bagliori del Covid.
Andando con ordine, abbiamo avuto un inizio di stagione molto particolare, una Pasqua troppo anticipata, il brutto tempo, le frane e le varie interruzioni della linea ferroviaria. Tutti fattori questi che hanno contribuito a far latitare l’arrivo dei turisti fino a metà giugno (almeno a Le Prese).
Da lì, come doveva essere, è iniziata la stagione 2024 che ha visto un’ottima occupazione dell’Hotel, e una frequentazione molto positiva del ristorante; in particolare abbiamo avuto molti eventi privati, ben 10 matrimoni, alcuni di cospicue dimensioni, che ci hanno traghettato sino ad oggi con importanti risultati. L’autunno e il tempo incerto ci hanno riportato alla situazione di inizio estate e le presenze sono tornate ad essere incerte; sarebbe bello avere ancora delle giornate autunnali solive soprattutto nel periodo delle Herbstferien, mah… vedremo.

Per quanto riguarda la provenienza degli ospiti hai notato qualche cambiamento?
Con mio grande piacere ho notato un ritorno dei turisti italiani, sia per quanto riguarda i pernottamenti, che per quanto riguarda i matrimoni. La stessa cosa è avvenuta anche con gli ospiti dalla Svizzera Tedesca. Durante il fine settimana, poi, ho constatato con piacere anche il ritorno dei poschiavini alla nostra tavola.

Quindi, fra poco chiusura e poi quando ripartirete?
La nuova apertura è fissata di nuovo, seguendo il nostro concept, al 01.04.2025. L’inverno vedrà la proprietaria Signora Sarasin investire ancora parecchio in lavori di migliorie e altro ancora.

Che lavori avete in previsione per l’inverno?
Diciamo che in questi anni è stato investito tantissimo per l’albergo, quindi durante l’inverno non saranno necessarie altre opere di grande portata, ma solo piccole migliorie e manutenzione. Se vogliamo, l’intervento in programma più importante ad inizio 2025 sarà la sistemazione dei muri della terrazza sul lago, in primavera.

Ci saranno novità per il 2025?
Ne abbiamo in mente tante, con diversi progetti interessanti. Quello che mi sta più a cuore è legato allo sviluppo del turismo invernale in Valle.

Il turismo invernale in Valposchiavo? E’ realizzabile?
Ovviamente, da solo l’Hotel Le Prese non può andare da nessuna parte, quindi per prima cosa dovrebbe esserci un intento comune, una direzione condivisa con gli altri albergatori per raggiungere questo obiettivo. Noi qualche idea di direzione da intraprendere per attirare i turisti in Vaposchiavo anche d’inverno l’abbiamo, ma ripeto, senza l’appoggio degli altri operatori turistici diventa veramente difficile. Nel Borgo di Poschiavo qualche viaggiatore del trenino arriva anche d’inverno; Le Prese (meta prettamente estiva) rimane troppo fuori per attrarre questi ospiti; serve qualcosa per far arrivare anche qui il turista e parliamo di creare eventi, attrattive, di modificare l’offerta stessa degli alberghi.
Subito dopo la chiusura, insieme alla Signora Sarasin studieremo il da farsi, cercando di capire se e come muoverci in questa direzione, tenendo anche conto che nei prossimi 3 anni il lago, con la serie di lavori di Repower in programma, nel periodo invernale si abbasserà molto e perderà anche molto in termini di attrattività turistica.

Tutto questo come si sposa con gli obiettivi dichiarati da Thomas Fries, nuovo direttore di Valposchiavo Turismo durante la Giunta comunale del 30 settembre?
Penso che il nuovo direttore abbia menzionato obiettivi più che giusti e importanti, mi sembra che si stia impegnando in primis a capire e carpire le varie dinamiche della Valle. La Sua visione e direzione potremo analizzarla durante e dopo la prossima stagione 2025 , quando avremo delle cifre e dei risultati; sono convinto che non tarderanno ad arrivare.
Ci terrei però a sottolineare un problema che, secondo me, va monitorato e risolto in maniera positiva per i prossimi anni: sto parlando della carenza di personale qualificato.

Puoi spiegarci meglio cosa intendi parlando di questa carenza di personale?
Noi, come altri hotel in Valposchiavo, siamo strutture stagionali, quindi il personale viene a lavorare da te per circa 6 mesi, poi sta fermo un mese o due e si trasferisce in Engadina (o in posti dove c’è turismo annuale) per riuscire a lavorare anche nel resto dell’anno. Fuori Valposchiavo cosa succede? Vengono offerti a questi lavoratori (che noi abbiamo in precedenza formato) dei contratti annuali e tanti decidono di fermarsi e non tornare per la stagione successiva. Questo significa formare, da zero, ogni anno, del personale, per poi perderlo dopo una, massimo due stagioni. Se riuscissimo, come dicevo sopra, a sviluppare anche da noi un turismo invernale, offrendo al lavoratore un contratto di 10/11 mesi all’anno, avremmo a portata di mano la soluzione a questo problema che sta diventando sempre più difficile da gestire.

Ivan Falcinella
Membro della redazione